Piste ciclabili, una protesta con un fiore

I Riformatori chiedono all’Amministrazione comunale che i disagi finiscano al più presto. In viale Italia e in piazza Marconi i problemi maggiori

 

 

PisteCiclabili1Sassari. “Protesta con un fiore”. Il coordinamento cittadino dei Riformatori Sardi ha organizzato questa mattina (venerdì) una manifestazione di protesta per i disagi che «derivano dai lavori infiniti per le piste ciclabili che attraversano la città. Piazza Marconi è un luogo simbolo: solo in viale Italia ci saranno venti tra incroci e passi carrabili. Un progetto per il quale non capiamo i criteri seguiti», ha detto il coordinatore cittadino Michele Saba. «Siamo qui anche per manifestare la nostra solidarietà ai fiorai che hanno visto un calo pesante dei loro incassi a causa dei cantieri per le piste ciclabili. Noi chiediamo all’Amministrazione comunale che i lavori siano accelerati. Facciamo inoltre notare che esistono le varianti ai progetti. Avevamo detto: perché non spostare la pista ciclabile in via Porcellana e lasciare intatta viale Italia? Da parte del sindaco Sanna abbiamo invece avuto una scarsa attenzione, se non nessuna. Esiste, tra l’altro, l’istituto del referendum. Quando ci sono scelte così importanti in ballo non sarebbe male sentire i cittadini».

PisteCiclabiliMicheleSaba
Michele Saba

«Ci auguriamo che con il cambio di deleghe in Giunta dello scorso ottobre qualcosa sui cantieri possa cambiare», ha aggiunto il coordinatore provinciale Michele Solinas ed il segretario organizzativo regionale Vincenzo Corrias.

Di seguito il testo del documento del Coordinamento cittadino dei Riformatori.

 

Continua la telenovela dedicata al progetto di pista ciclabile nella Città di Sassari. Si leggeva, nel dicembre 2014, nel sito del Comune alla pagina del Gabinetto del Sindaco: «Ecco allora che nei suoi 8,2 km di lunghezza, il percorso tende a favorire la mobilità dei cittadini attraverso l’uso di un mezzo, la bicicletta…».

PisteCiclabili3Ora, quelle parole suonano “beffarde” per tutti coloro che, siano essi pendolari (quindi necessariamente votati all’uso di mezzi pubblici o privati) o poco avvezzi o propensi all’uso delle due ruote, e comunque verso tutti i cittadini che comunque devono utilizzare un veicolo coperto nei momenti di fenomeni atmosferici avversi.

Ma quelle parole appaiono ancor più anacronistiche rispetto allo stato attuale dei luoghi in cui persistono i cantieri e lo sono per coloro che la bicicletta non la usano (per motivi comunque legittimi), e anche per coloro, vista la tempistica dei lavori, che invece la potrebbero e vorrebbero utilizzare.

Insomma non si capisce più quale utenza si vuol soddisfare, anzi in molti esprimono il loro malcontento; abbiamo letto a più riprese in queste pagine che ci ospitano le lagnanze di diversi commercianti per gli impedimenti nell’asse viario soprattutto di viale Italia sottolineando il calo sensibile dei guadagni, abbiamo letto e condiviso come Riformatori Sardi le preoccupazioni per il protrarsi dei lavori che si sarebbero, a dire del Comune, dovuti concludere entro dicembre dello scorso anno, ma, soprattutto, abbiamo espresso le nostre perplessità sulla scelta di un tracciato viario così fortemente provato da altre scelte incomprensibili (come il Sirio accomunato al progetto delle piste ciclabili dalla possibilità di spendere fondi europei ad hoc stanziati) soprattutto se ci si riferisce alla produttività in termini di utenza e di bilanci, numeri che tutti vorremmo conoscere.

PisteCiclabili4Certo, come disse qualche consigliere, «la pista ciclabile non è spuntata fuori da un paio di mesi, la prima volta se n’è parlato nel 2011 e il progetto è stato illustrato nel 2014». Ma che vuol dire, si capisce che le distrazioni si pagano, ma se poi le negatività meglio si evidenziano in concreto quando ci si rende conto che le soluzioni adottate sono così invasive ed impattanti perché non cercare di migliorarle ad esempio modificando un tracciato. L’edilizia e specialmente quella pubblica è prodiga di esempi di varianti in corso d’opera.

Questa irremovibilità dei nostri amministratori pare giustificata e sintetizzata nell’affermazione dell’assessore: «Vogliamo una città a misura d’uomo e non più a misura di veicolo». Bene se allora l’amministrazione vuole essere coerente con questa affermazione che pare voler marginalizzare l’uso dell’auto, sollevi dai tanti balzelli gli automobilisti sassaresi sottoposti alle gimcane nelle vie strette, ai sommovimenti delle sospensioni dato lo stato degradato dell’asse stradario, sollevi dall’obbligo dei parcheggi a pagamento non sempre agevoli (vedi viale Umberto). Se poi i nostri amministratori vogliono darci il buon esempio noi ci aspettiamo di vederli tutti in bicicletta ma non per l’inaugurazione bensì per un quotidiano utilizzo del mezzo.

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