Premio S’Empatia a Palestine Humanitarian Response Campaign

Sabato scorso la 2ª edizione del riconoscimento intitolato a Carlo Solinas. Il progetto vincitore che utilizza arte creatività e dialogo per aiutare i bambini della Striscia di Gaza a superare i traumi della guerra

Sassari. Quando esce dalla sua bolla, il mondo dell’arte e dello spettacolo può diventare uno strumento di comunicazione e di solidarietà. «In questi mesi siamo tutti testimoni di una catastrofe che è umana e umanitaria, politica, etica e culturale, e di fronte a cui S’ALA non è voluta rimanere silente. Insieme ad altri artisti e artiste abbiamo firmato e diffuso una lettera aperta dal titolo Italian Arts United For Palestine. Quest’anno abbiamo deciso che se c’era qualcuno, o qualcosa da premiare, erano quei progetti che proprio in questo momento si occupano di lavoro artistico ed empatico – come vuole il titolo del premio S’Empatia – in Palestina». Con queste parole, il direttore artistico Moreno Solinas e il team S’ALA, con evidente emozione, hanno proclamato il progetto Palestine Humanitarian Response Campaign (PHRC) vincitore della seconda edizione del Premio S’Empatia, intitolato alla memoria dell’imprenditore sassarese Carlo Solinas.

Fondato dall’attivista palestinese residente all’Aia Awni Farhat insieme a un gruppo di volontari e volontarie subito dopo l’invasione israeliana della Striscia di Gaza, il Palestine Humanitarian Response Campaign, oltre a portare nella Striscia rifornimenti di medicinali e di abiti caldi, ha creato alle porte del campo profughi di Rafah il Villaggio dei Bambini, in cui i più piccoli vengono aiutati ad affrontare e superare, attraverso il gioco, lo storytelling, la creatività e la socializzazione il trauma cui sono quotidianamente esposti.

La premiazione si è svolta sabato a S’ALA – Spazio per artist* nel corso di una vivace e partecipata serata, caratterizzata da un dress code a tema S’INDRIA/SINDRIA/ANGURIA/WATERMELON: «un riferimento al simbolo di resistenza palestinese, nato da un episodio legato alla censura israelina nei confronti di artisti e artiste palestinesi sull’utilizzo dei colori della loro bandiera» spiega il team S’Ala. La serata ha avuto il suo apice con il dj set di Noi/Amedeo Inglese e il vj e designer grafico Corrado Podda.

Il team del Palestine Humanitarian Response Campaign (a cui è andato un assegno di 1500 euro) ha inviato un messaggio di ringraziamento sottolineando: «l’entusiasmo suscitato a Rafa dall’attribuzione del premio. Per noi è un grande onore, soprattutto per quelli che lavorano sul campo. La lotta quotidiana per la sopravvivenza può fare sentire i bambini e i ragazzi abbandonati, ma il Villaggio dei Bambini è una testimonianza che noi non ci dimentichiamo di loro. Il premio ricevuto da S’ALA dimostra che neanche il mondo si è dimenticato di loro. Siamo onorati di ricevere il premio, e ancora di più di dare il benvenuto a S’ALA nella comunità e nella famiglia del PHRC».

I valori su cui si basa il progetto Palestine Humanitarian Response Campaign rispondono perfettamente agli ideali espressi dal Premio S’Empatia: la capacità di interagire con gli altri, di creare comunità, di fare rete. Gli stessi valori e ideali che appartenevano anche all’imprenditore, promotore di artisti, già direttore del Teatro Verdi Carlo Solinas, cui il premio è intitolato. «Empatia e simpatia sono alcune delle caratteristiche che lo contraddistinguevano» ha ricordato, in un discorso a nome di tutto il team S’ALA la danzatrice Margarita Elliot. «Il supporto che Carlo e sua moglie Luciana hanno dato a S’ALA e a tante artiste e artisti emergenti passate/i di qua (e non solo) è immenso. Carlo inoltre amava molto le feste, stare in mezzo agli altri, collaborare. Noi oggi ce lo immaginiamo che aiuta a montare tende temporanee per i bambini nel campo di Rafah».

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