Christian Rocca spiega le elezioni americane

Venerdì scorso primo incontro del ciclo curato dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Sassari. Hillary Clinton interpreta l’America progressista, Trump non ha un programma

 

 

RoccaElezioniAmericaneSassari. Come funziona il sistema elettorale americano e quali sono le differenze tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti Hillary Clinton e Donald Trump? Il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Sassari dedica all’election day del prossimo 8 novembre un ciclo di incontri. Il primo è stato venerdì scorso con il direttore di “IL” (Idee e Lifestyle del Sole 24 Ore) Christian Rocca, inviato ed editorialista, già corrispondente dagli Stati Uniti per Il Foglio e autore di numerosi saggi sulla società americana. L’ultimo numero di “IL” è interamente dedicato alle elezioni Usa e riporta in copertina il ritratto di Hillary Clinton. È lei, secondo Rocca, a rappresentare pienamente l’America. Il confronto con il candidato repubblicano Donald Trump appare impietoso. Mentre la democratica Clinton, già first lady, ma anche senatrice e segretario di Stato, incarna il meglio del progressismo degli Stati Uniti, di Trump si fatica a capire perfino il programma.

L’esponente repubblicano inizialmente era infatti considerato un candidato serio, “normale”, con un programma ben preciso, addirittura innovativo. Tanto che alcune proposte erano singolarmente sovrapponibili a quelle del “socialista” Bernie Sanders, il rivale della Clinton durante le primarie democratiche. Per esempio, no alla globalizzazione, no ai trattati sul libero scambio. Ma anche no all’immigrazione, perché Sanders puntava alla difesa dell’industria manifatturiera degli stati del midwest, messi in ginocchio dalla globalizzazione. Prima di candidarsi alle primarie Trump era addirittura a favore di un sistema sanitario come quello canadese che poi è simile a quello europeo, universale per tutti i cittadini, una vera e propria eresia per gli Stati Uniti. Insomma, Trump e Sanders su diversi temi avevano ricette molto simili. Poi le cose sono cambiate. Sanders, alla fine, le sue primarie le ha in parte vinte, perché parecchi dei suoi temi sono ora di Hillary Clinton: la lotta alle diseguaglianze, a favore di un migliore sistema previdenziale, alla tutela del welfare e delle classi meno abbienti. È insomma cambiato il clima sociale e questo Hillary Clinton lo ha capito.

Dall’altra parte c’è adesso un Donald Trump, candidato repubblicano, che però non ha una cornice ideologica. Non è conservatore ma neanche progressista, fa notare Rocca. E soprattutto si dice che cambi opinione addirittura all’interno della stessa frase che pronuncia. Trump è il candidato del “wrong”, sbagliato, parola che ripete per le proposte di Hillary Clinton. Le sue invece sono solo “beatiful”, ma non dice perché. Credete in me, fidatevi, ripete nei comizi. Errori grossolani o una precisa strategia comunicativa, capace di fare breccia su quell’elettorato del profondo midwest su cui fanno presa, per esempio, i telepredicatori fondamentalisti cristiani? La partita si deciderà il prossimo 8 novembre.

L’incontro è stato moderato dai docenti Marco Calaresu e Laura Iannelli. (lufo)

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