Università di Sassari quarta tra gli atenei medi

Non è quinta, come sembrava ad una prima lettura dei dati del Censis. Il commento del rettore Carpinelli

UnissCarpinelli
Il rettore Massimo Carpinelli

Sassari. La classifica Censis 2019 colloca l’Università di Sassari in quarta posizione – dietro Trento, Siena e l’ex aequo di Trieste e Udine (ecco spiegata la differenza nella graduatoria rispetto ad una prima analisi) – tra i 18 Atenei statali di medie dimensioni, confermando che l’Ateneo sassarese rimane tra le primissime università della sua classe di appartenenza. «La classifica Censis, come altre, ha diversi indicatori che vengono poi combinati insieme, misurando aspetti diversi, alcuni di contesto socio-economico, altri legati al diritto allo studio, altri puramente accademici. Quest’anno gli indicatori sono stati cambiati rispetto allo scorso anno – spiega il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli. Nel 2018 l’Ateneo turritano era infatti terzo.

«Rimaniamo ad alti livelli per le Strutture offerte ai nostri studenti e per il sistema di Comunicazione e servizi digitali: per entrambi gli indicatori siamo al primo posto assoluto. Siamo secondi per il sostegno agli studi sotto forma di borse, mentre restiamo, come lo scorso anno, un po’ indietro in tema di servizi (mense, alloggi, ecc.). Va però ricordato che questi non sono servizi offerti direttamente dall’Uniss ma dall’Ersu – prosegue il rettore –. A limitare le performance di Uniss ha contribuito l’introduzione di un indicatore che misura la cosiddetta occupabilità, ovvero la capacità dei nostri laureati di trovare lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo di studio. È evidente che questo indicatore è fortemente penalizzante se utilizzato senza tener conto delle difficili condizioni economiche del nostro territorio e di un mercato del lavoro regionale che offre limitate possibilità di occupazione. Nel caso specifico l’Ateneo si era già attivato per potenziare il nostro sistema di job placement e per intensificare i rapporti con il mondo delle imprese».

«Per il futuro ci adopereremo affinché questo parametro sia opportunamente corretto per tenere conto degli oggettivi divari economici che esistono tra le varie regioni d’Italia», prosegue Carpinelli. «Si registra un certo arretramento sul versante dell’internazionalizzazione, da sempre uno dei nostri fiori all’occhiello, pur rimanendo tra i primi atenei. Questo indicatore è stato modificato rispetto allo scorso anno, dando peso oltre che alla mobilità strutturata dei nostri studenti – sulla quale rimaniamo a livelli molto alti – alla dimensione internazionale dei corsi di laurea. Su questo secondo obiettivo stiamo già lavorando. Abbiamo varato un programma di investimenti che prevede, tra l’altro, una serie di misure volte a favorire in tempi rapidi la creazione di nuovi corsi a doppio titolo (italiano ed estero), che si aggiungeranno ai sei internazionali già erogati».

«Grazie al grande impegno profuso negli ultimi anni da tutte le sue componenti, il nostro Ateneo resta comunque uno dei migliori d’Italia nella sua categoria. D’altra parte, questo ci viene confermato anche dai dati sulle immatricolazioni, cresciute del 28,2 per cento negli ultimi tre anni. Uniss guarda con grande favore a classifiche come quella che qui commentiamo, le quali rappresentano per noi uno stimolo continuo a crescere e migliorare. È con questo spirito che abbiamo operato in questi anni, ed è grazie a questo spirito che l’Università di Sassari è riuscita ad entrare nei sistemi di ranking internazionale quali, ad esempio, il molto qualificato Times Higher Education World University Rankings», conclude il rettore Massimo Carpinelli.

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