Nuovi cavalieri e dame per l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Questa mattina (sabato) nel duomo di Sassari si è svolto il rito presieduto dal Gran Maestro dell’Ordine, il cardinale Fernando Filoni

Sassari. In tutto 23, ovvero 14 nuovi cavalieri e 9 nuove dame, per la Luogotenenza Italia Sardegna. Questa mattina (sabato) il duomo di San Nicola a Sassari ha accolto i massimi vertici dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La liturgia eucaristica è stata infatti presieduta dal cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine, affiancato sull’altare dall’arcivescovo di Sassari e priore della Sezione Sardegna Nord, monsignor Gian Franco Saba, e dal vescovo di Ozieri, monsignor Corrado Melis, priore della Delegazione Olbia Tempio. Sono inoltre intervenuti il governatore generale dell’Ordine, l’ambasciatore Leonardo Visconti di Modrone, affiancato dal luogotenente della Luogotenenza Italia Sardegna Marco Cantori, i componenti delle sezioni e delle delegazioni della Luogotenenza Italia Sardegna, e alcuni dignitari dell’Ordine, insieme a oltre dieci luogotenenti provenienti dall’Italia e dal resto dell’Europa.

Il suggestivo rito di investitura è stato guidato dal cardinale Filoni, che ha chiamato ciascun cavaliere e ciascuna dama per la benedizione con la croce. I nuovi cavalieri d’ora in poi potranno indossare il mantello bianco, che contraddistingue gli appartenenti all’Ordine, che è invece di colore nero per le dame. Sul mantello, in entrambe le versioni, è disegnata la croce di Goffredo, detta anche di Gerusalemme, formata da cinque croci (come le piaghe di Cristo), una grande centrale e quattro piccole inserite nei quarti dei bracci. Sul capo ciascun cavaliere e ciascuna dama portano, rispettivamente un “tocco” di velluto o un velo. «Abbiamo vissuto insieme i momenti del rito, con la benedizione, l’imposizione della croce e la deposizione del mantello – ha detto il cardinale Filoni nell’omelia –. Il simbolo di appartenenza all’Ordine è la croce potenziata di Gerusalemme. Se la croce è il nostro emblema, diventare cavaliere e dama significa mettere Cristo prima di ogni nostro progetto personale, professionale e familiare. Il rosso della croce è la livrea di Cristo, non dimentichiamolo».

I nuovi cavalieri (14) sono: Luca Boccedi, Carmine Castaldi, Francesco Castrovilli, Michele Delogu, Andrea Dettori, Salvatore Dettori, Vincenzo Garau, Giorgio Gastaldi, Vittorio Gisonni, Giuseppe Martinez, Vincenzo Mirrione, Giovanni Porcheddu, Gian Marco Suelzu e Fabrizio Zanda. Sono invece nuove dame (9): Paola Chessa, Isabella Ciaravolo, Ivana Felicetti, Silvana Mura, Eneide Muscas, Daniela Pireddu, Laura Putzu, Giovanna Franca Ragnedda e Anna Maria Saderis.

La cerimonia delle investiture di sabato è stata preceduta venerdì dalla veglia di preghiera, sempre nel duomo di San Nicola, durante la quale sono stati benedetti i mantelli e le insegne degli aspiranti cavalieri e dame, poi consegnati dal luogotenente della Luogotenenza Italia Sardegna, Marco Cantori. Domani, domenica 30 aprile, alle 11, ultimo momento: i cavalieri e le dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme si ritroveranno nella basilica di Saccargia, dove il cardinale Fernando Filoni officerà una messa di ringraziamento.

CENNI STORICI. L’origine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, dai quali deriva l’odierno Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, affonda le proprie radici, secondo la tesi sostenuta dagli autori più antichi, alla sua istituzione nel 1099, anno della conquista cristiana di Gerusalemme da parte dei cristiani crociati. Dopo la liberazione di Gerusalemme, la Milizia viene costituita per la custodia e la difesa del Santo Sepolcro (15 luglio 1099) a cura di Goffredo di Buglione, il quale già agli inizi dello stesso anno aveva istituito i canonici del Santo Sepolcro, monaci Agostiniani e Benedettini, con l’incarico di servire la chiesa del Sepolcro, difendere i pellegrini e assistere gli infermi.

L’ORDINE OGGI. L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è un’istituzione laicale posta sotto la protezione della Santa Sede. Esso di prefigge lo scopo di rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana, di sostenere e aiutare le opere e le istituzioni della chiesa cattolica in Terra Santa nel senso più ampio del termine, e particolarmente quelle del Patriarcato Latino di Gerusalemme che include anche Cipro e la Giordania, sostenendo così la presenza cristiana nei territori biblici. Attualmente l’Ordine, Ente Centrale della Chiesa Cattolica, con personalità giuridica di Diritto canonico e di Diritto vaticano, fonda la propria opera caritativa sulla generosità dei suoi circa 30mila membri che sono organizzati in più di 60 Luogotenenze e Delegazioni Magistrali presenti in quasi 40 paesi del mondo. Il sostegno economico per il quale i membri dell’Ordine si impegnano rappresenta uno dei principali introiti del Patriarcato da destinare a fini sociali caritativi. L’Ordine del Santo Sepolcro, presente in tutti i continenti attraverso le Sezioni e le Delegazioni nelle quali sono suddivise le Luogotenenze o le Delegazioni Magistrali, promuove iniziative e incontri a sostegno della presenza cristiana in Terra Santa. Ogni Luogotenenza (o Delegazione Magistrale, quando l’Ordine è ancora in fase di fondazione) gestisce le donazioni dei suoi membri con rigorose regole contabili, per presentare un bilancio annuale al Gran Magistero. È in effetti questo l’organo centrale del governo dell’Ordine che coordina l’aiuto globale mandato al Patriarcato Latino che conta circa 60 parrocchie, una quarantina di scuole e più di 150.000 fedeli, in Giordania, Palestina, Israele e Cipro. Le istituzioni del Patriarcato, come le parrocchie e le scuole in particolare, sono sempre l’oggetto principale di questa solidarietà materiale che, in minor misura, riguarda anche precisi progetti di restauro o costruzione sempre convalidati a Roma dal Gran Magistero. La cifra totale degli aiuti inviati in Terra Santa si avvicina ai 10 milioni di euro ogni anno. Inoltre, i membri dell’Ordine, tenuti a recarsi regolarmente in pellegrinaggio in Terra Santa, portano un importante sostegno morale ai cristiani di questa regione del mondo che, in un clima di crisi sia economica che politica, cercano di essere protagonisti della “cultura dell’incontro” per il servizio della pace. Cavalieri e Dame hanno anche a cuore di inserirsi nella vita delle loro diocesi, seguendo le direttive del Gran Maestro, per rispondere alle necessità dei più poveri, come per esempio l’accoglienza di profughi e migranti. Entrare a far parte dell’Ordine significa assumere, per tutta la vita, l’impegno di testimonianza di fede, di pratica di vita cristiana dedicata e di impegno caritativo continuativo per il sostegno morale e materiale delle comunità cristiane di Terra Santa, da attuare con discrezione così come deve essere il vero impegno caritativo cristiano. Chi entra a far parte dell’Ordine desidera svolgere un’attività di servizio a favore della Chiesa Cattolica e di carità attraverso le iniziative promosse per preservare la presenza cristiana in Terra Santa in una dinamica di dialogo e pace con i fedeli delle altre tradizioni religiose. Non si entra nell’Ordine per diventare membri di una prestigiosa istituzione grazie a cui poter vantare uno “status” o per ottenere benefici e vantaggi personali. Per candidarsi, di norma ma non necessariamente, ci si avvale della presentazione di un appartenente all’Ordine. Il Delegato ed il Preside della Sezione territorialmente competente, attraverso un primo colloquio, verificano le caratteristiche del candidato. Se giudicate, in linea di massima, compatibili con i requisiti, il candidato potrà iniziare un periodo di formazione della durata non inferiore ai dodici mesi. Superato positivamente questo periodo il candidato potrà presentare istanza di ammissione attraverso la Luogotenenza di appartenenza.

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