Gianni Carbini: Le primarie non sono un regolamento di conti
Presentata la candidatura a sindaco. Tra le priorità la semplificazione del regolamento edilizio ed un patto con il volontariato. Sassari ritorni la città guida del nord Sardegna
Sassari. Prima di tutto i cittadini. «Le primarie sono state concepite proprio perché si levasse dalle mani di pochi la scelta di figure importanti come il sindaco, il presidente della Regione o il presidente del Consiglio dei Ministri. Questo è lo spirito alla base di uno strumento che lascia l’iniziativa al singolo cittadino che vuole dire la sua e sottoporla così all’attenzione degli elettori». Gianni Carbini, candidato alle primarie del centrosinistra per la carica di sindaco di Sassari, ha spiegato martedì mattina, nella sede della federazione del Pd in via Mazzini, perché ha deciso di proporre il suo nome agli elettori sassaresi. Al suo fianco Luca Taras, Alessandro Boiano e Sergio Donati; in sala anche il consigliere regionale Gavino Manca e l’ex senatore Bruno Dettori.
«Rappresento tanti amici. Sei un incosciente, mi hanno detto non appena ho fatto capire che mi sarei candidato. Amministrare, adesso, significa farlo con una diminuzione importante di risorse. Questo è però anche il momento del coraggio e della generosità. L’esperienza maturata prima in Provincia e poi, in questi quattro anni come assessore, al Comune, mi hanno fatto maturare proposte ed idee sul futuro della città, condivise con tanti amici», ha detto Carbini. Ma non si tratta di una candidatura venuta fuori per motivi di appartenenza ad un’area del Pd. «Sia chiaro che sono fiero di essere amico di Gavino Manca, Bruno Dettori ed Arturo Parisi. Ma non è per questo percorso politico che propongo la mia candidatura». Il ragionamento è infatti un altro. «In questo momento ritengo sia importante pensare a due tipi di azioni, una a breve e una a medio e lungo termine». Innanzitutto, occorre affrontare il grave problema occupazionale che stiamo vivendo. Carbini, assessore alle Attività Produttive ma anche all’Edilizia Privata, parte proprio dal settore edile. Semplificare il regolamento edilizio è una priorità, perché è la burocrazia che strangola l’iniziativa economica. «Credo si possa intervenire con un atto alla Renzi. Metto una data: nei primi 30 giorni, una volta eletto, cambierei immediatamente queste norme, di modo che si possano liberare energie imprenditoriali. Sassari ha perso ben 5mila posti di lavoro nell’edilizia. Se interveniamo, semplificando i passaggi burocratici ma sempre nel massimo rispetto delle leggi, si può recuperare gran parte dell’occupazione perduta. E ripartirebbe l’indotto».
Un’altra azione riguarderà il sociale. «A fronte di un trasferimento di risorse sempre più ridotto dallo Stato e dalla Regione è necessario un patto con le associazioni di volontariato. Non abbiamo risorse? Coinvolgiamo le tante eccellenze presenti a Sassari (il pensiero immediato è alla Casa della Fraterna Solidarietà di Aldo Meloni, ndr), che a costo zero danno sostegno a tanti cittadini. Ragioniamo con loro», dice Gianni Carbini.
Ci sono poi le azioni a lungo termine. «Sassari deve ripensare il proprio ruolo, anche alla luce della soppressione delle Province. In un momento difficilissimo pensiamo all’acronimo SOS, che per “emergenza” ma anche per “Sassari oltre Sassari”. Serve guardare al proprio territorio e progettare il futuro insieme agli altri enti. Così, l’aeroporto non deve riguardare solo gli algheresi, bisogna imprimere un’accelerata alla realizzazione della Sassari-Olbia», prosegue Carbini. Sassari capitale del nord Sardegna? Certo, che riesca ad arginare il fatto che l’unico polo di sviluppo economico sia oggi Cagliari.
«Non ritengo di avere la verità in tasca o di avere progetti migliori. Anche altri hanno proposte valide. Chi vince deve però avere anche la capacità di fare sintesi», spiega ancora. «Le primarie non sono un regolamento di conti, come qualcuno vuole farle passare. Io le vivo come quelle di chi per tanti anni ha fatto delle scelte con tanti amici. In Sardegna due volte nell’ultimo anno si è tentato di delegittimarle e fare passare il messaggio che non servono a niente. Ricordo quanto accaduto a Gavino Manca, che da vincitore delle primarie è stato messo all’ultimo posto nella lista per la Camera. O Francesca Barracciu», ricorda Gianni Carbini. «Nel rispetto pieno dello spirito delle primarie, io che faccio parte di un’area politica, la stessa di Gavino Manca, ho fatto una scelta diversa alle primarie per il presidente della Regione, ho sostenuto Ganau. Perché di trattava di primarie e non di altro».
E a Sassari, c’è qualcuno da rottamare? Lo spirito renziano in verità è già nello strumento stesso delle Primarie. «Non sfugge a nessuno che il fatto che si svolgano queste primarie significa che si sta già partendo con una rottamazione. Nei fatti c’è già», conclude Carbini. Il percorso è iniziato.