Una via o una piazza per Raimondo Rizzu

È la proposta di Massimo Rizzu (capogruppo di Sassari Civica). «Depositerò una mozione affinché si avvii l’iter in deroga al minimo dei dieci anni»

Raimondo Rizzu

Sassari. Con una nota stampa, Massimo Rizzu (consigliere comunale e capogruppo di Sassari Civica) annuncia che presenterà una proposta in Consiglio comunale per dare lustro all’ex sindaco Raimondo Rizzu, scomparso il 2 agosto del 2015.

«Credo che sia giusto – scrive Massimo Rizzu (parente dell’ex primo cittadino) – riconoscere il grande impegno e il forte legame affettivo che Raimondo Rizzu ha sempre avuto nei confronti della città e dei sassaresi. Oltre che il grande merito di aver ideato e istituito da presidente della Pro Loco, nel 1963, insieme a Roberto Stefanelli, allora capocronista della Nuova Sardegna, il “Candeliere d’oro e d’argento”, vera e propria dimostrazione di attaccamento e promozione del nostro Comune».

Raimondo Rizzu nel 1985 in piazza d’Italia in occasione della visita a Sassari di Giovanni Paolo II

Nato nel 1930, avvocato cassazionista, la famiglia di origini contadine gli trasmise quei valori e quell’amore per Sassari che non gli venne mai meno. E che lo vide impegnato per la sua città non solo sul fronte politico (prima nella Dc poi nel Ppi, sindaco dal 1983 al 1988, più volte assessore e consigliere comunale e infine consigliere provinciale), ma anche su quello culturale, promuovendone tutti i suoi aspetti legati alla tradizione. Uomo colto, appassionato della storia cittadina, si ricorda la sua passione per la letteratura e poesia locale e per la lirica, di cui era un fine conoscitore. Tanto che fu presidente del Conservatorio, della Corale Canepa e componente del collegio sindacale dell’Ente concerti Maria Luisa De Carolis. Uno dei tanti incarichi (fu anche presidente dell’Atp) che costellarono il suo impegno, sempre però sul filo della riservatezza, senza clamori.

«In moltissimi – prosegue Rizzu – lo ricordano come una persona assai sobria e schiva, un “gentiluomo” che non amava mettersi in mostra, ma che tuttavia era riuscito a guadagnarsi la fiducia dei sassaresi. Non a caso, ricordo le sue famose parole sulla Faradda: “A me non m’àni mai frusciaddu”. Proprio per la sua immensa figura e personalità, nei prossimi giorni depositerò una mozione affinché si avvii l’iter per l’intitolazione di una via o piazza, chiedendo espressamente al prefetto una deroga rispetto al criterio temporale minimo dei dieci anni, che può essere superato solo in alcuni casi eccezionali, come previsto dalla legislazione».

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