Mariano Brianda: «Abbiamo cercato l’unità, ma il centrosinistra ha detto no»

La Costituente per Sassari vuole dare voce a chi è lontano dai circuiti dei partiti. «E se andiamo al ballottaggio, vinciamo a mani basse perché la città è con noi»

Mariano Brianda

Sassari. «Qua tutto è aperto, altro che decisioni prese nelle segrete stanze. Abbiamo elaborato tanti progetti per la città, già pronti». Sabato mattina nella sede della Costituente per Sassari, a 24 ore dall’annuncio che con il campo largo del centrosinistra non è stato trovato un accordo per le elezioni comunali dell’8 e del 9 giugno, Mariano Brianda spiega alla stampa quali sono stati gli ostacoli. Innanzitutto elenca le proposte già elaborate dalla Costituente, il laboratorio di confronto e di discussione che negli spazi di viale Umberto ospita ogni settimana convegni, iniziative e dibattiti. «Queste (e le mostra a favore di telecamere, ndr) sono 67 pagine di progetti già pronti, discussi tra i cittadini. Sassari comunità energetica, progetti di urbanistica partecipata, le proposte di modifica allo statuto comunale su comitati di quartiere e assemblee di cittadini, l’istruttoria pubblica per le opere impattanti e tanto altro. Tutto già raccolto e presente. E adesso mi si viene a dire: facciamo un programma comune? Ma chi lo fa, Mago Zurlì? In venti giorni?».

La Costituente per Sassari non ha affatto rotto con il centrosinistra, precisa Brianda. «Abbiamo cercato di ricomporre il quadro. Abbiamo proposto perfino di accettare Giuseppe Mascia come candidato sindaco purché ci fosse un segno di cambiamento o di dichiarazione di rottura con il passato. Noi dobbiamo rispondere a un elettorato che abbiamo intercettato, che è fluido, non legato ai partiti. Ma a loro non interessava». Insiste sul concetto di unità. «La abbiamo elaborata qua. L’unità va costruita, non può essere imposta. Se avessimo detto “aderiamo al campo largo”, così, semplicemente, l’elettorato che abbiamo intercettato sarebbe sparito. Saremmo diventati un ammennicolo del centrosinistra. E noi stessi volevamo un campo larghissimo». Il centrosinistra a Sassari è diviso così in tre tronconi. «Loro ritengono di averne il monopolio e invece le aree sono tre», chiosa Brianda, che fa notare che attualmente rappresentano il centrosinistra la Costituente per Sassari, il campo largo con Pd, M5s e le altre liste della coalizione Todde, e il gruppo che alle regionali ha sostenuto Soru (che comprendeva anche Azione, che però sabato sera ha annunciato l’ingresso nel centrodestra e l’appoggio al candidato sindaco Mariotti). In realtà, la prima richiesta di Mariano Brianda agli incontri (in tutto tre) di questi giorni con la delegazione del centrosinistra è stata un’altra. «Abbiamo chiesto un nome nuovo come candidato sindaco, condiviso con noi, un esponente del mondo dell’imprenditoria, dell’accademia o preso dalla società civile. E, tra di noi, ne avevamo già individuato una decina, senza dimenticare che uno di questi uno era… Brianda. Ma non abbiamo trovato riscontro. Allora abbiamo proposto di convergere su Mascia, a patto però che candidato e coalizione dessero segni tangibili di rinnovamento, di allontanamento dai vecchi schemi della politica che hanno prodotto il 50 per cento di astensionismo. Doveva esserci una dichiarazione comune che superasse l’impostazione data di una spartizione delle candidature a livello regionale, Cagliari ai Progressisti, Alghero ad Avs o a chi altri e Sassari al Pd, come premio, appunto, di spartizione. Abbiamo inoltre proposto un “campo larghissimo”, superando le divisioni delle regionali nel centrosinistra. Bastava, ripeto, una dichiarazione comune. Ci è stato negato persino questo. Hanno ritenuto che non fosse il caso di continuare e abbiamo terminato così». Per Brianda il problema è anche l’affidabilità del Campo largo. «Pensiamo a quanto sta accadendo a Cagliari, con un pezzo che sta già lasciando Massimo Zedda. O al livello nazionale con Conte che ripete “basta con i capibastone e i cacicchi” e attacca il Pd. Loro non sono un gruppo coeso come il nostro, che andrà al Comune e deciderà non rispondendo a nessun esterno ma solo ai cittadini. Ecco perché diciamo no al feudalesimo».

Ma a quali elettori si rivolge la proposta politica della Costituente per Sassari? «Rappresentiamo innanzitutto i cittadini che sono fuori dai circuiti della politica e dei partiti. È un elettorato maggioritario – dice Brianda –. Il 50 per cento dell’elettorato non va a votare, come dicevo, e adesso finalmente avrà rappresentanza. Siamo insomma autosufficienti. Poi ci rivolgiamo agli altri, che hanno sempre votato ma che sono molto stanchi. C’è gente che non ne può più di certe logiche. E vogliamo rappresentare i giovani, che hanno abbracciato questa nostra idea perché garantiamo autonomia, vengono qui e si organizzeranno per conto loro. Vorremmo poi rappresentare nel modo migliore il mondo dei diritti civili, che non trovano voce o non trovano spazio, come quello lgtb o delle fragilità o portare all’attenzione temi sociali. Vorrei insomma un consiglio comunale con dentro i temi dei giovani e dei diritti civili, un mondo di maggioranza, distante rispetto a ciò che sentiamo con il politichese. Ecco perché siamo convinti di dire la nostra e di essere premiati con successo dal loro voto».

Le liste saranno più di una, annuncia il candidato sindaco Mariano Brianda. «Le stiamo chiudendo, tanti candidati si stanno proponendo. Ci conoscono molto perché siamo presenti sui social, vengono qui e si appassionano, soprattutto i giovani, che avranno una loro lista», prosegue Brianda, che non fa mistero di avere dialogato in queste settimane anche con altre coalizioni. «Abbiamo avuto avuto interlocuzioni con tutti, tranne Lega e Fratelli d’Italia. Siamo del resto antifascisti», dice, lasciando intendere che ci sono stati contatti anche con i “Civici” che propongono Nicola Lucchi come sindaco (ma a margine dell’incontro con la stampa Brianda esclude un contatto con il gruppo di Antonello Peru). «In teoria Sassari avrebbe bisogno di un governo di responsabili. Una visione di solo centrodestra o centrosinistra non è più attuale, è ancorata ancora a una divisione ideologica. Tutti noi dobbiamo invece pensare alle soluzioni per questa città».

Infine, il ballottaggio. «Se ci andiamo noi, vinciamo a mani basse perché dietro abbiamo la città. Se non avremo questo privilegio valuteremo quali sono le garanzie che vengono offerte per dare rappresentatività reale a quella parte della città, ripeto, maggioritaria, che è stanca delle vecchie logiche della politica e in particolare del centrosinistra», conclude Mariano Brianda.

Luca Foddai

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