Dinamo, una sconfitta che non può non avere conseguenze

La panchina di Cavina ora scotta. Bucchi o la sorpresa Diener gli eventuali sostituti? Il punto di Aldo Gallizzi

Demis Cavina

Inutile girarci intorno, la sconfitta in casa della neopromossa Tortona ha fatto traboccare un vaso già colmo e adesso qualcosa dovrà accadere. La rescissione di Clemmons, in rotta col coach e la settimana di ritiro faccia al mare non hanno di fatto cambiato di una virgola la sostanza. Il campo ha detto ancora una volta che la Dinamo ha grosse difficoltà e ora fatalmente il mirino si sposta sulla gestione tecnica. L’incostanza, le amnesie, l’attacco farraginoso e inguardabile la difesa imbarazzante soprattutto nel terzo quarto dove il Banco ha concesso la bellezza di quaranta punti all’avversaria, sono una costante di questa squadra e sinceramente viene abbastanza difficile immaginare che le cose possano cambiare radicalmente con il solo innesto di un nuovo playmaker. L’aria è pesante e bassa, le facce sono tristi e preoccupate, i musi sono lunghi e serpeggia inevitabilmente un certo nervosismo. Ce n’è abbastanza per fare delle riflessioni profonde e valutare, con razionalità ma anche con decisione i fatti e i conseguenti provvedimenti da adottare. Con la quarta sconfitta consecutiva la Dinamo ha di fatto eguagliato la sua peggior partenza in serie A e anche il pubblico si sta pericolosamente disaffezionando. Morale, qualcosa va fatto. Serve una scossa, una ventata di entusiasmo. Alla società spetta il compito di scegliere se perseverare sulla linea iniziale, ovvero andare avanti con coach Cavina ed inserire nel roster almeno un altro giocatore oltre al play che a prescindere arriverà o se cambiare timoniere e rotta. A questo proposito il più gettonato fra gli addetti ai lavori resta il navigato Piero Bucchi, ma chissà che non possa venir fuori dal cilindro un nome a sorpresa come quello di Travis Diener, vecchio pallino del presidente Sardara e personaggio che assicurerebbe personalità e carisma agli occhi dei giocatori ed entusiasmo per un ambiente decisamente intristito e depresso.

Aldo Gallizzi

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