Uri in festa per i cento anni di zia Domenica

Ha una memoria che fa invidia ai più giovani e fino a qualche anno fa viveva a casa sua in piena autonomia

Uri festeggia la sua centenaria, zia Domenica Pinna, nata in paese il 13 febbraio 1924, figlia di Pietro Paolo, contadino e Anna Maria Canu, casalinga, penultima di otto figli. Da bambina frequenta le scuole elementari dove coltiva una delle sue passioni: la lettura, in particolare quella dei testi sacri; uno degli aspetti che la contraddistinguono è la sua grande fede e il suo animo sensibile, esempio di cristianità essenziale che la portò a svolgere il servizio di catechista per tanti anni nella comunità parrocchiale di Uri. Per sua scelta decise di rimanere nubile e di occuparsi della famiglia, in particolar modo della madre ammalata che accudì amorevolmente.

Economicamente autonoma, ha sempre svolto la professione di bracciante agricola.

Sempre circondata da una famiglia numerosa, cresciuta con cinque fratelli e due sorelle, ha avuto la gioia di conoscere 32 nipoti e 63 pronipoti, e un grandissimo numero di pronipoti, alcuni dei quali se ne prendono cura amorevolmente.

Nonostante i suoi 100 anni, zia Domenica ha una memoria che fa invidia ai più giovani e fino a qualche anno fa viveva a casa sua in piena autonomia, dove, però, non amava stare sola durante la notte, occasione per raggiungere la casa delle sue sorelle.

Una festa intima ma al contempo numerosa, cinque le generazioni coinvolte. «È stato davvero un grande piacere condividere con zia Domenica questa serata – commenta il sindaco di Uri, Matteo Dettori –, circondata dalle persone a lei tanto care che ha riconosciuto una ad una e con le quali ha scambiato qualche chiacchiera. Abbiamo voluto consegnarle in dono, prosegue il primo cittadino, oltre ad una piccola targa anche una coppia fedele del suo atto di nascita, che ha voluto che glielo leggessimo. Il momento più toccante dopo aver spento le candeline è stato l’incontro con la parente più piccola con quasi cento anni di differenza, quasi a testimoniare il passaggio di testimone di generazione in generazione che ancora oggi in queste occasioni si può respirare nelle nostre piccole ma pur belle comunità», conclude il sindaco.

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