Saba: «Alla Faradda c’è bisogno di una compostezza maggiore»
La processione dell’Assunta a Ferragosto e la messa dei Candelieri, spostata nel duomo di San Nicola
Sassari. Anche la tradizionale messa di Ferragosto a Santa Maria di Betlem quest’anno è stata annullata, a causa dei lavori in corso di consolidamento all’interno della chiesa. Non solo quindi la parte finale e più suggestiva della Faradda si è svolta in una modalità completamente nuova sul sagrato del tempio medioevale francescano, ma anche la messa che la mattina del 15 agosto è stata sempre celebrata a Santa Maria con tutti i candelieri ai lati dell’altare ha dovuto traslocare, senza ovviamente i grandi ceri di legno, rimasti nel chiostro. Solenne pontificale allora spostato alle 18, presenti tutti i gremi insieme a sindaco e municipalità (era presente anche il presidente del Consiglio regionale Michele Pais). Al termine, con un diverso orario quindi rispetto agli anni passati, è partita la processione con la Vergine Dormiente – nel passato, non recente va sottolineato, seguitissima e importantissima, tanto che vi partecipava la Municipalità al completo – ha attraversato il centro storico, dal Duomo di San Nicola, passando per via Turritana, piazza Castello, corso Vittorio Emanuele, per rientrare in cattedrale. La Municipalità non era però nel corteo. Il sindaco Campus ha infatti lasciato la cattedrale al termine della messa. Dietro l’Assunta ha però sfilato il gonfalone del Comune portato dalla Polizia locale.
L’Assunta (che non è lo stesso simulacro della notte della Faradda, rimasto a Santa Maria) era avvolta per l’occasione in ricche vesti ricamate d’oro e d’argento e coperta da un velo, portata a turno dai rappresentanti dei Gremi, con altri gremianti con una candela, mentre i capocandeliere seguivano a distanza ravvicinata. Davanti c’era il Capitolo turritano guidato dall’arcivescovo Gian Franco Saba. Presenti nel corteo sacerdoti e religiose. Le musiche sono state eseguite dalla Banda “Giuseppe Verdi”. Al termine, sul sagrato del Duomo (ed era già sera inoltrata), monsignor Saba ha rinnovato l’appello alla devozione nei confronti di Maria, particolarmente amata dai sassaresi. «Siamo chiamati a rallegrarci perché la nostra vita è nelle mani del Signore – ha detto il presule –. Questo noi lo esprimiamo in tanti modi e in tante forme. Sicuramente, come abbiamo già detto, c’è bisogno di raggiungere una compostezza maggiore, cercando di armonizzare meglio i momenti di convivialità e socialità con quelli più propriamente dell’espressione votiva. E a questo arriveremo con la pazienza di tutti e sicuramente con quel cammino di dialogo che è in atto. E questo è sinodo, un cammino insieme». Un discorso che si è concluso con il classico “A zent’anni!”. (lu.fo.)