A San Giuseppe il concerto di Pasqua del Conservatorio

L’iniziativa ha inaugurato un cartellone di eventi che festeggiano i 50 anni dell’istituzione musicale sassarese. Eseguiti capolavori di Bach e Haendel

ConcertoPasquaCanepaSassari. Una grande folla ha assistito venerdì scorso nella chiesa di San Giuseppe al tradizionale concerto di Pasqua organizzato dal Conservatorio Luigi Canepa. I lunghi applausi del pubblico hanno accompagnato l’esecuzione di un raffinato programma improntato su capolavori del repertorio barocco scritti da due “giganti” del Settecento, Bach ed Haendel. L’esecuzione è stata affidata all’Orchestra del Conservatorio (allievi e docenti), al coro delle Voci bianche (appositamente formato e preparato per l’occasione da Monica Molella) e al Coro da camera dell’Istituto (preparato dal Clara Antoniciello), tutti diretti da Andrea Raffanini.

Una moltitudine di esecutori impegnati in pagine celeberrime a cominciare dalla “Suite per orchestra n. 3 in Re BWV 1068” (quella della famosissima cosiddetta “Aria sulla quarta corda”) di Johann Sebastian Bach che ha aperto il programma della serata.

Nella seconda parte del concerto i componenti del Coro di Voci Bianche e il Coro da Camera del Conservatorio si sono distinti nell’esecuzione di due cantate bachiane. La prima, “O Jesu Christ, mein’s Lebens Licht” (Oh Gesù Cristo, luce della mia vita) (BWV 118) è una pagina di destinazione funebre e fa parte di repertorio di “servizio” tipico del Director Musices (rivestito da Bach a Lipsia), ovvero il responsabile dell’allestimento musicale delle cerimonie ufficiali. A seguire la Cantata “Christ lag in Todesbanden” (Cristo giaceva nei lacci della morte) BWV4, detta anche “Cantata per il primo giorno della Pasqua”, che fu scritta tra il 1707 e il 1708, probabilmente a Weimar, utilizzando versi di un inno di Lutero ricavato da una sequenza pasquale medioevale in lingua latina. La disposizione dei sette pezzi è rigorosamente simmetrica e alterna un coro, un duetto, un’aria, un coro, un’aria, un duetto e un coro, tutti conclusi con un Alleluja. La musica si basa su una melodia del dodicesimo secolo e tutta la Cantata denuncia un tono schiettamente arcaico, pur nella varietà delle figurazioni vocali.

Le due splendide cantate di Bach hanno trovato in Andrea Raffanini un interprete ideale, che ha maturato una moderna consapevolezza dello stile e della prassi esecutiva adeguate alle musiche di quell’epoca, e che nel contempo è riuscito a condurre gli ensemble verso esiti espressivi che hanno raggiunto in qualche momento delle vette molto alte. Sempre affidabile l’Orchestra del Conservatorio, come i due cori (da camera e delle voci bianche) istruiti con cura da Clara Antoniciello e Monica Molella.

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