Don Giovanni venerdì e domenica al Teatro Comunale di Sassari

Il capolavoro mozartiano, uno dei pilastri della cultura occidentale, sarà la prima opera della stagione 2022 dell’Ente Concerti Marialisa De Carolis

Sassari. È il Don Giovanni, capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart, la prima opera in cartellone della Stagione lirica 2022 dell’Ente Concerti Marialisa de Carolis di Sassari. Venerdì alle 20,30, e in replica domenica pomeriggio alle 16,30, il Teatro Comunale di Cappuccini accoglierà il pubblico delle grandi occasioni. Mercoledì mattina il Don Giovanni è stato presentato a studenti e melomani nella Sala Sassu del Conservatorio “Luigi Canepa”.

Sul “dissoluto punito”, come ricorda la seconda parte del titolo, spesso omessa per semplicità, si è scritto tantissimo dal 1787 a oggi. Le note del divino Amadè, a Praga, dove avvenne la prima, impressionarono da subito il pubblico, che tributò al grande salisburghese un successo senza precedenti, sulla scia dell’ottima accoglienza già riservata alle Nozze di Figaro. Ma oltre alla musica, che tocca i vertici assoluti (e Mozart senza dubbio è stato il più grande operista della storia, in alcuni tratti solo Rossini è riuscito ad avvicinarsi), c’è anche il meraviglioso libretto di Lorenzo Da Ponte, scritto in un italiano ancora oggi modernissimo. Come hanno ricordato i relatori della presentazione di mercoledì, il Don Giovanni è un’opera che ne racchiude diverse altre. È opera buffa ma anche dramma, commedia e tragedia. Ecco allora l’ampia possibilità che nei decenni i registi, ruolo oggi forse un po’ troppo messo in evidenza (in passato era la musica a dominare), hanno trovato nell’interpretare la storia. Del resto, “le donnesche imprese” di Don Juan sono state narrate da autori differenti, da Tirso de Molina e Moliere, per arrivare a Mozart. Un aspetto messo in evidenza nella sua introduzione all’incontro di mercoledì dal presidente dell’Ente Concerti, Antonello Mattone. L’allestimento, nuovissimo, è firmato dai registi Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, che a Sassari hanno diretto già altre opere, tra cui, recentemente, il Rigoletto. Del resto, quello di Don Giovanni resta un mito, molto umano nella sua disumanità. Libertino sì, ma in una duplice accezione: nel comportamento con le donne ma anche nella libertà della sua vita (e, al momento della prima rappresentazione a Praga e della vicina ripresa viennese, la Rivoluzione Francese è davvero alle porte). Difficile alla fine, quando il Commendatore gli intima di pentirsi, non rimanere affascinati da come affronta la morte, pur di ribadire la sua coerenza. Don Ottavio, personaggio positivo ma ordinario, trova invece la sua mediocrità evidenziata anche dal registro utilizzato, quello di tenore, ai tempi di Mozart considerato meno efficace del basso-baritono. Di contro, Don Giovanni (infatti basso-baritono, come Leporello, suo complice ma anche un po’ vittima), così perverso e anche assassino (l’opera si apre del resto con un omicidio), fa ricordare quando sia importante per ciascuno di noi amarsi e aiutarsi, non essere egoisti. Contrasti tra momenti buffi e altri tragici, da risolvere anche musicalmente: una costruzione matematica, è stato detto, da un punto di vista drammaturgico ma anche dei suoni.

Al direttore d’orchestra Sergio Alapont il compito invede di analizzare la musica del Don Giovanni. Un’opera che si presenta come anticipatrice del periodo del Romanticismo, ma che ancora non è romantica. Di sicuro rappresenta una rottura con quanto fatto fino a quel momento, con il teatro di Gluck e di Haendel. Mozart gioca con la musica, in tutti i sensi. Dettagli messi in evidenza da Alapont in diversi passaggi del Don Giovanni, una grande libertà compositiva e nel testo del libretto, un binomio, tra Mozart e Da Ponte – figura quest’ultima affascinante per la vita intensa che lo portò in tarda età a trasferirsi a New York dove diventò il primo docente di lingua e letteratura italiana alla Columbia University – tra i più importanti (se non il più importante) della storia della musica, che “produsse”, mai dimenticarlo, altri due capolavori assoluti, Le Nozze di Figaro e Così fan tutte. Tutte opere ancora oggi le più rappresentate nei teatri di tutto il mondo.

Il Don Giovanni torna a Sassari a sette anni dall’ultima rappresentazione. L’allestimento originale di venerdì e domenica prossimi vede le scene di Leila Fteita, i costumi di Nicoletta Ceccolini e il disegno luci di Tony Grandi, coadiuvati per i movimenti scenici da Margherita Massidda. Nel cast Vincenzo Nizzardo (Don Giovanni) e Francesca Pusceddu (Zerlina), già nel cast della Vedova allegra 2021; con loro Karen Gardeazabal (Donna Anna), Santiago Sanchez (Don Ottavio), Carmen Buendìa (Donna Elvira), Davide Giangregorio (Leporello), Alberto Petricca (Masetto) e il Commendatore di Mariano Buccino. Il Coro dell’Ente è preparato da Salvatore Rizzu.

L’opera è stata proposta a circa ottocento ragazzi delle scuole mercoledì pomeriggio nella tradizionale Anteprima giovani, la prova generale aperta a loro dedicata.

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