Testamento biologico, il Comune di Sassari avvia la discussione

La V Commissione del Consiglio comunale fa il punto sull’istituzione del registro. La legislazione nazionale è ancora carente. Dall’Associazione onlus Franco Mura una raccolta firme per la rete delle cure palliative

Sassari. Sassari avrà un registro per i “testamenti biologici” dei cittadini? È ancora presto per dirlo. Intanto però la V Commissione permanente (Cultura e Servizi sociali) del Consiglio comunale, presieduta da Carla Fundoni (Pd), ha avviato la discussione. Ieri mattina, a Palazzo Ducale, era in programma l’audizione dell’Associazione “Franco Mura” Onlus di Sassari, nata nel 2012 con l’obiettivo di tutelare i diritti “di fine vita” a cominciare dall’applicazione della legge 38 del 15 marzo 2010 che prevede l’istituzione di hospices, cioè ospedali dedicati alla fase ultima della vita, e l’implementazione della rete di cure palliative domiciliari h24.

In attesa di una normativa nazionale, è già fin da ora possibile definire alcuni strumenti rivolti al cosiddetto “testamento biologico” (concetto totalmente diverso dall’eutanasia, non prevista nel nostro ordinamento e che invece presuppone la completa capacità di intendere e di volere nel momento in cui si decide di porre termine alla propria esistenza). In parole povere, l’Amministrazione comunale potrebbe presto raccogliere le volontà di fine vita in forma scritta. Nel corso del precedente mandato, l’allora consigliere comunale Gianpaolo Mameli, presente all’incontro di ieri, presentò la mozione sull’istituzione del Registro di raccolta dei D.A.T. “Determinazione Anticipata di Trattamento” detta anche Testamento Biologico, deliberata poi all’unanimità nella seduta del Consiglio Comunale di Sassari del dicembre 2013. All’approvazione doveva poi seguire la predisposizione di un regolamento, che però ancora manca.

«Ognuno di noi ha il diritto di rifiutare determinate cure che possono essere praticate in una fase finale della propria esistenza. La raccolta delle volontà verrebbe fatta nel rispetto totale delle leggi esistenti. Chi vuole lascia questo scritto o nomina un esecutore testamentario. Nel testamento biologico si può inserire tutto, dalla cremazione ad altro oppure la contrarietà all’accanimento terapeutico», ha spiegato Mameli, che ha proposto di istituire un’apposita commissione tecnica. Idea recepita dalla presidente Fundoni. «Stiamo avviando un iter, che, a parte l’istituzione della commissione tecnica, porti alla definizione di un documento approvato da tutta la V Commissione e che successivamente sia esaminato ed approvato dal Consiglio comunale. Può essere questa l’occasione perché il Comune di Sassari sia capofila, tramite l’Anci, nella nostra Isola. In Regione abbiamo la fortuna di avere un assessore alla Sanità molto sensibile a tematiche di questo tipo», ha spiegato la presidente Carla Fundoni. L’obiettivo è anche stimolare un percorso a livello nazionale che porti a una soluzione normativa che finora non ha trovato risposte.

«Da parte dell’Amministrazione c’è la completa disponibilità a verificare l’attuazione del progetto, che condividiamo», ha spiegato l’assessore agli Affari Generali e Punto Città Luigi Polano, presente alla seduta di Commissione. D’accordo anche tutti gli altri commissari sull’iter da seguire.

«Personalmente sono d’accordissimo sul testamento biologico. Una persona dovrebbe decidere quanto è sana di mente ed è lucida. Va bene anche che sia una commissione tecnica composta da varie professionalità a stilare questo documento. Tutto va fatto in base alle leggi finora vigenti, altrimenti sarebbe pura testimonianza priva di valore legale, soprattutto in ambito medico. Rimaniamo in attesa delle decisioni del Parlamento: nel mentre la Commissione del Comune di Sassari può prendere una posizione efficace su questo argomento», ha aggiunto Mario Pala (Pd). «È un primo passo ed era importante trovare un accordo sulle procedure», ha detto Franco Era (Centro Democratico).

Ha partecipato anche l’assessora alle Politiche Sociali Grazia Manca. «Il modello può essere quello del Registro delle Unioni Civili. Abbiamo già sentito in Assessorato l’Associazione “Franco Mura”, che ci ha proposto il carteggio e la modulistica utilizzata in altri comuni. Il discorso è decidere se un ente locale possa essere deputato a svolgere questo servizio, che normalmente è svolto da un notaio», ha detto l’assessora.

Altro discorso è quello legato all’hospice, ancora assente a Sassari ed in tutto il nord Sardegna. L’Associazione “Franco Mura”, presieduta da Enrico Mura, anche lui presente ieri in Commissione, sta raccogliendo le firme per sollecitare la Regione a intervenire. «A più di 4 anni dalla legge 38 del 15 marzo 2010, che sancisce il diritto alle Cure Palliative, solo una parte dei cittadini sardi può ricevere l’assistenza di cui ha bisogno. Vi chiediamo – è il testo riportato sul modulo delle firme – di intervenire con tutti i mezzi di cui dispone il suo Assessorato e la Regione Sardegna al fine di garantire omogeneità di accesso a cure palliative di qualità. In particolare occorre: istituire nel nord Sardegna Hospice e adeguate reti di cure palliative domiciliari, come previsto dalla legge 38/2010 e colpevolmente non applicata; superare le differenze territoriali e potenziare la distribuzione omogenea dei servizi Hospice e di cure palliative domiciliari; incrementare l’accesso alle cure palliative anche per i malati non oncologici; garantire l’accesso alle cure palliative pediatriche. Auspichiamo che la Regione Sardegna promuova una forte iniziativa, di concerto con le ASL; le nostre associazioni che rappresentano la società civile organizzata saranno al Vostro fianco perché finalmente la legge 38/2010 possa rappresentare una risposta concreta per ogni malato». I moduli, grazie alla disponibilità di Palazzo Ducale, sono presenti in tutti gli assessorati ed gli uffici aperti al pubblico dell’Amministrazione comunale. (Luca Foddai)