Giancarlo Carta: ‘Vogliamo una scuola libera, aperta e ospitale con tutti’

Il consigliere comunale di Forza Italia chiarisce la sua posizione su quanto accaduto nella scuola di San Donato. «Siamo stanchi di questa presunta laicità»

 

 

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Giancarlo Carta

Sassari. «Venerdì scorso ho saputo della decisione presa dalla scuola di San Donato di non accogliere il vescovo di Sassari nella sua tradizionale visita pastorale alle scuole cittadine (per esempio nelle scorse settimane era stato accolto con grande calore nella scuola di San Giuseppe). Dopo aver verificato nel fine settimana che la notizia fosse vera ho avvisato la stampa di ciò che era accaduto e noi tutti sappiamo il can can mediatico che ha suscitato; non esiste una mia dichiarazione nella quale mi schiero pro vescovo o pro chiesa, infatti non ho mai menzionato il vescovo né mi sono fatto suo incauto portavoce, io sono un laico e rimango un laico; martedì notte c’è stata la telefonata chiarificatrice fra la dirigente e il vescovo». È quanto mette in evidenza il consigliere comunale Giancarlo Carta, che interviene su quanto accaduto negli ultimi giorni nella scuola di San Donato.

«Il fatto a mia opinione è la chiusura delle porte di una scuola pubblica ad una autorità riconosciuta che aveva manifestato la volontà di far visita alla scuola di San Donato. Questo è il fatto, nessuno e dico nessuno si è permesso di contestare la bontà del lavoro svolto in quella scuola, tutte le cose buone che stanno facendo in quel quartiere e per il quartiere, insieme alla chiesa aggiungerei. Bene ha fatto il vescovo che è uomo di pace e rappresentante della chiesa a chiarire con la dirigente. Ha iniziato benissimo il Giubileo della Misericordia, ma mi permetto di dire e sottolineare che io sono un laico e da laico continuo a rimanere perplesso su ciò che è accaduto», rimarca Carta. «Infatti il problema sta che nessun padre vuole che suo figlio vada in una scuola dove un dirigente si arroga il diritto di scegliere cosa è bene e cosa è male per suo figlio. Quale autorità può vedere e quale no. Aggiungo che se nella scuola di mio figlio andasse l’Imam di Sassari a spiegare cosa è l’Islam io ne sarei felice perché sarebbe per lui un arricchimento culturale e mi sarei indignato allo stesso modo se la direttrice avesse negato questo diritto al sapere, questa volontà di pace fra religioni, questa libertà di scegliere».

«La dottoressa Mercuri con la sua decisione non ha messo contro i cattolici con i mussulmani, ma bensì italiani contro italiani facendoli discutere sull’opportunità o meno di aprire le porte della scuola pubblica al sapere, alla conoscenza. Una tensione che tutti noi avremmo evitato volentieri in un momento così delicato per la nostra nazione. Fra i tanti che si sono espressi in questi giorni ricordo Ferruccio De Bortoli, uomo che notoriamente non è di destra, che ha dichiarato che il fatto successo a Sassari è molto più grave di ciò che è accaduto a Rozzano. Quindi – conclude Giancarlo Carta – e concludo, la nostra difesa di libertà la porteremo avanti, perché vogliamo una scuola libera, aperta e ospitale con tutti, e siamo stanchi di questa presunta laicità spinta che ha portato la dottoressa Mercuri a mia opinione a fare un grossolano errore».

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