Stagione lirica a Sassari, venerdì l’Aida di Giuseppe Verdi

Sarà proposto l’allestimento classico per il Teatro di Busseto curato da Franco Zeffirelli. Mercoledì pomeriggio la presentazione dell’opera

 

 

AidaSassari. Ritorna dopo un’assenza di 37 anni uno dei capolavori di Giuseppe Verdi. È l’Aida, terzo e ultimo titolo della stagione lirica dell’Ente Concerti De Carolis, in programma venerdì alle 21,30 (con replica domenica pomeriggio alle 16,30) al Teatro comunale di Sassari, nella versione curata da Franco Zeffirelli per il Teatro di Busseto nel 2001. «Siamo legati ad un’immagine di Aida che deriva dalle versioni colossal di Caracalla, Verona, o Aix en Provence. Questo allestimento, adatto per un piccolo teatro, ci riporta ai tempi antichi, ad una fedeltà assoluta all’originale, forse addirittura troppo. La grandeur non è allora nella grandezza ma nel concetto», ha detto il direttore artistico dell’Ente Concerti Marco Spada mercoledì in occasione della consueta tavola rotonda di presentazione dell’opera.

Un’Aida quindi piccola nelle dimensioni ma monumentale nei sentimenti. Rappresentata per la prima volta al Cairo il 24 dicembre 1871, diretta da Giovanni Bottesini, la celebre partitura può contare sul libretto di Antonio Ghislanzoni, ma in realtà gran parte del testo fu rivisto da Verdi stesso.

AidaPresentazione
Da sinistra Stefano Trespidi, Sergio Alapont e Marco Spada

L’allestimento di Zeffirelli (che ha curato anche le versioni più classiche e davvero colossal, tra cui quella per la prima scaligera del 2006) ha già toccato venti e più piazze in quindici anni. Come ha spiegato Stefano Trespidi, che a Sassari riprende la regia del maestro fiorentino, «Aida è la sintesi del melodramma italiano». Nell’intento di portare l’opera anche nei teatri più piccoli che per dimensioni o capacità economiche non avevano possibilità, Zeffirelli curò questa che viene chiamata l’Aida piccola. «Un allestimento modulare, che nonostante un non grande apparato scenotecnico, è abbastanza tradizionale, con cambi di scena veloci e la possibilità di vedere lo spettacolo esattamente come lo aveva concepito Verdi».

È questa un’Aida dei conflitti: d’amore e potere, di sentimento e ragion di Stato, di vita e di morte, nel pieno filone verdiano delle opere tragiche. Il cuore della poetica verdiana di Aida è racchiuso nella scena più famosa dell’intera opera, la marcia trionfale, che per Busseto Zeffirelli risolse genialmente lasciando immaginare (per motivi di spazio) l’imponente sfilata anziché rappresentarla: è qui che agli occhi degli spettatori si presenta chiaramente il contrasto tra il giubilo degli egiziani che accolgono l’eroe Radamès tornato vincitore e la disperazione di Aida, dilaniata nella sconfitta del suo popolo, quello etiope, e del suo cuore, impotente davanti al trionfo della rivale Amneris, figlia del Re.

AidaCelliaCosteaLa partitura verdiana è un tesoro dalla prima all’ultima battuta, come ha spiegato il direttore d’orchestra Sergio Alapont, spagnolo ma ormai di casa a Sassari, dove ha già diretto “Il Barbiere di Siviglia”, “Norma” e “Romèo et Juliette” ed è pronto a debuttare “Aida”. «Uno scrigno di tesori musicali. Dopo la massima espressione verdiana del Don Carlos, Aida sembra un leggero passo indietro. Invece è un passo in avanti». Un tesoro che sembra davvero venire da lontano, autenticamente egiziano – sebbene Verdi in Egitto non abbia mai messo piede –, impregnato delle atmosfere esotiche che il genio di Roncole seppe ricreare, con l’introduzione delle trombe egizie (chiaramente inventate per l’occasione) e le sfumature musicali, che divennero poi tipiche dell’antico Egitto anche nella tradizione, pur non avendo alcuna aderenza alla realtà storica impossibile da ricostruire. Musiche le più adatte per tutti e sette i quadri rappresentati nei quattro atti: dal contrastato amore di Aida al severo rigore dei sacerdoti, dalla regale possanza di Amneris al misticismo delle sacerdotesse, fino alle placide onde del Nilo evocate all’inizio del terzo atto. Tutto in Verdi si incastra in un mosaico perfetto, in cui non solo la musica ma gli stessi caratteri dei personaggi sono inquadrati con precisione shakespeariana.

È del resto la stessa genesi di Aida a ricordare un’avvincente trama teatrale: dal rifiuto di Verdi a comporre musica su commissione per l’apertura del Canale di Suez, fino all’innamoramento per il soggetto di Aida (scritto dall’archeologo francese Auguste Mariette) e che poi seppe tradurre in una straordinaria partitura. Un vero intrigo internazionale di arte e politica, sullo sfondo della guerra franco-prussiana, che dall’Egitto arrivò in Spagna passando per Sant’Agata, nella residenza piacentina dove Verdi componeva, fino al trionfo del Cairo alla vigilia di Natale del 1871. L’opera doveva essere rappresentata in realtà qualche mese prima: ma le scene ed i costumi erano rimasti a Parigi a causa della guerra e delle vicende politiche legate alla Comune.

“Aida” torna a Sassari con un cast che comprende giovani e voci esperte: da Victor Garcia Sierra (Il Re) a Silvia Beltrami (Amneris), da Cellia Costea (Aida) a Dario Di Vietri (Radamès), da Abramo Rosalen (Ramfis) a Ivan Inverardi (Amonasro), Néstor Losàn (Messaggero) e Sara Rossini (Sacerdotessa). Il disegno luci è affidato a Lorenzo Caproli, mentre le coreografie a Claudio Ronda. I protagonisti del “ballabile” nella marcia trionfale saranno Josè Perez, a Sassari anche nello “Schiaccianoci” due settimane fa, e Melania Chionna.

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