Nicola Piovani, la Musica è pericolosa

Questa sera (martedì) al Teatro Comunale di Sassari.Memorie di cinema e teatro con il compositore, in tournée nell’Isola con il CeDAC

 

NicolaPiovaniPfSassari. Viaggio in Sardegna per Nicola Piovani – sotto le insegne del CeDAC – con “La Musica è pericolosa”: un intrigante concertato in cui il compositore Premio Oscar si racconta tra parole, suoni e visioni,rievocando incontri e aneddoti di una lunga e intensa carriera fra teatro e cinema. Sotto i riflettori insieme al maestro – autore e interprete (al pianoforte) di questa personalissima autobiografia in musica -l’ensemble formato da Marina Cesari al sax e al clarinetto, Pasquale Filastò al violoncello e alla chitarra, Ivan Gambini allabatteria alle percussioni, Marco Loddo al contrabbasso e Rossano Baldini alle tastiere alle prese con pezzi inediti emusiche da film.

L’autore di indimenticabili colonne sonore– da “N. P. Il segreto” di Silvano Agosti a “La vita è bella” di Roberto Benigni– ma anche di musiche di scena e opere musicali come “Viaggi di Ulisse” e la “Vita Nova”, sarà protagonista martedì 13 dicembre alle 21 al Teatro Comunale di Sassari dove inaugurerà la Stagione di Prosa e Danza 2016-17 nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna – e incontrerà gli allievi del Liceo Azuni per una conversazione su musica e cinema.

La magia e l’incanto delle sette note, capaci di creare atmosfere e suscitare emozioni, trasfigurare e arricchire di significato le sequenze cinematografiche offrendo ulteriori chiavi di lettura, rappresentano il fil rouge di una storia che racchiude più di quarant’anni di pellicole e mises en scène teatrali, accanto a musica per concerti e opere musicali. L’idea della seduzione fatale – che può cambiare il corso di una vita o tradursi in destino (forse) già scritto – è sottesa al titolo “La Musica è pericolosa”, che offre lo spunto per addentrasi sui sentieri dei ricordi, tra la casualità di incontri fortunati con i grandi maestri della decima musa e il piacere della scrittura, la felicità d’invenzione e i segreti di un’arte fatta di sensibilità, ispirazione e paziente “artigianato”, per riuscire a tessere la trama delle melodie sull’ordito delle immagini, con un ritmo e un respiro comune.

«La musica è pericolosa – spiega Nicola Piovani – come lo sono tutte le cose profondamente belle: ci cambiano, a volte ci ammaliano di bellezza, come gli innamoramenti adolescenziali… come pericolosi possono essere i nostri incontri con quella bellezza che ha la forza di cambiarci dentro.

Lo spettacolo percorre con parole e suoni alcune tappe della mia vita in cui mi sono trovato a confronto con la seduttiva pericolosità della musica: la scoperta di grandi autori, il fascino delle bande musicali, la potenza di una canzonetta, la musica nelle favole della mitologia greca…».

La vita avventurosa di un compositore di musiche da film – e non solo – diventa spettacolo: una carriera ininterrotta, varia e interessante, dagli esordi con Silvano Agosti e il fantapolitico “N. P. Il segreto” con Irene Papas, alle collaborazioni con Marco Bellocchio, i fratelli Taviani, Nanni Moretti, Mario Monicelli, Luigi Magni, Giuseppe Tornatore e il geniale Federico Fellini, al sodalizio con Roberto Benigni e la collaborazione con il regista Gianfranco Cabiddu, per cui ha scritto le musiche di “Disamistade”. Noto e apprezzato anche all’estero, Nicola Piovani (nominato a Cannes nel 2008 Cavaliere dell’Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica francese) ha firmato le colonne sonore di film di Peter Del Monte, Ben Von Verbong, Maroun Bagdadi, Bigas Luna e Joel Farges e di “Nowhere” di Luis Sepúlveda, ha collaborato con Danièle Thompson, Philippe Lioret e Éric-Emmanuel Schmitt. Tra i film recenti, ha scritto le musiche di “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo (Nastro d’argento per la migliore colonna sonora), “La trattativa” di Sabina Guzzanti, “L’Indomptée” di Caroline Deruas (in anteprima a Locarno lo scorso agosto), “Le confessioni” di Roberto Andò e “Assolo” di Laura Morante.

Artista dal talento poliedrico, Nicola Piovani ha scritto musiche per il teatro, collaborando con Carlo Cecchi – con cui ha girato l’Italia in lunghe tournée teatrali – per “Il Bagno” e “La Cimice” da Vladimir Majakovskij, il “Woyzeck” e “A Morte dint’ ‘o lietto ‘e Don Felice” di Petito, e ancora per il “Don Giovanni” e l’“Anfitrione” e di recente per gli shakespeariani “Sogno di mezza estate” e “La dodicesima notte” (con cui ha vinto il Premio Maschere del Teatro 2015). Per Mario Monicelli ha creato la colonna sonora di “Rosa” di Andrews Davies e per Giuseppe Patroni Griffi quella della “Confessione Scandalosa” di Ruth Wolf. Ha collaborato con Vittorio Gassman (“Ulisse e la balena bianca”) e Luca De Filippo (sue anche le musiche di scena dell’ultimo spettacolo dell’attore e regista partenopeo, “Non ti pago”, nel cartellone del CeDAC), con i registi Egidio Marcucci, Alvaro Piccardi, Roberto Guicciardini e Angelo Savelli, con Luigi Squarzina e Maurizio Scaparro, con Armando Pugliese, Antonio Calenda e Mario Martone – per “La serata a Colono” di Elsa Morante.

Si è cimentato con il teatro musicale – da “Le cantate del Fiore e del Buffo” ai “Viaggi di Ulisse” e “La vita nova”, passando per “La pietà” con versi di Vincenzo Cerami, il “Concerto fotogramma”, il fortunato “Concha Bonita” per la regia di Alfredo Arias (Premio ETI – Gli Olimpici del Teatro nel 2005), “La cantata dei cent’anni” e “Epta”. Tra le partiture rigorosamente “da concerto” – “Reflex” per le sorelle Labèque, i Quattro canti senza parole e “L’assassino”, “Il volo di mare” e “Il demone meschino”, un Carme (con la voce di Elio Germano) e una Ballata Epica e infine “Il Canto dei neutrini” – suggestivarapsodia per violoncello e orchestra.

Tra gli incontri indimenticabili nella carriera di Nicola Piovani, quello con il compositore greco Manos Hadjidakis, e quello con Fabrizio De André – che lo ha voluto come coautore dell’album “Non al denaro non all’amore né al cielo” e del successivo “Storia di un impiegato”. Il compositore si è confrontato anche con il musical, o meglio la “commedia musicale” italiana,con “I sette re di Roma”, uno spettacolo di Luigi Magni con la regia di Pietro Garinei e come protagonista un istrionico Gigi Proietti.

Nello spazio fisico e mentale tra la creazione di una colonna sonora per il cinema e dell’una o l’altra partitura per la scena o per le sale da concerto, ha preso forma l’idea de “La Musica è pericolosa”(che riprende il titolo del libro autobiografico edito da Rizzoli, da una citazione di Federico Fellini) – un racconto di parole e musica per mettere in luce la realtà dietro le quinte e fuori dal set, in una sorta di diario che ricostruisce la temperie culturale e artistica dell’Italia – e dell’Europa – dagli Anni Settanta fino a oggi. Nel segno della bellezza, “pericolosa” perché colpisce al cuore.

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