Dall’Università di Sassari laurea honoris causa alla scrittrice Edith Bruck

La testimone della Shoah interverrà alla cerimonia in streaming, prima volta in Italia. L’intervista alla docente Gavina Cherchi

Edith Bruck (foto di Giusy Calia)

Sassari. Il prossimo 28 settembre l’aula magna dell’Università di Sassari accoglierà la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in scienze filosofiche a Edith Bruck, scrittrice, poetessa e traduttrice di origine ungherese, dal 1954 residente in Italia di cui ha acquisito la cittadinanza. A proclamarla sarà il rettore Gavino Mariotti, mentre la neo laureata ad honorem sarà in collegamento dalla sua abitazione romana. L’età avanzata non le consente di viaggiare. Sarà così una delegazione dell’ateneo sassarese a consegnarle la pergamena, mentre la cerimonia si terrà a Sassari e sarà trasmessa in diretta web sul sito dell’Ateneo (www.uniss.it). I lavori saranno introdotti dal rettore Mariotti, a cui seguiranno gli interventi di Valeria Panizza, direttrice del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione (Dissuf), e di Sebastiano Ghisu, presidente del Corso di Studi in Scienze storiche e Filosofiche (LM-78). Seguirà la laudatio a cura di Gavina Cherchi, docente di Estetica nel Corso di studi in Scienze storiche e filosofiche. In collegamento da remoto, come detto, l’ultimo intervento sarà la Lectio Magistralis di Edith Bruck, intitolata “La mia Università? La vita”. La cerimonia si chiuderà con la proclamazione da parte del rettore Mariotti. Parteciperà il Coro dell’Università diretto dal maestro Fabio Fresi.

Da sinistra, Gavina Cherchi, Valeria Panizza, Gavino Mariotti e Giovanni Maria Soro

L’evento è stato presentato questa mattina nella sala consiliare “Camillo Bellieni” dal rettore Gavino Mariotti, della professoressa Valeria Panizza, della professoressa Gavina Cherchi e del nuovo direttore generale dell’Ateneo, Giovanni Maria Soro.

«L’attribuzione della laurea honoris causa a Edith Bruck è stata voluta fortemente dal Dipartimento di Storia e in modo particolare ci hanno lavorato con dedizione, ad iniziare dai contatti diretti tra istituzione accademica e in questo caso la stessa Bruck, le docenti Valeria Panizza e Gavina Cherchi, collega e amica, fatemelo dire, che hanno contribuito affinché la proposta avesse una degna riuscita – ha spiegato il rettore Mariotti –. Edith Bruck è una delle poche scrittrici e poetesse ancora con noi che hanno vissuto la terrificante esperienza della Shoah. La scelta del Dipartimento è caduta su lei anche perché aveva partecipato a un convegno ad Ittireddu con uno scritto sugli ebrei in Sardegna». Sarà una cerimonia particolare e con complessità organizzative. «La pergamena sarà materialmente conferita a Roma, a casa sua, ma la cerimonia si terrà contestualmente in aula magna, dove sarà presente il Senato accademico», ha detto ancora Mariotti. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Associazione Ammentos Archivio memorialistico della Sardegna.

«L’idea della laurea honoris causa a Edith Bruck è nata su proposta della nostra docente di filosofia, estetica in particolare, Gavina Cherchi, che ha avuto modo di conoscere personalmente la signora Bruck – ha precisato Valeria Panizza, direttrice del Dissuf –. Il Dipartimento ha accolto con entusiasmo la proposta, che poi abbiamo portato all’attenzione del Senato accademico e del rettore. Edith Bruck ha vissuto un periodo storico oscuro e tremendo, perdendo gran parte della sua famiglia. Siamo veramente orgogliosi di poterle conferire questo importante riconoscimento. Un grazie particolare al rettore e al suo ufficio».

«La signora Bruck emana luce di per sé – ha ricordato Gavina Cherchi –. È capace di ricordare questi eventi terribili ed esprimere un dolore che non passa, un segno indelebile. Lei è stata felice, altrettanto felici siamo stati noi che ha accettato. La nostra condizione di insularità ci ha purtroppo precluso la possibilità di ospitarla qui, di fronte agli studenti. Ma grazie alla tecnologia, tra l’altro sperimentata nel periodo del covid, potremo accoglierla in una modalità diversa, anche questa sarà una novità assoluta per tutte le università. Sassari fa insomma da apripista».

La proposta di conferimento da parte dell’Università di Sassari della Laurea honoris causa in Scienze filosofiche a Edith Bruck è maturata infatti in occasione della sua partecipazione, con un intervento molto significativo, al Convegno internazionale “Terra d’esilio, terra d’asilo. Gli ebrei in Sardegna”, (Ittireddu 12-14 giugno 2022) organizzato dalla Associazione Ammentos. Archivio memorialistico della Sardegna, col Patrocinio del Dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione (Dissuf), nonché dell’Ateneo di Sassari, e il sostegno economico della Fondazione di Sardegna.

Ammentos Archivio memorialistico della Sardegna, in occasione del conferimento della Laurea honoris causa, celebrerà Edith Bruck con la pubblicazione di una sua intervista esclusiva, la realizzazione di un video che ne documenta i momenti salienti, e due interventi artistici: l’installazione Der Konstruktion di Antonello Fresu, la pièce Tracce della Compagnia “Théâtre en vol”. Inoltre, è in fase di allestimento una grande Mostra antologica (patrocinata dalla Comunità ebraica di Roma e curata dalla storica dell’arte Francesca Pietracci con Gavina Cherchi), delle opere del pittore Georges de Canino, che l’artista intende donare all’Ateneo di Sassari, e che include alcuni ritratti di Edith Bruck.

Edith Bruck. Scrittrice, poetessa, traduttrice, regista e testimone della Shoah, Edith Bruck nasce nel 1931 a Tiszabercel, un piccolo villaggio ungherese. Nel 1944, con la sua famiglia di religione ebraica, la piccola Edith viene deportata dai tedeschi ad Auschwitz. La madre e un fratello vengono subito avviati alle camere a gas. Il padre morirà di stenti. Edith (prigioniera n.11152) e la sorella Judith, sopravvissute alla fame, al freddo, al terrore, vengono liberate dagli Alleati il 15 aprile 1945. Dopo una lunga erranza da senzapatria, nel 1954 Edith Bruck giunge a Roma, dove incontrerà il poeta e regista Nelo Risi, che diverrà suo marito. In Italia matura la sua vocazione di scrittrice assieme alla volontà di testimoniare gli orrori della Shoah. Nel 1959, in italiano, lingua-scudo che le permette di istituire una “distanza di sicurezza” nel narrare le atroci esperienze vissute, pubblica il romanzo autobiografico Chi ti ama così. Il tempo della sua infanzia e quello della deportazione diventano la cifra narrativa del suo “fare memoria”.

Per la sua opera letteraria e per il suo impegno di testimone della Shoah presso le nuove generazioni, Edith Bruck ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, ultimo in ordine di tempo (2023) il “Premio Campiello” alla carriera. Del 2021 è il Premio Lussu per il suo Il pane perduto; attraverso Emilio Lussu, di cui fu amica personale, la Sardegna è entrata nel suo immaginario, ispirandole, nel 1983, il film per la RAI Quale Sardegna? Il conferimento della Laurea honoris causa in Scienze filosofiche da parte dell’Ateneo di Sassari è un doveroso tributo a Edith Bruck ma anche un segno di gratitudine per il suo legame con la nostra Isola.

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