L’importanza del bilinguismo a scuola

In tutte le aree democratiche del mondo le minoranze linguistiche sono tutelate. Essere bilingui rafforza alcune parti del cervello ritardandone l’invecchiamento

Al centro Giampaolo Ruggiu

Sassari. Il convegno “Lu pruri-linghismu in ischora”, tenuto qualche giorno fa nel plesso scolastico di via Forlanini a Sassari, organizzato da ANS, Assemblea Natzionale Sarda, con il sostegno di L’Ischora di Sassaresu, Istituto comprensivo “San Donato” e Uniss, ha riscosso un grande successo per l’attualità del tema.

In tutte le aree democratiche del mondo le minoranze linguistiche sono tutelate e le stesse sono in continua mobilitazione per essere riconosciute e per ottenere sempre più sovranità linguistica, o un bilinguismo perfetto, con gli stessi spazi della lingua dominante, ovvero la co-ufficialità. All’incontro, aperto dalla dirigente Patrizia Mercuri, è emerso che ad ostacolare, in tutte le sue latitudini, il sardo nelle scuole sono, nella stragrande maggioranza, gli stessi insegnanti, cioè coloro che dovrebbero avere più sensibilità sull’argomento e nonostante le leggi in vigore. Va da sé la ricaduta negativa sui bambini di quella linea invisibile educativa anti-sarda, che a sua volta si ripercuote sulle famiglie. Esperti e docenti difensori del diritto al bilinguismo sardo-italiano e sassarese-italiano hanno spiegato come sia importante culturalmente e socialmente conoscere più lingue partendo dalla propria. La professoressa e militante storica Maria Vittoria Migaleddu ha sottolineato che essere bilingui rafforza, e ciò è provato scientificamente, alcune parti del cervello ritardandone l’invecchiamento e l’insorgenza di patologie come l’Alzheimer. I relatori hanno quindi esposto le loro esperienze per rendere bella e appetibile ai bambini, e alle loro famiglie, la lingua sarda: giochi, ritornelli, canzoni allegre riferite anche al luogo dove abitano. Insegnare il sardo nelle scuole si può, volendo, anche con misure che vanno oltre i cosiddetti progetti, ovvero con l’applicazione dell’autonomia scolastica che mette a disposizione il 20 per cento del monte ore annuale. Cosa vuol dire? Vuol dire che la scuola può decidere di spostare ore d’insegnamento di alcune materie, nella percentuale citata, per trasferirle ad altre. La scuola avrà quindi nel curriculum la materia scelta, la quale potrà essere una lingua minoritaria, che sarà obbligatoria per tutto l’anno scolastico e presente in pagella come tutte le altre materie.

Giampaolo Ruggiu, docente di musica e di sassarese, con il progetto “Cantà in sassaresu”, svoltosi nella scuola di San Donato, ha esposto numerosi esempi di come si debba partire da argomenti scelti dai bambini in una dimensione tale che gli stessi apprendano la lingua nel miglior modo possibile e col minimo sforzo. Ecco quindi la scelta di una grafia che facilita l’apprendimento della fonia sassarese con l’utilizzo di due grafemi distinti che determinano il fonema zeta: quella sorda (tz), e sonora (z), a seconda della parola.

Il professor Gianni Marras ha spiegato dell’importanza di saper parlare più lingue e di come i docenti potrebbero utilizzare l’autonomia scolastica. Riccardo Mura, altro docente, ha parlato in gallurese del sassarese standard. Il professor Francesco Ballone ha illustrato gli strumenti multimediali utili ai bambini per imparare le lingue. Infine, la docente Franca Enna, del plesso di via Ugo La Malfa, sostenendo che «per difendere la nostra lingua dobbiamo darle dignità e considerarla alla pari con le altre lingue», ha presentato il progetto dedicato ai bambini dell’infanzia “Fallu Fabiddà”, nel quale i giovanissimi alunni hanno imparato le basi del sassarese quotidiano.

Fabritziu Dettori

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