I grifoni rilasciati a Porto Conte sono a Bosa

Il richiamo dell’unica colonia naturale di questa specie nel Mediterraneo ha avuto la forza di una calamita. «Ma potrebbero volare in tutti i cieli della Sardegna»

GrifoniMarinaLioneddu1Sassari. Dieci giorni a Porto Conte e poi rotta verso il Bosano. Per sette dei quattordici grifoni “stranieri” liberati dall’Agenzia Forestas a Porto Conte lo scorso 14 aprile, il richiamo dell’unica colonia naturale di questa specie nel Mediterraneo ha avuto la forza di una calamita. Grazie al GPS conosciamo il comportamento della metà dei primi avvoltoi protagonisti dell’azione di ripopolamento lanciato dal progetto Life Under Griffon Wings. Non si hanno invece certezze su cosa abbiano fatto gli altri grifoni, non dotati di impianto satellitare: a ognuno è stata praticata una marcatura alare con la tecnica della decolorazione, e il censimento degli avvoltoi programmato per il prossimo 12 maggio dovrebbe fornire delle risposte.

Le notizie fornite dal tracking satellitare sono molto interessanti. Dal 14 al 24 aprile tutti i grifoni sono rimasti in un’area tra il carnaio allestito di Marina di Lioneddu e Punta Cristallo. Nel monitoraggio via mare effettuato il 22 e il 23 aprile quasi tutti gli animali sono stati fotografati e ripresi in volo sopra le spettacolari falesie del Mare di fuori.

GrifoniMarinaLioneddu2Il 24 aprile si è registrato il primo grande esodo: i grifoni spagnoli Fenuggiu, Cristallo e Barca e i due olandesi Artis 1 e Artis 2 hanno abbandonato l’area. Tutti sono andati verso il Bosano passando per il Coros. Il solo Barca si è concesso una trasferta nel Golfo di Orosei – un vero coast to coast – prima di raggiungere i fratelli nella zona di Capo Marrargiu.

Il 29 aprile hanno preso il volo Timidone e Bulga: dopo un passaggio a La Maddalena e in Gallura, i due si sono stabiliti alcuni giorni in un’area impervia tra Nuoro, Orune e Galtellì. Poi Bulga ha raggiunto Bosa mentre Timidone ha preso la via del vicino Montiferru, al confine con l’area di progetto.

Il viaggio dei grifoni “stranieri” ha avuto una notevole eco sui social: sulla pagina Facebook “Life Under Griffon Wings” gli aggiornamenti sulle trasferte di Barca e Bulga hanno ottenuto migliaia di like e condivisioni. Sul sito web del progetto – www.lifeundergriffonwings.eu – è invece possibile seguire il segnale Gps di ogni grifone. Anche quello di due grifoni sardi reimmessi in natura l’anno scorso dopo un periodo di ricovero nel Centro di recupero della fauna selvatica di Bonassai.

«Il comportamento degli animali ci stupisce sempre – spiegano i responsabili del progetto – nel loro percorso alcuni di loro hanno raggiunto costoni rocciosi che un tempo i loro antenati conoscevano molto bene, ad esempio nel Nuorese, nel Montiferru o a La Maddalena. E non è detto che dopo queste esplorazioni gli avvoltoi non tornino nella piccola colonia di Porto Conte. Questo è uno stimolo per continuare a lavorare insieme. Dobbiamo migliorare le condizioni ambientali e permettere un giorno ai grifoni di riconquistare tutti i cieli della Sardegna».

Al monitoraggio scientifico di questa azione partecipano tutti i partner di progetto – l’Università di Sassari, l’Agenzia Forestas, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, il Comune di Bosa – insieme al Parco regionale di Porto Conte e ai componenti delle associazioni ambientaliste impegnate nella protezione dell’avifauna sarda.

Il ripopolamento è una delle azioni del progetto Life Under Griffon Wings finanziato dal Programma Life dell’Unione Europea per conservare la colonia di grifone in Sardegna. In tutto saranno 60 gli animali immessi nell’isola per favorire la rapida ripresa demografica della popolazione sarda di avvoltoio, residente principalmente a nel Bosano e Porto Conte. Gli altri rilasci avverranno nel prossimo anno e mezzo nella zona tra Villanova Monteleone e Bosa, sempre a cura dell’agenzia Forestas. Il cosiddetto restocking è organizzato con la collaborazione della Vulture Conservation Foundation.

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