Andrea Chenier, il buio della Rivoluzione Francese

Il titolo di Umberto Giordano chiude la stagione lirica dell’Ente Concerti Marialisa De Carolis. Opera difficile e che richiede interpreti all’altezza

 

 

AndreaChenier3Sassari. Opera difficile l’“Andrea Chenier” di Umberto Giordano, da prendere in blocco, non solo musicalmente. Tre ore di spettacolo, che mettono a dura prova orchestra, interpreti e anche il pubblico. Soprattutto se non è abituato alle opere che non rientrano tra i capolavori di un Verdi, un Puccini o un Mozart. Giordano è autore verista, di fine Ottocento primi del Novecento, e spesso questo viene dimenticato. A complicare le cose, troppe volte, ci si mette anche l’allestimento, che chissà perché è al passo coi tempi solo se stravolge l’impostazione originale degli autori attualizzando dove non è possibile. Non ci stancheremo mai di ripetere che, esagerando con le imitazioni di talune proposte soprattutto germaniche o anglosassoni d’avanguardia, si finisce per creare un risultato che spiazza i melomani e non attira nuovo pubblico. Ma tant’è, questa è la moda del momento: dopo la dittatura dei cantanti, durata, se vogliamo, secoli, è arrivata la dittatura dei registi (spesso mediocri passati per innovatori, mica Visconti o Zeffirelli), tra l’altro inesistenti ai tempi delle prime esecuzioni da parte degli autori. Una zavorra che davvero non è più sopportabile, complice, purtroppo, certa critica musicale modaiola e spocchiosa nei confronti di tutto ciò che è tradizione e che spesso dimostra di ignora la storia della musica.

AndreaChenier2L’“Andrea Chénier” sassarese era così a metà strada: voglio sperimentare, ma di più non posso. Lo aveva detto lo stesso regista Marco Spada, direttore artistico dell’Ente Concerti Marialisa De Carolis, alla sua ultima stagione in città (nei prossimi giorni sarà ufficializzato il nome del nuovo direttore artistico): un’opera ambientata negli anni del terrore della Rivoluzione Francese si presta poco a stravolgimenti. La storia è quella e quello è il momento storico. E bisogna riconoscere a Spada che il risultato finale è stato convincente. Con alcune (poche) ombre. Come i due elementi scenografici della cornice tagliata e del gigantesco pugnale insanguinato. Forse gratuiti, forse no. Ma a Sassari si è visto ben di peggio: una Carmen infilzata da un gigantesco gancio da macellaio, con grande disappunto degli amanti del capolavoro di Bizet.

Quarto titolo della Stagione lirica 2016, “Andrea Chernier” era l’unico nuovo allestimento dell’Ente Concerti. Oltre alla regia di Marco Spada, ha visto la direzione orchestrale di Marcello Mottadelli, i costumi di Alessandro Ciammarughi, vecchia conoscenza del pubblico sassarese, le scene di Fulvia Donatoni, le luci di Fabio Rossi e le coreografie di Barbara Stimoli. Sul palcoscenico pochi elementi, tra cui l’“azzurro sofà” che dopo il primo atto è tornato rovesciato a simboleggiare il mondo messo sottosopra dalla Rivoluzione.

Apprezzabile l’Orchestra dell’Ente Concerti e anche il Coro dell’Ente, preparato da Antonio Costa.

AndreaChenier1Le note negative sono tutte per i cantanti. L’unico promosso a pieni voti è sicuramente il Gérard del baritono Vittorio Vitelli, bella voce e autorevole sulla scena. Appena sufficiente la Maddalena di Virginia Tola, soprano argentino di origine sarda, al debutto nel ruolo. Mediocre invece l’Andrea Chenier di Giancarlo Monsalve, tenore cileno di origine italiana, chiaramente fuori ruolo: per lui appena un paio di applausi e un eloquente silenzio del pubblico in alcuni passaggi cruciali della partitura. E poi gli altri interpreti: Olesya Berman (la serva fedele Bersi), Manuel Pierattelli (l’Abate/un Incredibile), Ines Zikou (la Contessa/Madelon), Gianluca Lentini (Roucher), Massimiliano Guerrieri (Fléville), Enrico Marchesini (Fouquier-Tinville/Schmidt), Federico Cavarzan (Mathieu) e Nicola Fenu (Il maestro di casa/Dumas).

Oggi, domenica 11 dicembre, è in programma l’unica replica alle 16,30.

Il prossimo appuntamento della Stagione lirica, invece, sarà l’ultimo del cartellone: il recital con la voce del mezzosoprano georgiano Nino Surguladze (a Sassari due anni fa nel ruolo di Carmen, proprio quella morta infilzata con un orrendo gancio da macelleria) e il pianoforte di Alessandro Stella concluderà la Stagione 2016, in programma sabato 17 alle 20,30 e domenica 18 alle 16,30. (lufo)

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