Banco di Sardegna, crescono i ricavi

L'utile lordo è pari a 71,6 milioni mentre quello netto sale a 76,8 milioni per effetto di imposte positive

Il 2022 ha rappresentato un passaggio importante per il Banco di Sardegna che, pur in presenza del difficile contesto, da un lato ha rafforzato la propria leadership garantendo una forte vicinanza e un adeguato sostegno finanziario al territorio, dall’altro ha consolidato la robusta solidità patrimoniale e ha notevolmente migliorato la qualità del credito elevando ulteriormente i tassi di copertura dei crediti deteriorati e riducendo significativamente il rapporto tra credito deteriorato e finanziamenti in essere (NPE ratio).

L’utile lordo è pari a 71,6 milioni mentre quello netto sale a 76,8 milioni per effetto di imposte positive.

La crescita dei ricavi, grazie al buon andamento del margine di interesse e delle commissioni ed a significative partite di natura straordinaria, ha consentito di spesare costi non ricorrenti riferiti all’estensione della manovra di ottimizzazione degli organici già prevista a piano e di migliorare significativamente la qualità del credito, con un incremento di 12 p.p. della copertura dei crediti deteriorati, salita al 73,75%. Il rapporto NPE/finanziamenti in essere è così sceso al 4,48% lordo e 1,23% netto.

La raccolta diretta da clientela è salita a 11,9 miliardi (+2,4% a/a) mentre la raccolta indiretta è scesa a 5,5 miliardi (-5% a/a). I finanziamenti netti a clientela, a parità di perimetro, crescono dell’1,8%.

In corso d’anno il Banco di Sardegna ha effettuato 109 assunzioni a fronte della manovra di ottimizzazione degli organici.

Proposta di distribuzione di dividendi: euro 1,21 per ogni azione privilegiata e euro 1,01 alle azioni ordinarie, con un payout ratio del 70%.

 

Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna, presieduto da Gianfranco Farre, ha esaminato il 3 marzo 2023 il progetto di bilancio riferito al 31 dicembre 2022.

Principali risultati dell’esercizio 2022

L’utile lordo del 2022 si attesta a 71,6 milioni, che si confronta con una perdita lorda di 66,9 milioni dell’esercizio precedente. L’utile netto, per effetto di imposte positive per 5,2 milioni connesse principalmente a eventi di natura non ricorrente, perviene a 76,8 milioni rispetto alla perdita netta di 45,3 milioni del 2021.

Il primo margine (margine di interesse e commissioni nette) sale a 387,2 milioni, in crescita del 14,2% a/a (+48,1 milioni). Il margine di interesse cresce rispetto al 2021 del 9,6% per effetto dell’aumento dei tassi di mercato. Le commissioni nette, a 196,5 milioni, registrano un aumento del 19% pari a 31,4 milioni con l’incidenza sul primo margine che sale al 50,8% (48,7% a dicembre 2021).

Positivo per 33,5 milioni l’apporto dell’attività di negoziazione delle attività finanziarie e dei dividendi, per effetto degli utili da cessione di un pacchetto di prestiti personali e delle plusvalenze da cessioni di titoli di proprietà.

Gli altri proventi netti di gestione, a 78,8 milioni rispetto ai 4,5 milioni dell’anno precedente, comprendono la plusvalenza di 76,9 milioni da cessione a NEXI dell’attività di merchant acquiring.

I costi della gestione pervengono a 280,8 milioni, in diminuzione di 13,2 milioni (-4,5%), con le spese per il personale a 160,6 milioni (-13,9%), che includono costi non ricorrenti riferiti all’estensione della manovra di ottimizzazione degli organici per 30,3 milioni, e le altre spese amministrative a 108,7 milioni, che salgono di 14,4 milioni (+15,3%) anche per effetto del rincaro delle spese energetiche che ha inciso per 3,7 milioni e di costi di natura straordinaria.

Il cost/income in ulteriore miglioramento scende al 56,2% (78,7% nel 2021), mentre il Texas Ratio migliora ancora attestandosi a un virtuoso 27,3% (48,9% a fine 2021).

Il risultato della gestione operativa sale a 218,6 milioni, in aumento di 139,3 milioni rispetto ai 79,3 milioni del 2021.

Le rettifiche di valore nette per rischio di credito si attestano a 91 milioni in calo di 22,8 milioni e comprendono rettifiche per 51,5 milioni attribuibili al progetto di derisking di Gruppo.

Nell’esercizio sono stati spesati a conto economico i contributi ai fondi di risoluzione delle crisi bancarie per 16,9 milioni, in crescita di 1,9 milioni rispetto ai 15 milioni del 2021.

I finanziamenti netti a clientela5 si attestano a 7 miliardi in crescita, a parità di perimetro, dell’1,8%. Di assoluto rilievo l’andamento dei prestiti alle famiglie per l’acquisto della prima casa, con nuove erogazioni per 651 milioni (+4% a/a).

In ulteriore miglioramento la qualità del credito, che registra una riduzione di 155,2 milioni nei finanziamenti deteriorati netti, che scendono a 86,1 milioni (-64,3% rispetto ai 241,3 milioni di fine dicembre 2021), con le sofferenze nette che calano a 36 milioni (-72,6% su dicembre 2021) e le inadempienze probabili a 37,2 milioni (-61,9% sul 2021). L’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale dei finanziamenti scende al 4,48% rispetto all’8,19% del 2021 mentre il dato riferito ai crediti netti si attesta all’1,23% dal 3,35% dell’anno scorso. Si registra un rafforzamento delle coperture dei crediti deteriorati, con un coverage ratio che sale al 73,8% dal 61,4% del 2021; in questo ambito, la copertura delle sofferenze raggiunge l’83% e quella degli UTP il 62,7%. Il grado di copertura dei crediti in bonis si attesta allo 0,78%. Più che positivo l’andamento del default ratio che scende allo 0,7%.

La raccolta complessiva da clientela si attesta a 17,3 miliardi (-0,2% su dicembre 2021) con la raccolta diretta da clientela a 11,7 miliardi (+2,3%) e la raccolta indiretta a 5,5 miliardi, in calo del 5% per effetto dell’andamento negativo dei mercati finanziari.

La consistenza dei titoli in portafoglio, composta principalmente da titoli di Stato italiani, sale a 1,8 miliardi (+14,2%).

I finanziamenti interbancari netti registrano un saldo positivo di 3,3 miliardi, in crescita del 3,4% rispetto alla fine dell’esercizio 2021.

Il patrimonio netto si attesta a 962,7 milioni, in aumento di 66,1 milioni principalmente per il risultato dell’esercizio.

Gli indici di solidità patrimoniale si confermano su livelli di grande robustezza e largamente superiori ai requisiti normativi. Il Common Equity Tier 1 ratio e il Total Capital ratio, calcolati applicando i criteri transitori in vigore per il 2022, si attestano rispettivamente al 29,33% e al 29,65%, tra i più alti del settore bancario italiano; gli stessi indicatori, anche in termini fully loaded e quindi a regime, restano su livelli di eccellenza posizionandosi rispettivamente al 27,24% e 27,56%.

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Con riferimento alla proposta di dividendo, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione degli utili nella misura che segue: alle azioni privilegiate un dividendo unitario di € 1,21079; alle azioni ordinarie un dividendo unitario di € 1,00899. Nel caso in cui la descritta proposta di riparto sia approvata saranno assegnati a riserve patrimoniali oltre 23 milioni e distribuiti dividendi per complessivi € 53.782.192,17, con un payout ratio del 70%.

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