Latte Dolce, quattro chiacchiere con il presidente Fresu

Ancora otto partite da giocare nella stagione regolare del campionato di serie D. «Udassi? Un punto fermo da cui ripartire senza esitazione. Non siamo appagati: sotto con il Flaminia»

RobertoFresu
Il presidente Roberto Fresu (foto Alessandro Sanna)

Sassari. Il Sassari calcio Latte Dolce non vuole smettere di correre. È nel lotto delle prime della classe in compagnia di squali d’acqua alta ed ha ancora 8 partite da giocare nella stagione regolare del campionato di serie D, girone G. Ma di gare – soprattutto – ne ha alle spalle oltre 30 già giocate, considerando interregionale e Coppa Italia. E in più il club biancoceleste ha una certezza, incrollabile, data dalla consapevolezza di aver fatto qualcosa di bello, di storico e di importante. Qualcosa capace di lasciare il segno. Qualcosa che merita di avere un futuro in prospettiva, ma che già domenica in campo chiede agli attori sulla scena di dare sostanza ad un domani ancora da scrivere.

La sfida al vertice, il match giocato e perso contro il Lanusei confermata ed attuale prima della classe, è un lontano ricordo. Ricordo che ha bruciato sulla pelle ma deve essere lavato via dal sudore versato in allenamento e dalla grinta spesa in gara, a partire dalla prossima sfida di campionato contro un Flaminia da affrontare con rispetto per arrivare ad ottenere il migliore risultato possibile. Il gruppo si compatta sempre più con lo scorrere delle giornate, confermandosi valore aggiunto ad uno staff di assoluto livello e ad una società che tiene al suo progetto e vuole farlo crescere. Senza volare troppo in alto ma senza mai perdere di vista l’obiettivo: il meglio possibile.

LatteDolceCalcioA un giorno dalla sfida di campionato, tocca al massimo dirigente del Sassari calcio Latte Dolce, primus inter pares nella solida e compatta compagine dirigenziale biancoceleste, fare il punto della situazione in casa sassarese nella settimana post sosta, a 8 gare dalla fine della stagione regolare e con lo sguardo proiettato al prossimo futuro e al prossimo impegno di campionato, domenica alle 14,30 sul campo del Flaminia:

«Solitamente sono il mister e i ragazzi a commentare la settimana in avvicinamento al match della domenica. Ma sentendomi io, e come me tutti i dirigenti, parti di un gruppo vero ed affiatato nel quale ognuno ha il suo ruolo ma all’interno del quale si è creata una amalgama talmente forte da renderlo ancora più forte e unico, ricevo volentieri palla e la gioco provando a fare un punto della situazione, in prospettiva e a due giorni dal match con il Flaminia. La verità è che siamo soddisfatti. Molto. Attenzione, ho detto soddisfatti e non certo appagati, perché questo campionato può ancora regalarci qualcosa di importante e inaspettato, qualcosa che più che altro possa gratificare chi, in campo, in panchina, dietro le scrivanie, sugli spalti e in ogni posizione occupata, abbia creduto nell’idea e dato forma ad un progetto che già può dirsi vincente. Abbiamo perso con il Lanusei, non ci è piaciuto affatto, ma ci sta. E ci sta che ora, contro il Flaminia in trasferta, la rabbia per il ko subito si trasformi in aggressività e cattiveria agonistica al cospetto di un avversario non certo da sottovalutare, guai a farlo, ma che dovremo provare a battere. Se dovessi citare un esempio da seguire, per il modo in cui la squadra è scesa in campo nella partita di Champions League e per la fame e concentrazione messa in mostra nonostante alcuni di loro siano campioni già pienamente appagati, penserei alla Juventus, e lo dico da non juventino. La vittoria sull’Atletico di martedì scorso è stato un bellissimo spot per il calcio; uno sport che come tutti gli altri racconta di un costante inseguimento al miglioramento, ed al successo. Così è stato per loro, così deve essere per noi. Non abbiamo pressioni addosso, non mettiamo pressione ai nostri ragazzi: chiediamo loro di impegnarsi, come fanno, di giocare calcio, come sanno, di fare del loro meglio, sempre e contro qualunque avversario, e di farlo con la spensieratezza che dovrebbe essere peculiarità dei nostri validi giovani. La tranquillità di avere una società solida alle spalle deve indurre i ragazzi a non rilassarsi, mai, e ad affrontare ogni gara con la fame dei primi giorni di preparazione. Abbiamo investito molto nel gruppo, crediamo nello staff tecnico di mister Stefano Udassi, guida tecnica che ha confermato quanto ci auguravamo e sapevamo: un punto fermo su cui puntare anche per il futuro e da cui ripartire senza esitazione, non appena avremo finito di dire la nostra in questo campionato, pronti ragionare sul prossimo. Il tecnico e il suo staff hanno portato entusiasmo, hanno costruito un gruppo che va oltre le sole tecnica e tattica. Un gruppo che ha dimostrato di saper stare sul pezzo e di poter dire la sua in un campionato di cui è stato protagonista. Per questi ragazzi il calcio può essere il futuro, può diventare una ragione di vita. Noi abbiamo solo il compito di dar loro la possibilità di spiccare il volo verso il professionismo, ma sono loro per primi a doverci credere. Ci sono ancora otto partite da giocare, io non faccio previsioni né pongo limiti. I nostri giocatori sanno che abbiamo grande considerazione di loro e che li osserviamo, sempre, con grande attenzione. Tutti, nessuno escluso, hanno dato qualcosa alla causa. A tutti, nessuno escluso, siamo grati per quello che hanno fatto. A tutti, nessuno escluso, chiediamo di sollevare ancora l’asticella, di chiudere alla grande questa stagione già grande, di dimostrarci ancora una volta, anche loro in prospettiva, quanto tengono al progetto Sassari calcio Latte Dolce e quanto credono al loro futuro».

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