La grande bonaccia del Mare dei Mori

Favorire un confronto vero su proposte e progetti strategici per la rinascita della Sardegna a impronta sardista. La riflessione di Efisio Planetta

Disinnescare polemiche sterili e attacchi strumentali a chi rappresenta il PSd’Az per favorire invece, un confronto vero su proposte e progetti strategici per la rinascita della Sardegna a impronta sardista. Anche la satira aiuta a voltare pagina, come fece nel 1957 Italo Calvino che, con la “Bonaccia delle Antille”, diede al Capo politico di un partito di allora, una marcia in più. Allo stesso modo la metafora della “bonaccia del mare dei Mori” ha lo scopo e insieme, l’auspicio di dare una marcia in più alla nostra nave e al suo comandante.

La triremi navigava nelle onde placide del Mar del Governo Sardo, qualche sussulto, qualche borbottio del motore. Già, il vecchio, ma ancora funzionante, sbuffante e asmatico diesel concesso dalla Guardia Governativa ormai decine di anni fa. Tutto nella nave sapeva di antico, ma qualcosa diceva ai più anziani come me che lo splendore di un tempo, la lucentezza degli ottoni, la freschezza delle cose erano come appassite ma non trascorse. Il Comandante Cristiano si dava da fare e impegnava tutta la sua mole di organizzatore nel regalare pacche sulle spalle ai vetusti marinai, cercava di rincuorare anche i giovani riluttanti ma la sera, nelle partite a mariglia, tra un fresco vermentino e uno sbuffare di pipa, serpeggiava malumore. Non al punto di arrivare alla sommossa ma nella navigazione qualche incertezza si intravedeva.

In disparte, un anziano non ancora vecchio fumava sempre la pipa, quando non lavorava, aveva la pelle bronzea di sole arrogante che non gli dava pace. Non si lamentava, mangiava quel che gli passavano, beveva poco e pensava molto.

Ma una sera sbottò. Chiamò a raccolta alcuni marinai con cui condivideva i pasti e disse loro: «Amici della Ciurma dei Mori, noi abbiamo issato una bandiera, però il nero dei volti è sbiadito a forza di esporle al vento e alle battaglie. Ma avete mai visto una bandiera così bella, intonsa e fiera? Vi piace forse la bandiera con i fiori, gli alberi, le querce, l’ulivo? Noi soli navighiamo nel mare della Tempesta, noi soli siamo la Ciurma dei Mori e noi soli issiamo la bandiera dei 4 Mari. Ricordatevelo, e senza lamentarvi, senza pensare a proteste, avviamo al Comandante Cristiano una proposta».

Questa che vi presento è la mia proposta. Rivendichiamo l’unicità della Bandiera, facciamola nuova e più grande affinché tutte le navi di questo Mare Politico la vedano, issiamola nel pennone più alto, e cerchiamo mari pescosi. E quando torneremo nelle nostre piazze, nelle nostre case, portiamo il più ricco bottino pescoso, e dimostriamo alla nostra gente che noi lavoriamo per loro e che siamo capaci di grandi missioni di pesca.

Appartiene alla vecchia politica la lotta intestina, appartiene al passato inglorioso il sotterfugio, appartiene alla Repubblica Italiana la lotta di potere. Noi interpretiamo la più sana politica Federalista, Regionalista che ci porta tra il nostro Popolo, l’unico che apprezzi e porti nel cuore la bandiera dei Quattro Mori.

Questa tuttavia va rinvigorita con una progressione in avanti, un grande balzo declinato al ritmo di sei obiettivi chiave:

  1. Realizzare un Regionalismo Federalista Europeo con la innovativa proposta dell’interdipendenza economica tra Regioni Europee che abbiano lo stesso e omologo mercato di produzione e consumi;
  2. Abbandonare la vecchia politica autonomistica, ancillare alla Costituzione finché non sarà riformato il Titolo V che costituisce per Regioni, specie quella a falso Statuto Speciale, una vera trappola di ancoraggio;
  3. Aprire ai mercati Federalistici e Regionali Europei, i Lander Tedeschi, le minoranze del Trentino, i Popolo Basco che tanto ha sofferto della dittatura franchista, etc. ;
  4. Indicare al nostro Segretario Nazionale una strada di coraggio e di vera libertà con Liste Civiche in cui da Minoranza nel Paese italiano siamo Maggioranza a casa nostra;
  5. Lanciare un messaggio alle giovani generazioni Sarde per le quali lavoriamo e dimentichiamo di lavorare per le prossime elezioni;
  6. Rivendicare la nostra Unicità politica e culturale e accendere nei giovani la speranza di un vero anelito di Libertà.

E a tutti coloro che leggono, a Tutto il Popolo Sardo un caloroso Fortza Paris.

Efisio Planetta

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