Vertenza E.On, a Fiumesanto arrivano i cechi di EPH

Franco Peana (Uiltec-Uil) fa notare che sono gli stessi pretendenti degli asset di Enel presenti in Slovacchia. «Non ci facciamo prendere da facili entusiasmi»

 

 

CentraleFiumeSanto1Sassari. «Forse riusciamo prossimamente a non sentir parlare più di E.On, anche se anche purtroppo se ne parla negativamente, per l’ennesima mancata catastrofe, per fortuna o non si sa bene perché o per cosa, non si è fatto male nessuno, ma di questa azienda e del suo management non se ne può più davvero». È il commento di Franco Peana, coordinatore regionale Settore Elettrico della Uiltec-Uil, sulla vendita della centrale di Fiumesanto ai ceci di Eph.

Ieri mattina «una parete di calcestruzzo della sala macchine del Gruppo 2 e venuta già, distruggendo interamente un pickup dell’impresa Sardil, grazie a qualche santo, non erano presenti addetti ai lavori nei pressi, una cosa che ci fa rabbrividire solo al pensiero. Un destino inesorabile quello di E.On, essere ricordata per gli incidenti, l’inquinamento, gli esuberi, gli scioperi. Forse qualcuno ci ha ascoltato, dopo due anni e mezzo di lotte, preoccupazioni, apprendiamo oggi dalla stampa specializzata prima, e da una conferma data alla nostra segreteria Nazionale poi, che gli asset del termoelettrico in Italia, pari a 4500 MW, verranno venduti al Gruppo EPH. A sorpresa si aggiudicano la gara i Cechi di EPH, gli stessi pretendenti degli asset di Enel presenti in Slovacchia, vogliono essere presenti anche in Italia, sino a spuntarla nel risiko dell’energia europeo riuscendo ad acquistare E.On. Che questo nuovo soggetto industriale si fosse recato in centrale a Fiumesanto era a noi noto, per vedere da vicino l’oggetto della vendita, sembrava in principio apparire inaspettato un pretendente di cui non perveniva nello stivale notizia alcuna , si tratta di Energeticky a Prumyslovy Holding(EPH), primario operatore nazionale che sarebbe in lizza per l’acquisto del 66%, proprietà di Enel, della società slovacca e controllata dal governo di Praga, Slovenske Elektrarne(SE)».

«Da indiscrezioni – prosegue Peana – pare che EPH abbia già concluso in passato operazioni importanti con E.On, ora proprietaria anche di Fiumesanto e degli impianti a gas sparsi in Italia. Questa società pare stia facendo shopping in modo esteso, concretizzando importanti acquisti da Gdf Suez, Edf, Sse, Spp, con una forza lavoro di 8000 dipendenti, si occupa di estrazione di carbone, produce energia elettrica con circa 1750MW da fonti convenzionali e rinnovabili, 57 miliardi di mc di gas trasportato principalmente dalla Russia, impegnata anche nel trading di energia e teleriscaldamento. Insomma pare un soggetto industriale niente male… anche se come Uiltec non ci facciamo prendere da facili entusiasmi, a suo tempo pensavamo lo stesso di E.On, invece questi hanno portato di nuovo a Fiumesanto solo le divise».

«Sul fronte sindacale, sino alla fine subiamo come sardi la scorrettezze di E.On, tagliare fuori il territorio, le istituzioni, i sindacati dalla partita della vendita degli asset energetici della multinazionale tedesca , apprendere la notizia dalla stampa, non dai suoi responsabili, dimostra il tenore della considerazione e delle cattive relazioni tenute. Ma non perché si intenderebbe partecipare a chissà quale oscura mediazione o inenarrabile traffico ma semplicemente per continuare il mestiere che fino ad oggi ha diligentemente e scrupolosamente fatto il sindacato e cioè vigilare e denunciare. È innegabile che come Uiltec siamo sempre stati i primi ad avvisare le istituzioni pubbliche ed i cittadini di eventi occultati o di pericoli o ancora di tresche cupe, spesso riuscendo anche a vanificare sul nascere le “cattive azioni” ed a volte anche non riuscendo in niente, causa il mancato ascolto dei preposti istituzionali. L’esperienza forse giunta al termine, con la multinazionale tedesca E.On e la sua classe dirigente, ci fa capire come un territorio possa subire una “calata barbara” alla conquista di risorse economiche, paesaggistiche ed ambientali. E.On, con i suoi dirigenti sia stranieri che italici, ha dimostrato come si riescano a drenare fondi pubblici in iperboliche speculazioni finanziarie, come si possano sfruttare le “infrastrutture strategiche” portandole alla morte per “spremitura selvaggia”, come si possa impunemente offendere ed inquinare il territorio ospitante senza pagare alcun pegno della propria dissennatezza».

«Il sindacato elettrico per oltre 2 anni e mezzo ha scioperato contro questi “Predatori tedesco/italiani” per costringerli a rispettare gli impegni industriali sottoscritti e per non impoverire ulteriormente il territorio che inquina, col licenziamento della metà della forza lavoro. Il sindacato, la Uiltec, per scongiurare una nuova esperienza che equivalga “il tutto negativo di E.ON”, sarà impegna a vigilare , ammonire, denunciare quando necessario, per evitare che abbia a ripetersi quanto accaduto in questi ultimi anni. Invitiamo le istituzioni e il mondo della politica, a non verificare nel concreto i piani di sviluppo del nuovo soggetto industriale, facendo da subito assumere e rispettare gli impegni presi, in questo territorio basta multiprenditori. Uniamoci tutti per la difesa dei lavoratori, dei cittadini, del territorio, della sovranità ed in ogni caso della dignità dei sardi prima e degli italiani tutti».

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