A Platamona la Giornata Mondiale delle Zone Umide

Lo scorso 27 gennaio Legambiente Sassari ed Alghero hanno dedicato una intera mattinata alla conoscenza della stagno e del ginepreto, Sito di Interesse Comunitario e dal 2017 Zona Speciale di Conservazione (ZSC)

StagnoGinepretoPlatamona7Sassari. Domenica 27 gennaio, in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide (2 febbraio), Legambiente Sassari ed Alghero hanno dedicato una intera mattinata alla conoscenza della stagno di Platamona. Lo “Stagno e ginepreto di Platamona” è un Sito di Interesse Comunitario e, dal 2017, è anche Zona Speciale di Conservazione (ZSC).

Un numeroso gruppo di volontari si è dato appuntamento presso la struttura del Centro di Educazione Ambientale dello stagno di Platamona, che è stata gentilmente messa a disposizione da Andalas.

Durante la visita guidata lungo il percorso pedonale attrezzato, le biologhe ambientali Stefania Pinna e Maria Carmela Caria hanno raccontato la genesi dello stagno, la sua situazione attuale, i diversi habitat e le principali specie floristiche e faunistiche presenti. Il naturalista Giovanni Rivieccio lungo la passeggiata ha ben descritto le caratteristiche di alcune specie invasive, appartenenti ai generi Carpobrotus e Oxalis, evidenziando le criticità della presenza di queste specie in questo sistema naturale. Questa interessantissima area umida, lunga oltre 3 chilometri, si sviluppa parallela alla linea di costa, alle spalle del sistema dunale di Platamona. Ci si è soffermati, in particolare, sull’importanza naturalistica dei canneti presenti, come una continua cintura, lungo le rive dello stagno. Canneti che, nel periodo estivo, vengono distrutti a causa di incendi, per lo più di origine dolosa. Si è proceduto anche ad eseguire un campionamento dell’acqua e semplici analisi chimico-fisiche come il controllo della temperatura, del pH e della salinità.

StagnoGinepretoPlatamona5Alla fine della visita scientifico-culturale, nello stile di Legambiente, tutte le decine di volontari presenti si sono rimboccati le maniche e indossato i guanti per pulire il lungo strada e le rive dai rifiuti. Lodevole l’impegno profuso dal gruppo Caterpillar Royal che da sempre si interfaccia in maniera attiva con l’associazionismo locale.

Si ringrazia anche, per la loro presenza e collaborazione, il Comune di Sorso, gli Ecovolontari, il comandante Michele Satta e gli agenti delle Guardie Zoofile Arstana di Sorso.

Il gruppo di Legambiente ha perciò potuto osservare e conoscere un’oasi naturalistica umida che è stata ben valorizzata, con cartellonistica e sentieri, dai Comuni di Sorso e Sassari, ed invita tutti a visitarla. Invita tutti a percorrere, con passo leggero e rispettoso, e con zainetto e binocolo, il bellissimo sentiero attrezzato che per circa due chilometri, segue la riva nord dello stagno.

È opportuno ricordare che le zone umide sono aree sensibili a rischio ed esposte alle conseguenze negative di molte attività umane. E anche ai capricci dell’uomo. È recentissima la notizia di alcune testuggini americane d’acqua dolce (Trachemys scripta) che sono state avvistate vicino allo stagno. Si tratta della cattiva abitudine di liberare illegalmente nell’ambiente animali comprati giovani nei negozi e poi “cresciuti troppo”. La soluzione sarebbe semplice: se per qualche motivo ci si vuole disfare di un animale (scelta mai condivisibile dal punto di vista etico), basta portarlo in un Centro per la fauna selvatica o, nel caso delle testuggini palustri, anche in un acquario (Alghero, Cala Gonone).

È inoltre importante precisare che non esistono animali killer. Esistono animali, o vegetali, che l’uomo sposta in continuazione da un angolo all’altro del pianeta, in modo volontario o accidentale al di fuori della loro area d’origine. Animali e vegetali che cercheranno di sopravvivere, crescere e riprodursi nel nuovo ambiente, a spese delle specie autoctone. Ed allora si parla di specie aliene invasive o di specie “killer”, dimenticando che è l’uomo ad aver generato il problema. La citata testuggine americana entra in competizione con la nostra testuggine palustre (Emys orbicularis), ed è un potenziale agente di malattie e parassiti per le tartarughe native e la fauna selvatica. È fondamentale quindi accrescere la consapevolezza del pubblico sugli impatti causati dal rilascio in natura di questa specie.

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