Rifondazione non partecipa alle elezioni

Precisazione del segretario della federazione sassarese Nicolino Camboni. «Il Prc non è rappresentato da nessuna delle liste che concorreranno all’appuntamento dell’11 giugno»

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Nicolino Camboni

Sassari. Il Partito della Rifondazione Comunista non è rappresentato né partecipa a nessuna delle liste che concorreranno alle prossime elezioni amministrative dell’11 giugno, non riconoscendosi in alcuna delle loro proposte politiche. Lo spiegano in una nota il segretario della federazione di Sassari e della Gallura Nicolino Camboni e il responsabile organizzativo Andrea Lai. «Non è compatibile con la nostra prospettiva la condivisione di qualsivoglia progetto politico con forze che, a livello regionale e nazionale, sono al servizio di gruppi di interesse economico di determinate élite – è spiegato in una nota –. Tale linea non deve e non esclude le realtà comunali: i tagli che il governo nazionale o regionale decidono sono precise scelte politiche di quei partiti che, ad iniziare dal Partito Democratico, pretendono di costruire alleanze comunali “per difendere il territorio”. Un inganno che si svela il giorno dopo le elezioni quando la stessa coalizione sarà costretta ad ammettere che altro non si potrà fare perché è Cagliari/Roma che ce lo impone».

«Non ci alleeremo dunque con chi si è reso protagonista delle aggressioni allo Stato sociale, alla Sanità, alla Scuola, al mondo del Lavoro, ai beni comuni e alla stessa Costituzione né con le forze politiche che, ad ogni livello, lo sostengono. Contro questo modello di società, basato sullo sfruttamento, lavoriamo per il rafforzamento del nostro Partito in tutto il territorio del Nord Sardegna quale strumento per portare avanti le rivendicazioni delle classi subalterne. A tal obiettivo affianchiamo inoltre l’appello, sull’esempio di ciò che si sta realizzando a Sassari con la nascita di Sinistra Civica, rivolto a movimenti, persone e partiti impegnati a costruire una società diversa, a dare vita ad un soggetto politico autonomo, uno spazio comune, senza primogeniture, che sia alternativo ad ogni possibile centro sinistra prima e dopo le elezioni, tanto in parlamento quanto nei consigli comunali», concludono Camboni e Lai.

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