La Casa della Fraterna Solidarietà, povertà estreme in aumento

Il presidente Aldo Meloni ai consiglieri della V Commissione di Palazzo Ducale: «A noi appena 12 mila euro dal fondo comunale»

 

 

FraternaSolidComune1Sassari. I numeri sono presto detti: 300 sacchetti di media al giorno, tutti i giorni, tranne il fine settimana. Pane, innanzitutto, pasta, latte e qualcos’altro, con l’eccezione della carne e del pesce, che richiedono un controllo differente. Ma poi ci sono anche tutti gli altri servizi: assistenza fiscale e legale, pagamento delle bollette, dentiere (e sono già 630, distribuite rigorosamente a titolo gratuito), medicine di fascia c, convenzioni con commercianti e artigiani, poi i vestiti (con un enorme deposito, che farebbe invidia al migliore emporio: abiti e scarpe perfettamente conservati, donati nuovi) e i giocattoli per i bambini regalati per Natale, Befana e Pasqua. Tutto garantito da decine di volontari, negli spazi della vecchia Questura, con ingresso da corso Margherita di Savoia. È la Casa della Fraterna Solidarietà, nata dieci anni fa e che è ormai una realtà consolidata a Sassari nel sostegno alle povertà estreme ed ai nuovi poveri. Sì, perché i poveri aumentano e non sono necessariamenti poveri totali: ci sono anche pensionati o disoccupati che non riescono più a comprarsi il pane. «Siamo una associazione fatta da cittadini e siamo laici e apolitici. Dipendiamo unicamente dalle nostre coscienze», ha ribadito il presidente Aldo Meloni, che martedì scorso è intervenuto a Palazzo Ducale in audizione alla Commissione Cultura e Servizi sociali, presieduta da Carla Fundoni (Pd). «Noi non chiediamo bigliettini o documenti a chi si presenta. Forse sono un laico cretico, chissà. Facciamo un’eccezione per le bollette: non diamo soldi ma provvediamo direttamente. Con le dentiere abbiamo distribuito un controvalore di un milione e mezzo di euro». Poi c’è anche uno spazio adibito a baratto, con un charity shop che è giù un successo. E, ma non è finita, gli accordi (che si traducono in donazioni) con il panificio Cesaraccio (circa 80 mila euro di pane in un anno), il Bandiera Gialla e il mercato di Campagna Amica. Uno dei punti su cui Meloni insiste da tempo è lo spreco alimentare: ci sono tonnellate di alimenti che vanno incredibilmente al macero.

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Aldo Meloni

Le note dolenti sono anche altre, a cominciare dal rapporto con l’Amministrazione comunale. Da un lato ci sono state situazioni risolte positivamente proprio grazie all’intervento del Comune, come l’installazione della pensilina in corso Margherita di Savoia, che da un paio di mesi protegge dalle intemperie e dagli sguardi dei passanti chi si mette in fila al mattino. Dall’altro però c’è la distribuzione dei fondi destinati alle povertà estreme, che per l’ultima ripartizione ammontava a 250 mila euro. Alla Casa della Fraterna Solidarietà vanno 12 mila euro. Ci sono situazioni su cui non c’è nulla da obiettare (come la Caritas, a cui sono stati assegnati 55 mila euro, o le Vincenziane); altre che invece non convincono. «Possibile che a una nuova realtà, che si chiama “Solu a Deus sa gloria”, peraltro ammessa con riserva, siano destinati ben 20 mila euro? Non obietto nulla ma chiedo: perché? Quali criteri sono stati seguiti?», ha chiesto Aldo Meloni. «Siamo a febbraio e abbiamo già speso oltre 17 mila euro. Se avessimo dovuto campare di sostegno comunale avremmo già chiuso!».

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La presidente Carla Fundoni e Aldo Meloni

«Perché non predisporre un documento sui fondi?», ha proposto Franco Era (Centro Democratico). «Siamo un organo di indirizzo politico e di controllo. Proporremo modifiche ai funzionari», ha risposto la presidente Fundoni.

Infine una proposta di Aldo Meloni: trasformare l’edificio in cui trova spazio la Casa della Fraterna Solidarietà, ovvero l’ex Questura, nella Casa delle associazioni di volontariato. «Così tutti saprebbero dove andare. E riusciremmo anche a capire chi fa volontariato vero. Sarebbe anche il momento infatti di liberare immobili occupati da associazioni fasulle».

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