Scuola pubblica: il nemico è tornato!

I governi di destra hanno sempre collocato l’Istruzione all’ultimo posto. La riflessione di Antonio Deiara

Sono stato facile profeta: il Governo Meloni ha previsto nella prossima Legge di Bilancio il taglio di 600/700 Scuole. Ci risiamo, il nemico della Scuola Pubblica è tornato! I Governi di Destra, con pesanti tagli a Fondo d’Istituto e Organici, ingestibili classi-pollaio e ingovernabili mega-Scuole-Mônstre, hanno sempre collocato l’Istruzione all’ultimo posto delle attività utili a incrementare il PIL della Nazione. Il rito berlusconian-morattian-gelminiano si ripete anche nell’Annus Domini 2022. Il Governo Conte, cancellando il taglio operato da Mario Monti, aveva portato a 500 il numero di studenti necessario per garantire l’esistenza di un Istituto scolastico autonomo, 300 nelle zone montane, piccole isole e aree geografiche abitate da Minoranze linguistiche. Si sarebbe potuto fare di più, con la riduzione del numero di alunni per classe a 20, 15 in presenza di un discente con disabilità. Ma il tempo delle riforme scolastiche positive appare ormai inesorabilmente esaurito. È tornato il tempo della mannaia. Ancora una volta si fa cassa sull’Istruzione, pilastro insostituibile e misconosciuto del futuro dell’Italia. Gli Istituti-Mônstre (numero minimo 900 alunni) generano la spersonalizzazione di docenti e Ata, nell’oggettiva impossibilità per i presidi di governare efficacemente classi e studenti. Lo Staff di presidenza, “more solito” retribuito con un grazioso cesto di bei fichi secchi, ansimerà nel tentativo di rispondere alle problematiche strutturali, organizzative e comportamentali di plessi, “utenti” e genitori-bulli che costellano la vita scolastica quotidiana. Le “gride” post-manzoniane del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Don Abbondio docet, risuoneranno a vuoto nell’attuale deserto educativo-didattico e i “Bravi” continueranno a scorrazzare in lungo e in largo, dalle Alpi a Nora.

Un pensiero alla mia Isola: cosa farà la Regione Sardegna? Affronterà la battaglia per ottenere, finalmente, il riconoscimento della propria identità e dei diritti ad essa connessi, in quanto “area geografica” abitata dalla Minoranza linguistica più numerosa d’Italia, o si inginocchierà di fronte ai nuovi governanti “amici”? Ai posteri…

Antonio Deiara

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio