Riformatori, necessaria l’assemblea costituente
È l’unica strada per riaffermare autonomia e specialità della Sardegna
Cagliari. I Riformatori sardi hanno presentato la proposta di legge nazionale per l’istituzione dell’Assemblea costituente del Popolo sardo, in attuazione del referendum del 6 maggio 2012.
Per la prima volta in oltre sessant’anni – è scritto in una nota – l’autonomia della Sardegna è realmente in pericolo e certo non basta un ordine del giorno del Consiglio regionale a scongiurarlo. Da decenni la politica sarda si esibisce in piagnistei, altisonanti proclami e rivendicazioni: la risposta dello Stato si è tradotta puntualmente in comportamenti umilianti. Esso continua a comportarsi come se la Sardegna fosse il parente povero, quello che si sopporta perché proprio non se ne può fare a meno. Siamo diventati marginali rispetto a tutto: rispetto alle entrate fiscali dovute dallo Stato (accise), alle infrastrutture (essendo un’isola soffriamo di un doppio handicap infrastrutturale) e persino rispetto alla rappresentanza politica. Lo schiaffo sul collegio unico per le elezioni europee, la negazione della rappresentanza nella sede istituzionale più importante è la dimostrazione che il diritto della Sardegna ad avere voce in Europa è stata derubricata dal Pd e dallo stesso Renzi a semplice rivendicazione territoriale. Col risultato che ancora una volta dovremo sperare che qualche siciliano riceva un incarico importante e si dimetta. Ecco perché è urgente la ripartire con la madre di tutte le battaglie, quella per l’istituzione dell’Assemblea costituente del popolo sardo. La Sardegna deve vedersi riconosciuto il potere di scrivere essa stessa, senza intromissioni da parte del Parlamento, la propria Carta fondamentale. Con un grande processo che deve vedere tutto il popolo sardo nella riaffermazione dell’autonomia e della specialità dell’unica regione italiana che per storia, lingua, cultura e caratteristiche geografiche a buon diritto rivendica il titolo di nazione.