Turismo e sostenibilità, binomio fondamentale per lo sviluppo della Sardegna

Convegno allo Yacht Club di Porto Rotondo promosso da Confindustria Centro Nord Sardegna in concomitanza con la Fiera Nautica

Turismo e sostenibilità, un binomio ormai imprescindibile per l’economia sarda. Confindustria Centro Nord Sardegna negli ultimi anni ha dedicato al tema una serie di iniziative nella consapevolezza che il turismo marittimo e costiero non può più fare a meno di un concetto, quello della sostenibilità, che si sviluppa ormai in tre momenti, strettamente interconnessi, ovvero la conservazione ambientale, la responsabilità economica e il contesto sociale. All’argomento era dedicato il convegno promosso lunedì pomeriggio allo Yacht Club di Porto Rotondo da Confindustria CNS, in concomitanza con la Fiera Nautica della Sardegna. Turismo sostenibile quindi, che «comporta una transizione verso un’economia sicura, climaticamente neutra, resiliente ai cambiamenti climatici, più efficiente in termini di risorse e circolare». Nodi cruciali per l’intero comparto, così importante per l’Isola e che è chiamato a superare gli effetti negativi degli anni dell’emergenza pandemica e più recentemente della crisi energetica. «Vogliamo mettere in evidenza una serie di best practices di nostre aziende associate ma anche indicare alcuni strumenti finanziari e amministrativi a disposizione degli operatori per sostenere la transizione ecologica», ha spiegato Giansimone Masia, direttore di Confindustria CNS, in apertura di incontro. «Oggi il pericolo è diventato l’overtourism, lo sfruttamento delle risorse ambientali – ha spiegato Roberto Saba, esperto del settore e coordinatore del convegno –. Tanto sta cambiando: l’aumento delle temperature fa spostare i potenziali clienti verso settentrione o in mesi non estivi, per esempio. Questo, ma le situazioni da citare sarebbero parecchie, ci fa dire che nel momento in cui il turista comincia a modificare la propria domanda tutto ciò impatta sulle imprese».

No, allora, allo sfruttamento della risorsa ambientale e marina. Ma ci sono anche altri esempi di cambiamenti al sistema turismo, legati sempre al concetto di turismo sostenibile. Nello specifico della nautica c’è inoltre l’aspetto dell’elettrificazione delle imbarcazioni e delle strutture delle marine: quali conseguenze avrà sul turismo? «Per noi operatori è essenziale conoscere il cliente – ha rimarcato Piero Angelini, direttore generale di Navigo, società di centri servizi per l’innovazione e lo sviluppo della nautica in Europa, con sede a Viareggio –. Il mondo della nautica è piccolo, dobbiamo cercare di parlarci ed essere efficaci. L’elettrico costituisce senza dubbio un punto di svolta, perché la parte produttiva ha la necessità di vendere una barca diversa».

In Sardegna la marina rappresenta l’accoglienza e la nautica da diporto è nata sul pilastro del turismo. Attualmente siamo la prima regione in Italia per numero di posti barca, in tutto 21709, dopo avere superato la Liguria che fino a poco tempo fa ci precedeva. «La gente viene in Sardegna per godere dell’ambiente, che quindi è necessario sia preservato e tenuto incontaminato – ha detto Giovanni Conoci, presidente di Assonautica Nord Sardegna –. L’armatore giovane, inoltre, è più sensibile all’ambiente. E allora le marine devono assolutamente cambiare il loro approccio, andando incontro a una transizione che porti una maggiore sostenibilità, implementando anche una cultura ambientale».

Nel corso del convegno alcuni imprenditori hanno illustrato quanto è cambiato il loro lavoro proprio dal punto di vista della sostenibilità. Come Francesco della Torre, CEO Prosail Group Y, che propone servizi di albergo nautico, Luca Filigheddu, albergatore gallurese che ormai da anni ha convertito le proprie strutture verso la sostenibilità turistica ambientale. E gli amministratori di importanti realtà produttive, come Mario Garau, business development manager di Geasar, la società che gestisce l’aeroporto Costa Smeralda, e Matteo Molinas, general manager della Marina di Porto Rotondo.

Ma la transizione ecologica non può essere attuata senza investimenti. Ci sono così opportunità di finanziamento già disponibili o che lo saranno a breve, come hanno spiegato Paola del Fabro, responsabile finanza d’impresa e crediti speciali del Banco di Sardegna, Fabio de Gaspari, senior consultant Sinloc – Sistema Iniziative Locali Spa, Simona Monni, per Confidi Sardegna, e Marco Naseddu, del Centro di Programmazione della Regione Sardegna, che ha sottolineato che i fondi pubblici disponibili arrivano fino a un miliardo e mezzo di euro: «Le risorse non sono un problema, ma è importante come gestirle e spenderle. Il turismo sostenibile è collocato all’interno del tema della inclusività e del turismo esperienziale».

Le conclusioni sono state affidate a Sergio Salis (Confindustria CNS). «Le imprese del sistema Confindustria hanno toccato quanto abbiamo fatto a favore di tutto il comparto, anche sulle marine. Un altro punto su cui si può però ancora intervenire è costituito dal marketing territoriale, per incentivare le filiere».

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