Il Cagliari affonda anche col Milan

Luvumbo illude i rossoblù, ma Radunovic confeziona un'altra frittata e i rossoneri dilagano espugnando la Domus per 3-1

Ancora uno schiaffo per il Cagliari che si arrende anche al Milan e, complice la vittoria dell’Empoli sulla Salernitana, sprofonda all’ultimo posto in classifica con due soli punti dopo sei giornate. Un impatto durissimo con la serie A quello della squadra di Ranieri, al netto delle pesanti assenze, su tutte quella del bomber Lapadula, autentico protagonista della scalata nella massima serie.

Il vantaggio di Luvumbo alla mezzora con un gran sinistro all’incrocio, aveva forse illuso i tifosi rossoblù, ma la gioia è durata lo spazio di 11 minuti, con il pareggio di Okafor al 40°, bravo a sfruttare una mancata presa di Radunovic (al secondo erroraccio della stagione), mentre lo sconforto è subentrato in pieno recupero quando una dormita collettiva su corner ha consentito a Tomori di ribaltare il risultato. Il Cagliari ha iniziato bene la ripresa, ma la rasoiata di Loftus Cheek al 60° ha chiuso i conti.

La partita a livello di squadra ha confermato che questo Cagliari non è ancora pronto per la serie A, il problema è che il campionato non aspetta. Il carattere si è visto a tratti, la squadra non ha mai sbragato e ci ha provato soprattutto nel secondo tempo, ma se agli evidenti limiti si aggiungono anche errori gratuiti, ecco che i conti non potranno mai quadrare. A dirla tutta, agli errori e ai limiti di questa squadra, iniziano a sommarsi anche una serie di arbitraggi un tantino discutibili, con piccole decisioni (niente di clamoroso), una punizione non data, un angolo non concesso, una rimessa invertita, che di sicuro non hanno fatto altro che aggiungere difficoltà a difficoltà, senza andare a cercare alibi, ma quel che è giusto è giusto.

Tornando ai giocatori, sul banco degli imputati, inutile nasconderlo o far finta di niente, c’è Radunovic e considerato che in panchina Ranieri dispone di una valida alternativa come Scuffet, probabilmente è arrivato il momento di far riposare il serbo. D’accordo che quello del portiere è un ruolo delicato, ma certe valutazioni ora andrebbero fatte, senza gettare la croce addosso a nessuno, ma semplicemente dando il tempo al buon Boris di ritrovare quella serenità che in questo momento non ha.

Le note positive a livello di singoli sono state Hatzidiakos, Nandez e il solito Luvumbo. Ancora una volta insufficienti a centrocampo Sulemana e Makoumbou. Il primo è ancora acerbo e nonostante corra molto, commette spesso errori di posizione ed è poco propositivo. Il congolese invece sta patendo non poco il salto di categoria e i conseguenti ritmi differenti. In serie A se tieni troppo la palla, alla fine la perdi e metti in difficoltà i compagni. In difesa Dossena seppur a fatica sta rimanendo a galla, così come sull’out sinistro Augello, giocatore esperto che fa il suo senza acuti ma con diligenza. Dalla parte opposta sembra più in sofferenza Zappa, mentre in avanti Petagna non è ancora al meglio e si vede. Tornando agli spunti interessanti visti col Milan, sicuramente una citazione la merita Oristanio, parso in evidente crescita e per di più con caratteristiche importanti e rare, ovvero quelle di saper puntare e saltare l’uomo creando la superiorità numerica e alla fine sono questi i particolari che fanno la differenza.

Mistero. La domanda viene spontanea: perché Prati dopo l’ottimo esordio contro l’Udinese non ha più visto il campo e nelle ultime due partite non ha giocato neppure un minuto? Non lo si vuole bruciare? Se così fosse, la decisione di lasciarlo fuori sarebbe quantomeno opinabile, perché il Cagliari non se lo può proprio permettere e per di più è un giocatore che ha assoluto bisogno di mettere minuti nelle gambe e ha già dimostrato di essere decisamente superiore a chi sta attualmente andando in campo.

In conclusione, la sensazione è che anche Claudio Ranieri in questo momento sia in difficoltà, al di là delle sue immutate qualità e dell’inestimabile valore aggiunto che rappresenta per il Cagliari. La squadra non sta funzionando e dunque va ridisegnata o quantomeno è necessario provare qualche altra soluzione, già detto del portiere, in mezzo se Makoumbou per una volta si sedesse in panchina non crollerebbe il mondo, dando fiducia a Prati che rispetto al congolese ha più rapidità sia con le gambe che di pensiero ed è forse l’unico centrocampista insieme a Viola in grado di fare la giocata che può creare problemi all’avversario di turno, soprattutto con le verticalizzazioni per i tagli di gente veloce come ad esempio Luvumbo e Oristanio. Chi vivrà vedrà.

Aldo Gallizzi

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