Carcere di Massama, detenuto si battezza Testimone di Geova

È Vincenzo Scivoli, della sezione ad alta sicurezza. La cerimonia nel teatro dell’istituto penitenziario

Un battesimo di un Testimone di Geova (archivio)

Oristano. Anche in un regime di carcere duro l’ordinamento garantisce ai detenuti l’esercizio della libertà religiosa quale diritto naturale e irrinunciabile che può favorirne il recupero sociale. Così, in varie strutture penitenziarie in Italia molti detenuti possono ricevere assistenza spirituale da ministri di culto dei Testimoni di Geova.

Una di queste strutture è la Casa Circondariale di Massama (OR) che la mattina dello scorso sabato 13 aprile ha visto realizzarsi all’interno delle sue mura un evento del tutto singolare: il battesimo come testimone di Geova di Vincenzo Scivoli, un detenuto della sezione ad alta sicurezza. A seguito di questa opera di assistenza spirituale, e dopo essersi impegnato in un profondo studio della Bibbia, Scivoli ha fatto grossi cambiamenti nella sua vita e ha deciso di diventare Testimone di Geova, battezzandosi in una piscina allestita per l’occasione nel teatro della struttura penitenziaria alla presenza di una decina di persone.

«Non avevo mai assistito a una cerimonia dei Testimoni di Geova, è stata emozionante – commenta Salvatore Flore, educatore della casa circondariale di Massama presente al momento del battesimo –. Ho avuto modo di vedere dei filmati anche di cerimonie di altre religioni e quando si parla di purezza e remissione dei peccati si parla di cose positive. Cito le parole di uno statista che ha posto una delle grandi domande della vita: “dobbiamo fare ciò che è giusto o ciò che è utile?”. Viviamo in un periodo di tempo in cui le persone spesso fanno ciò che è utile per sé stesse ma non ciò che è giusto. Il messaggio della cerimonia di oggi è stato di ben altro tenore».

«Prima di intraprendere questa scelta – prosegue Flore – Scivoli era sempre di cattivo umore e arrabbiato col mondo intero. Ora ha migliorato il rapporto con sé stesso, ha capito l’atteggiamento degli altri nei suoi confronti, è cambiato come persona. Tutti hanno rispettato il suo studio della Bibbia e abbiamo riportato i cambiamenti che ha fatto al magistrato».

Lo stesso Scivoli si è detto soddisfatto del percorso intrapreso. «La mia gioia è indescrivibile», ha commentato subito dopo il battesimo. «Sono felicissimo di essermi battezzato come testimone di Geova. Lo studio approfondito dei principi biblici mi ha aiutato a cambiare il mio modo di pensare e di agire, così ho potuto dare una svolta alla mia vita. Prima ero sempre arrabbiato con tutti, ora posso dire di avere uno scopo nella vita e questo mi ha permesso di trovare la pace con me stesso e con gli altri. Non smetterò mai di essere grato per questa splendida opportunità».

I Testimoni di Geova, spinti dal desiderio di aiutare il prossimo e dalla convinzione che la Bibbia ha il potere di cambiare in meglio la vita delle persone, sono stati la prima organizzazione religiosa non cattolica a richiedere ed ottenere il permesso di visitare i detenuti nelle carceri; grazie alla legge n. 354 del 1975, in Italia dal 1976 i ministri di culto nominati dallo Stato prestano la loro opera volontaria e gratuita di assistenza religiosa. Oggi sono circa 500 i ministri Testimoni di Geova che portano un messaggio di speranza in oltre 190 strutture carcerarie, contribuendo così al recupero e reinserimento nella società di molti detenuti.

Per ulteriori informazioni sulle attività dei Testimoni di Geova a favore della comunità consultate jw.org.

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