All’Asinara prigionieri di guerra

Martedì prossimo la Biblioteca Universitaria di Sassari ospiterà la presentazione del libro di Maria Porcu Gaias dedicato al campo di concentramento 1915-20

Sassari. Martedì prossimo 10 gennaio alle 17,30, nella Biblioteca Universitaria di Sassari in via Enrico Costa 57, sarà presentato il libro “Asinara mosaico di popoli. Campo di concentramento prigionieri di guerra 1915-1920” di Marisa Porcu Gaias, edito dalla Edes. Interverrà il direttore della Biblioteca Giovanni Fiori e dialogherà con l’autrice Lorena Piras.

L’odissea dei prigionieri austroungarici, internati nel campo di concentramento dell’Asinara durante la Grande Guerra, è stata parzialmente raccontata e analizzata da diversi autori, alcuni dei quali ne furono testimoni diretti. Nella fase iniziale, si trattò di un episodio fra i più drammatici della Prima Guerra mondiale, consumato in una piccola isola quale era l’Asinara, che pure accolse un campo di concentramento prigionieri fra i più grandi d’Italia.

Merito della ricerca di Marisa Porcu Gaias è l’essere andata oltre il primo arco temporale considerato dalla storiografia precedente. L’autrice, dopo aver illustrato sinteticamente il periodo che va dallo sbarco all’Asinara dei prigionieri dei serbi nel dicembre 1915 alla loro partenza nel luglio del 1916, ricostruisce vicende meno note della seconda vita del campo, coi successivi arrivi di prigionieri delle diverse etnie dell’Impero Austro-ungarico, ma anche di internati, tirolesi, russi e ucraini, e disertori italiani. Documenta l’utilizzo lavorativo dei prigionieri in Sardegna e fuori dall’isola e, in taluni casi, anche il loro ritorno al fronte nello schieramento opposto a quello originario, quali componenti delle legioni delle “nazionalità oppresse”, fino alle definitive partenze dall’Asinara, per gli ultimi internati russi nel 1921.

La narrazione, basata su un’accurata ricerca archivistica e arricchita da una cospicua documentazione fotografica d’epoca, si rivela particolarmente attenta alle implicazioni di natura antropologica e sociologica che stanno dietro agli avvenimenti, illumina su scorci di vita quotidiana nel campo e sul ruolo della chiesa nazionale e locale nell’assistenza ai prigionieri.

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