Vaccini e green pass per l’estate sarda

Confindustria Centro Nord Sardegna interviene nel dibattito sull’andamento e le prospettive della stagione turistica 2021

Olbia. Dopo un mese di giugno ben al di sotto dei numeri sperati, con arrivi negli aeroporti sardi che si sono attestati intorno al 50% in meno rispetto al 2019, i recenti sviluppi dell’andamento della pandemia iniziano a destare forti preoccupazioni tra gli operatori del sistema ricettivo. Il trend verso un rialzo dei contagi non deve portare a chiusure generalizzate che farebbero ripiombare la Regione nell’incubo del lockdown. Una prospettiva da scongiurare, che allarma gli operatori del centro nord Sardegna. «Contavamo su una stagione estiva 2021 più tranquilla, che andasse verso una rapida normalizzazione, ma la situazione attuale ci preoccupa non poco», avverte il presidente di Confindustria Centro Nord Sardegna Giuseppe Ruggiu.

Stagione che appena un mese fa sembrava promettere bene. Adesso il contesto appare già cambiato. Ma ancora si può intervenire, correggendo la rotta. «Ci vuole uno sforzo rapido per cambiare velocemente i parametri che concorrono alla definizione dei colori delle regioni – sollecita Nicola Monello, presidente della Sezione Turismo di Confindustria CNS –. I primi di giugno i segnali erano molto incoraggianti con numeri che facevano pensare a una stagione simile al 2019. Dopo nemmeno un mese ci ritroviamo in una situazione molto critica con il mercato inglese ormai compromesso dalla quarantena di cinque giorni, il mercato russo e dell’Est Europa che non esiste, il mercato americano molto debole e con la ripresa dei contagi che ci sta facendo rivivere l’incubo dell’agosto dello scorso anno. E iniziano ad arrivare le prime cancellazioni anche dall’Italia, l’unico mercato che sta realmente tenendo in piedi la stagione». Il Governo ha deciso di modificare i parametri tenendo conto dei livelli di ospedalizzazione e non solo del calcolo della percentuale dei contagi, che invece penalizzerebbe proprio l’isola a causa dello scarso numero di abitanti. «La Sardegna, che come sappiamo ha una densità molto bassa di popolazione – continua Nicola Monello –, sarebbe ingiustamente penalizzata mantenendo i parametri adottati finora. Chiediamo a gran voce che venga immediatamente rivista l’attribuzione dei colori e che a livello nazionale anche le eventuali limitazioni siano concordate e condivise tra tutte le regioni. Continuiamo a pensare che il Green Pass debba essere la carta di accesso all’isola. Non possiamo permetterci di far entrare persone senza nessun controllo».

Gli fa eco l’Ad della Smeralda Holding Mario Ferraro, vicepresidente di Confindustria CNS con delega al Turismo. «Per dare una vera svolta a questa stagione, in parte compromessa, il Governo deve abolire tutti gli obblighi di quarantena per chi arriva da paesi non UE a patto che il viaggiatore possa dimostrare di essersi vaccinato – spiega Mario Ferraro –. L’onere di verifica dovrebbe ricadere sui vettori. Non si capisce altrimenti in base a quale criterio un vaccinato di Parigi possa entrare in Italia e un vaccinato di Mosca o di New York non possa. La Sardegna ha bisogno di questi turisti per poter tornare ai numeri e ai livelli pre-pandemia. Ovviamente sono benvenuti i turisti italiani che stanno in parte compensando le defezioni “obbligate” degli stranieri».

Marco Muntoni, amministratore delegato della Delphina, una delle catene alberghiere più importanti dell’isola, conferma la necessità di una rapida azione di Governo, in stretta sintonia con la Regione e con le autorità sanitarie, per indirizzare la stagione nella giusta direzione.

Vaccini e certificazione verde allora, per sbarcare in Sardegna in totale sicurezza. «Anche la recente richiesta di Confindustria di prevedere e regolamentare la possibilità che per recarsi a lavoro sia necessario esibire la Green Card vaccinale – conclude il presidente Giuseppe Ruggiu – risponde all’esigenza di garantire, in ogni situazione e in particolare all’interno degli ambienti lavorativi, la tranquillità di tutti e la riduzione al minimo dei rischi di contagio, senza in nessun modo ledere i diritti dei lavoratori ma anzi tutelando tutti quelli che hanno deciso di mettersi in sicurezza e di garantire la sicurezza degli altri. Senza lo sforzo corale e la responsabilità di tutti, diventa difficile superare questa situazione critica».

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