A San Gavino il tradizionale scambio delle chiavi

Seguitissima cerimonia inserita nei festeggiamenti in onore dei martiri turritani: Gavino, Proto e Gianuario

PortoTorresConsegnachiaviSassari. Un rito antico che continua oggi con la sua solennità, così immutato come è stato tramandato e con le due Amministrazioni di Porto Torres e di Sassari che, in questi anni, hanno avviato un percorso di avvicinamento e collaborazione. Nella basilica di San Gavino questa mattina, al termine della messa officiata dall’arcivescovo di Sassari, padre Paolo Atzei, e alla presenza del parroco don Mario Tanca, del sindaco di Porto Torres Sean Wheeler, di Sassari Nicola Sanna e delle autorità civili e militari si è ripetuto il rito che simboleggiava l’appartenenza della basilica di Porto Torres alla municipalità di Sassari che prima riceveva e poi riconsegnava le chiavi al parroco della chiesa perché la custodisse e amministrasse. La cerimonia si inserisce all’interno dei festeggiamenti per la Festha Manna di Porto Torres, dedicata ai martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario.

Un rito che rinnova il legame di amicizia tra le due città e sottolinea la collaborazione e l’incoraggiamento, perché Porto Torres si sviluppi sempre negli interessi comuni della popolazione e del territorio. Un concetto che l’arcivescovo di Sassari, nel suo «tredicesimo e ultimo anno del ministero episcopale della chiesa turritana», ha voluto esprimere nell’omelia. «Porto Torres non può dimenticare la sua origine – ha detto – e deve mantenerla viva, in un momento in cui prima il petrolio e, poi, l’incertezza degli investimenti caratterizzano il periodo storico. Una comunità, dentro e attorno, fatta di pensionati che mantengono figli con figli. Non dimentico i tre sindaci che ho conosciuto in questi anni, ai quali ho ricordato che Porto Torres dovrebbe imitare e vivere i valori dell’esistenza cristiana. Alla comunità voglio dire: siate degni di tanta grazia del Signore che deriva dal dono della vita sino alla morte, così come testimoniato dai martiri». E in chiusura ha aggiunto che «la Chiesa non può che essere coscienza critica, perché tutti siano ascoltati e sostenuti attraverso i bisogni quotidiani».

L’arcivescovo ha poi ricordato la sua prima visita a Porto Torres e alla basilica nel 2004, ancora prima di iniziare il suo mandato, in occasione della ricorrenza dei 1700 anni del martirio dei tre santi turritani, quindi le visite episcopali nel 2009 e nel 2012.

Il parroco don Mario Tanca, prima del rito della consegna delle chiavi, ha sottolineato che «le comunità di Porto Torres e Sassari sono strettamente unite, collabornano e sono unite anche nel sacerdozio e quello che le guida è il bene comune».

Il sindaco di Sassari Nicola Sanna, nel ricevere le chiavi e poi riconsegnarle al parroco, ha sottolineato come «l’emozione di oggi, dopo quella provata in Vaticano davanti al Papa, è significativa perché siamo qui tutti con un pensiero di fondo: quello del futuro dei nostri figli. Siamo un territorio che ha difficoltà, però tutto dipende dalla nostra buona volontà e capacità».

Il primo cittadino di Porto Torres Sean Wheeler ha confermato come quel gesto di consegna delle chiavi sottolineasse già allora un rapporto di fiducia reciproca. «Questo deve essere – ha detto – anche quello che deve guidare le nostre azioni, sia dal punto di vista politico che di ambito territoriale che ci vede vicini».

Don Tanca ha donato all’arcivescovo e ai due sindaci una medaglia in argento che riproduce i patroni, Gavino, Proto e Gianuario. A conclusione della messa, seguita da un alto numero di fedeli, e prima della processione, il gruppo folk Intragnas ha consegnato ai sindaci un “bizzoni di caxiu”. Si tratta di una figura di cavallo che porta sulla groppa un uomo e una donna, vestiti con gli abiti tipi della tradizione sarda, il tutto realizzato con formaggio di pasta filante.

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