Campus: «Sul 25 aprile anche io in passato ho sbagliato clamorosamente»

«Ho ceduto alla strumentalizzazione». Dopo 23 anni le parole che mettono fine a una polemica nata nel 2001. «Dobbiamo sentirci tutti vincitori di libertà e di democrazia»

Il sindaco Nanni Campus

Sassari. «Per troppi anni il 25 aprile è stato motivo di divisioni, di strumentalizzazioni di parte. Anche io in passato ho ceduto alla strumentalizzazione, sbagliando clamorosamente, ma, dopo anni, i tempi sono certamente maturi perché si possa uscire dal confronto di parte, tra vincitori e vinti, ormai affidato alla storia, per sentirsi tutti indistintamente vincitori di libertà e di democrazia, di un’eredità preziosa che la guerra di liberazione ci ha lasciato». Sono le parole pronunciate questa mattina in piazza del Comune dal sindaco di Sassari Nanni Campus in occasione delle celebrazioni per il 79esimo anniversario della Liberazione dal Nazifascismo. Un discorso che pone fine, dopo più di vent’anni a una polemica che si rinnovava ogni anno da parte di coloro che non hanno mai perdonato al primo cittadino quanto accaduto al 25 aprile di esordio nel suo primo mandato, nel 2001, quando la cerimonia saltò (e avvenne solo quell’anno, va ricordato). Al termine un applauso condiviso da tutti.

La Festa della Liberazione anche a Sassari

Ecco l’intervento integrale del sindaco Campus.

Oggi, alla fine del mio secondo mandato, ho per l’ultima volta l’onore di rappresentare per voi e con voi la nostra Città nella celebrazione della Festa della Liberazione.

Una ricorrenza che è per tutti la celebrazione della Libertà.

Libertà come bene assoluto, prezioso. Libertà come dono che è arrivato a noi oggi attraverso il sacrificio di migliaia di militari e di civili: cattolici, comunisti, monarchici, ebrei che hanno combattuto e sono morti per conquistarla, accomunati nella lotta di liberazione dall’occupazione tedesca e dalla dittatura fascista.

Morti che dobbiamo onorare perché è dal loro sacrificio che è nata la nostra democrazia.

Libertà e democrazia che oggi noi diamo per scontate ma vediamo in troppe parti del mondo che donne e uomini ancora devono morire per difendere la loro libertà.

Questo è purtroppo il terzo anno che la ricorrenza della Festa della Liberazione avviene mentre anche l’Europa, la nostra Europa, continua a essere squassata dall’invasione russa dell’Ucraina con l’impressionante drammaticità degli scontri armati e dei bombardamenti sulle città e i villaggi e mentre le nostre coscienze, ormai da troppi drammatici mesi, sono ulteriormente sconvolte dal sangue, soprattutto di civili inermi, che è stato versato e viene ancora versato, con tragica quotidianità, in Israele e in Palestina.

È di fronte a queste tragedie che dobbiamo sentire ancora di più il senso di questa celebrazione.

Per troppi anni il 25 aprile è stato motivo di divisioni, di strumentalizzazioni di parte. Anche io in passato ho ceduto alla strumentalizzazione, sbagliando clamorosamente, ma, dopo anni, i tempi sono certamente maturi perché si possa uscire dal confronto di parte, tra vincitori e vinti, ormai affidato alla storia, per sentirsi tutti indistintamente vincitori di libertà e di democrazia, di un’eredità preziosa che la guerra di liberazione ci ha lasciato.

Libertà e democrazia che tutti, indistintamente, sentiamo di dover amare, rispettare, difendere.

Buon 25 aprile e buona vita a tutti.

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