Riti del matrimonio ittirese negli anni ’50

Il 18 e il 19 novembre sarà ricostruito l’evento nei minimi dettagli, insieme alla riapertura di diverse botteghe nel centro storico

L’associazione Culturale Itifallico, guidata dal presidente Vincenzo Ortu e da un gruppo di donne e uomini, appassionati e instancabili, da anni, racconta e fa rivivere usi e costumi della tradizione ittirese, attraverso l’allestimento in abitazioni private e di ambienti legati alla vita agro-pastorale. La memoria di una comunità ha bisogno di essere materializzata, con la scrittura o la riproduzione di quel ricordo, meglio se oggettivato, al fine di poterla conservare e trasferire. Mani che lavorano per il matrimonio, “Manos de Fainas pro s’affidu – Riti del matrimonio ittirese negli anni ’50”, ideata dal direttore artistico Massimiliano Marongiu Trini, si è sviluppata attraverso una ricerca sul campo, con la tecnica dell’intervista agli sposi di allora, recuperando le informazioni che hanno permesso di ricostruire l’evento. Si è pensato di raccontare gli anni dal 1950 al 1959, perché il rito in quegli anni non era ancora trasformato dagli effetti del boom economico e dalle mode degli anni Sessanta.

Nel centro storico di Ittiri, nel quartiere tra piazza Umberto e piazza Olmi, sono state ripulite e riallestite alcune case disabitate da anni, destinate all’evento. Riaprirà i battenti per l’occasione un antico negozio di generi alimentari, “Sa Butega de Tiu Serevinu Cossu”, negli stessi locali e con buona parte degli arredi di allora. Sarà allestito un antico bar “Su Buteghinu” e per le strade del quartiere i bambini “pitzinnos in carrela” potranno giocare con gli antichi giochi di quel periodo, grazie alla proposta curata dalla Cooperativa Manitese di Ittiri. Sarà presente inoltre la giostrina ecologica a pedali Ecocarosello di Beppe Cugusi. Sono state ripulite e riportate in uso almeno per l’occasione le antiche vasche di Binza Funtana, la “lavatrice pubblica” per decenni di intere generazioni, dove la lana veniva lavata per il confezionamento dei materassi e i cuscini per gli sposi.

Grazie al sodalizio con la Compagnia Teatro Ittiri, che da anni, attraverso pezzi teatrali ricercati ma allo stesso tempo spassosi, racconta, spaccati della società Ittirese, sarà proposta nelle antiche vasche un estratto della commedia teatrale “Male chi si cheret issa mai remediu b’appat”, che affronterà l’argomento del matrimonio. Una casa attualmente in costruzione sarà adibita alla riproduzione della raccolta fotografica dei matrimoni degli anni ’50, al fine di omaggiare con un album quello che non hanno mai potuto avere.

Il giorno 18 novembre sarà dedicato ai preparativi: la lavorazione e la cottura nell’antico forno di dolci e pane per il matrimonio, le corbule infioccate per contenere il corredo, che in corteo sarà portato alla casa degli sposi, la preparazione del letto nuziale dalle donne della famiglia. Il 19 novembre, il giorno del matrimonio, “S’affidu”: saranno posizionate lungo il corteo nuziale alcune auto del periodo, messe a disposizione dall’associazione il Volante Club Sassari, da Giuseppe Cannoni e da Laura Faedda. Ci sarà la vestizione della sposa, la benedizione degli sposi dalle rispettive famiglie e il corteo nuziale fino alla parrocchia di San Pietro in Vincoli per la benedizione. Ad attendere gli sposi nella loro casa, le madri, che daranno la loro benedizione con la rottura del piatto. Seguiranno i festeggiamenti con “Su tratamentu”, il rinfresco, a base di biscotti e Rosoliu. I balli di quegli anni suoneranno con le musiche di Tony e Piera. L’obiettivo dell’iniziativa è portare i visitatori in un viaggio nel tempo, per riscoprire l’antica tradizione del matrimonio tipico ittirese degli anni ’50.

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