Al carcere di Bancali anche quest’anno il candeliere di San Sebastiano

Il cero votivo ha “ballato” riportando lo spirito della Faradda

Sassari. Anche quest’anno il candeliere di San Sebastiano ha “ballato” nel carcere di Bancali. E lo ha fatto per la terza volta (la prima era stata nel 2019, poi c’erano stati due anni di stop) nel cortile interno del penitenziario, a cura della direzione amministrativa dell’istituto. Una quarta volta invece per il nuovo candeliere, inaugurato nel 2018.

Presenti all’evento il direttore del carcere Marco Porcu (che dirige anche Cagliari Uta), don Gaetano Galia, cappellano del carcere, l’arcivescovo Gian Franco Saba, il presidente del Consiglio regionale Michele Pais e il presidente dell’Intergremio Fabio Madau. Hanno partecipato autorità civili e militari, oltre al sindaco Nanni Campus, che ha ricordato che nel corso del suo primo mandato, tra il 2000 e il 2005, si portava un pezzo di Faradda in carcere, allora ancora in via Roma: «Devo dire che non riconosco nessuno. Fortunatamente coloro che allora erano con me a San Sebastiano non ci sono. Allora si pensò di portare il Voto all’Assunta, che rappresenta la storia di Sassari, all’interno di una parte della nostra città». Il candeliere invece, realizzato dai detenuti, nella sua prima versione, esordì nel 2005 nella rotonda centrale del vecchio istituto penitenziario, con i portatori selezionati nella struttura. Un evento che da sempre ha il sostegno dell’Intergremio. Il tamburino era Francesco Simola, del Gremio dei Falegnami.

Al termine i portatori del candeliere hanno eseguito un inchino alla statuetta della Madonna esposta nel cortile, affiancati dal padre guardiano di Santa Maria di Betlem Salvatore Sanna.

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