Fondo Oggiano, alla Biblioteca Universitaria disegni, scritti e progetti

L’ingegnere Raffaello fu autore di numerosi interventi edilizi nella Sassari di inizio ‘900. Poi dalla metà degli anni ’20 fu affiancato dal fratello Peppino

 

FondoOggiano2Sassari. Disegni, scritti e oggetti, per ricordare l’ingegner Raffaele Oggiano, protagonista dell’assetto urbanistico di Sassari dei primi decenni del ‘900 e autore dei progetti di numerosi edifici di stile prima liberty e poi ispirati ai canoni del razionalismo. Alla Biblioteca Universitaria di piazza Fiume nel 2013 è stato donato dagli eredi Azzena Mura su iniziativa del FAI un corposo fondo documentale, una vera e propria miniera di informazioni su opere realizzate in città. Ieri la presentazione da parte della direttrice della Biblioteca, Viviana Tarasconi, affiancata da Paola Porcu e dall’architetto Piersimone Simonetti.

Raffaello Oggiano nasce a Castelsardo nel 1881, compie i suoi studi all’Istituto Tecnico Lamarmora di Sassari, s’iscrive quindi a Roma al biennio propedeutico della Facoltà di Ingegneria e poi si trasferisce a Torino per il corso triennale superiore, alla Regia Scuola che nel 1906 diventa Politecnico. Si laurea in Ingegneria civile un anno prima. Lavora in Piemonte e poi fa rientro in Sardegna.

FondoOggiano1Il Fondo donato alla Biblioteca Universitaria è costituito da 860 volumi, 844 miscellanee, e centinaia di progetti, oltre a fotografie che documentano i lavori compiuti anche insieme al fratello Peppino, anche lui ingegnere, ma molto più giovane, che lo affiancherà nel lavoro ma solo a partire dalla metà degli anni ‘20, tanto che lo studio diventa “Raffaello e Giuseppe fratelli Oggiano”. La presenza del fratello determinò un mutamento nello stile, che da quel momento seguì in maniera più marcata i canoni del razionalismo italiano. Un arco cronologico del Fondo che arriva fino al 1973, anno della morte di Raffaello, che è stato anche ingegnere capo al Comune di Sassari (fu anche sospeso e poi reintegrato nel ’21, quando lasciò definitivamente per dedicarsi alla libera professione) e docente alla Regia scuola di arti e mestieri.

FondoOggiano3L’ingegnere aveva l’abitudine di conservare tutto. Tra i progetti realizzati ci sono Villa Farris, Casa Falchi, casa Temussi in viale Caprera, Casa Azzena Mossa in viale Italia, ed edifici pubblici, come nel 1912 il Regio Istituto tecnico, in piazza d’armi, poi sede delle magistrali ma inizialmente convertito a ospedale militare, la Scuola d’Arti e Mestieri ancora in piazza d’Armi, il completamento della scuola elementare di San Donato, i cui lavori ripresero dopo la Prima Guerra Mondiale, a cui partecipò come ufficiale ingegnere lo stesso Oggiano, e il rifacimento della facciata della sede centrale dell’Università, insieme allo scalone interno. E poi la Clinica Medica in viale San Pietro, che in realtà aveva concepito per l’area dove più tardi fu costruita la scuola elementare di San Giuseppe. Negli anni ’30 curò l’assetto di piazza Sacro Cuore e le case di Mutilati in piazza Colonnello Serra. E poi acquedotti, chiese e campanili in diversi paesi, i cimiteri di Thiesi, la Maddalena, Giave e Burgos, la tomba della famiglia Conti nel cimitero di Sassari, edifici scolastici e le case comunali di Nulvi e Porto Torres.

«Avrei altre cose da dire e documentare. Come sempre. Raffaello Oggiano». Così concludeva le sue relazioni l’ingegnere.

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