Truzzu: «Mai via o monumento dedicato a Michela Murgia, era una totalitaria»

La replica di Alessandra Todde: «Affermazioni ingiuste e pericolosamente fuorvianti». Soru: «È stato totalitarista il fascismo, non Murgia»

Paolo Truzzu

Cagliari. Nelle ultime ore fanno discutere le affermazioni del candidato presidente del centrodestra Paolo Truzzu rilasciate a Klaus Davi, che lo ha intervistato per il web talk Klauscondicio (https://www.youtube.com/@klauscondicio). «Non intitolerei mai una via a Michela Murgia o le dedicherei un monumento perché mi sembra un personaggio più negativo che positivo, nel senso che era una di quelle che voleva insegnare agli altri cosa dovevano pensare e imporgli in ogni caso il suo pensiero – ha affermato Truzzu –. Era una totalitaria, per certi punti di vista».

Alessandra Todde

Pronta la replica di Alessandra Todde, candidata presidente della Regione per il “campo largo” di centrosinistra e M5s. «Sono profondamente sconcertata e delusa dalle recenti dichiarazioni del sindaco di Cagliari e candidato alle prossime elezioni regionali, Paolo Truzzu, riguardo a Michela Murgia. Tali commenti non solo mancano di rispetto alla memoria di una figura che ha contribuito significativamente al dibattito culturale e sociale della nostra isola, ma denotano anche una pericolosa inclinazione a ridurre al silenzio le voci che si levano per promuovere riflessione e cambiamento. Michela Murgia era una scrittrice, una intellettuale, una voce critica che con passione e dedizione ha esplorato le complessità della società sarda e italiana, affrontando temi di rilevanza universale quali l’identità, la giustizia sociale e i diritti delle donne. Etichettarla come “totalitaria” per il suo impegno nel promuovere un dialogo critico e per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione è non solo ingiusto, ma anche pericolosamente fuorviante. La diversità di pensiero e la libertà di espressione sono pilastri fondamentali di una società democratica. Attaccare queste libertà, denigrando chi le ha esercitate con coraggio e integrità, mina le basi stesse su cui si fonda la nostra convivenza civile».

«Un monumento o una via dedicati a Michela Murgia – ha detto ancora Todde – non sarebbero solo un omaggio alla sua persona, ma un riconoscimento del suo contributo al dibattito culturale e della sua lotta per una società più giusta e inclusiva. La sua eredità non dovrebbe essere oggetto di attacchi politici ma, al contrario, motivo di riflessione su come possiamo lavorare insieme per una Sardegna che valorizzi la diversità di pensiero e promuova la giustizia sociale. Invito quindi il sindaco Truzzu a riconsiderare le sue parole e a riflettere sull’importanza del dialogo, del rispetto reciproco e della costruzione di una comunità che riconosce e celebra il contributo di ogni suo membro, anche di quelli con cui potrebbe non essere d’accordo. La Sardegna merita un futuro costruito sull’inclusione, sul rispetto e sulla comprensione reciproca».

Renato Soru

Non è finita. Truzzu a Klaus Davi ha anche detto: «Io un antifascista? Non mi piacciono le cose ‘anti’, non sono nemmeno anticomunista. Credo che la politica si faccia per altri e non contro qualcuno».

Stavolta a replicare è il candidato presidente della “coalizione sarda” Renato Soru. «Dispiace che il sindaco di Cagliari non abbia il coraggio di dichiararsi antifascista e dica che non bisogna mai essere anti ma solo a favore. E metta sullo stesso piano, qui in Italia, nella nostra storia, l’esperienza del fascismo e del comunismo. Il comunismo non ha portato guerre, non ha mandato cittadini nei campi di concentramento, non ha firmato leggi razziali, non ha perseguitato il dissenso, chiuso il Parlamento, cancellato la democrazia nel nostro paese. Questa è stata l’esperienza del fascismo. E sulle rovine della guerra sono nate la Resistenza, la Liberazione dell’Italia, la Costituzione e la Repubblica italiana, immaginata proprio affinché nessun fascismo potesse tornare in Italia. Per questo credo che dovrebbe essere naturale e pacifico per chiunque voglia fare politica in Italia dichiararsi nella scia della Costituzione, della Repubblica italiana, dell’antifascismo. È il fascismo ad essere stato totalitarista in Italia, non Michela Murgia».

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