Dinamo stecca in casa, le Top 16 ora sono un miraggio

I sassaresi perdono lo scontro diretto con i russi del Nizhny Novgorod e vedono ridursi al lumicino le speranze di qualificazione

 

 

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Il coach della Dinamo Meo Sacchetti in sala stampa

Che non sarebbe stato semplice lo si sapeva, ma onestamente la convinzione generale era che alla luce di quanto visto nella gara di andata, la Dinamo potesse vincere e ribaltare a suo favore la differenza canestri di meno due. Invece, fin dalla palla a due si è capito che per domare il Novgorod, capolista del campionato russo a punteggio pieno, ci sarebbe voluta la miglior Dinamo. Miglior Dinamo che ieri non si è vista per niente o quasi nell’arco dei quaranta minuti. Solo nel terzo quarto i sassaresi hanno giocato come sanno e i risultati si sono visti, con i russi raggiunti e sorpassati. A quel punto la partita sembrava incanalarsi nei giusti binari, ma le solite amnesie difensive, alcune scelte scellerate in attacco e la verve dell’americano del Nizhny, Taylor Rochestie, hanno ribaltato ancora una volta le sorti del match e a nulla sono valsi i tentativi, peraltro poco lucidi di Logan e compagni di operare il nuovo contro sorpasso in volata. I russi hanno vinto 89-82 compiendo un grande passo verso la qualificazione, proprio a discapito dei biancoblu. Anche Meo Sacchetti a fine gara non ha nascosto il suo disappunto: < Nei momenti cruciali della partita non siamo stati in grado di leggere certe situazioni offensive che si ci si sono presentate -, ha detto il coach – e per contro siamo stati puniti da un Rochestie che ha giocato una grande partita. Loro hanno difeso in maniera molto efficace su Sanders e Dyson, ma questa è l’Eurolega dove il gioco è duro e aggressivo. Restano quattro partite da giocare, quello che diamo non è sufficiente, è necessario dare di più >. La matematica dice che la Dinamo è ancora in corsa, ma sarà necessario vincere le restanti partite in casa contro Real Madrid e Kazan e compiere un blitz esterno a Istanbul venerdì prossimo o a Kaunas, per poi fare i conti.

Il bello e il brutto del run and gun, il caratteristico gioco della Dinamo, tanta corsa e tanto istinto, ma poca organizzazione offensiva, specialmente per quanto riguarda le scelte. Il gioco di Sacchetti come è noto non ha dogmi rigidi, nel senso che le scelte in attacco sono affidate alla capacità dei giocatori di leggere le situazioni in base ai movimenti difensivi degli avversari. Le letture appunto. Lo scorso anno, in campo c’era il maestro Travis Diener che difficilmente sbagliava letture e trovava sempre il terminale offensivo giusto. Era lui il vero direttore d’orchestra e l’orchestra suonava all’unisono. I giocatori che quest’anno si alternano nel ruolo di playmaker (Logan, Dyson e Sosa) hanno altre caratteristiche, sia fisiche che tattiche, sono più esplosivi e atletici, ma anche più solisti e molto meno direttori d’orchestra, di conseguenza quando non si riesce a sviluppare il gioco in transizione primaria ed è necessario attaccare con ordine e organizzazione la difesa schierata, i limiti del sistema, emergono in maniera evidente.

Intanto lunedì prossimo alle ore 20:00 al Palaserradimigni sarà di nuovo campionato contro la Sidigas Avellino. Una partita insidiosa contro una squadra forte e organizzata. In casa sassarese saranno da verificare le condizioni di Jerome Dyson che ieri ha giocato stringendo i denti a causa di un problema alla schiena. Sarà a disposizione il nuovo arrivato Matteo Formenti che farà così il suo esordio in maglia biancoblu.

Aldo Gallizzi

 

 

 

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