Francesco Demuro trionfa al Teatro Comunale

Venerdì sera il primo dei tre concerti a Sassari. Il tenore ha ringraziato il pubblico della sua terra che gli ha consentito di diventare una star di levatura mondiale

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Sassari. Eh sì, per Francesco Demuro, tenore di fama mondiale, esibirsi davanti al pubblico di casa non è solo un momento carico di quella naturale emozione che si ha quando si canta davanti ad amici, parenti e conoscenti. È qualcosa di più. È (anche) dimostrare, soprattutto a se stesso, “ce l’ho fatta”. E così è stato venerdì sera, per il primo dei tre concerti che il celebre tenore ha scelto di donare al pubblico del Teatro Comunale di Sassari. Non poteva che essere un grande successo, un vero e proprio trionfo, con una doppia standing ovation finale emozionante. Per il turritano Francesco Demuro insomma una serata da incidere nella propria memoria, replicata sabato fuori abbonamento e infine nel pomeriggio di domenica, per una chiusura della Stagione lirica dell’Ente Concerti “Marialisa de Carolis” quest’anno davvero felice sotto tutti i punti di vista.

Demuro1Insieme all’Orchestra dell’Ente ben diretta da Lorenzo Passerini, il celebre tenore ha eseguito al meglio un programma particolarmente impegnativo, diviso in tre parti. La prima era dedicata al belcanto donizettiano con la Sinfonia del Don Pasquale e le arie “Tombe degli avi miei” da Lucia di Lammermoor e “Una furtiva lagrima” dall’Elisir d’amore, quest’ultima ben adatta alla sua voce e cantata alla perfezione. Nella seconda parte, sull’Ottocento lirico francese, dopo la Sinfonia dell’opera “Zampa” di Hérold, Demuro ha splendidamente eseguito le arie “Ah! Lève-toi, soleil” da “Romeo et Juliette” di Gounod e “Je crois entendre encore” da “Les pècheurs de perles” di Bizet. Infine, nella terza parte, l’omaggio a Giuseppe Verdi. Dopo la Sinfonia della “Forza del destino”, ecco l’aria “Lunge da lei… oh mio rimorso”, più nota come “Dai miei bollenti spiriti”, dalla “Traviata” e la trascinante “La donna è mobile” dal “Rigoletto”.

Demuro3Spazio poi agli attesissimi bis. Innanzitutto il difficilissimo “Ah! Mes amis” da “La fille du régiment” di Gaetano Donizetti. Poi, dopo un medley natalizio orchestrale arrangiato da Andrea Battistoni, un coraggioso “Nessun dorma” da “Turandot” di Giacomo Puccini, premiato da una standing ovation. Carico di emozione e applauditissimo il passaggio dedicato a “Granada” di Augustín Lara.

«È difficile descrivere la gioia che sto provando – ha detto Francesco Demuro in un improvvisato saluto finale prima del canto “a chitarra” –. A questo punto della serata voglio ricordare da dove sono partito, da Sassari. E lo faccio per avere più grinta e forza per il futuro». Conclusione con un ritorno alle origini, il canto sardo “in re”, accompagnato dal chitarrista Antonio Masia: la bella voce di Demuro ha così trasformato la tradizione musicale isolana in gradevoli brani, rendendo giustizia a quella che è una vera e propria arte dei suoni.

Il concerto è in replica fino a domenica (alle 16,30).

Lu.Fo.

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