A scuola di documentario con Massimiliano Mazzotta

Da una settimana è attivo a Martis un laboratorio di fotografia e cinema d’inchiesta, completamente gratuito, per 20 aspiranti registi

 

 

MartiscorsoMartis. Da poco più di una settimana è iniziato a Martis un laboratorio di fotografia e cinema d’inchiesta, completamente gratuito, all’interno del quale 20 tra ragazzi e adulti raccontano esperienze, problemi e potenzialità del loro territorio. Li coordina il documentarista Massimiliano Mazzotta, autore delle inchieste “Oil. L’oro nero dei Moratti” e “Oil”. Secondo tempo, sull’inquinamento provocato dalla raffineria Saras della famiglia Moratti nel territorio di Sarroch. Il bello è che il risultato del laboratorio, finanziato dal comune di Martis, non farà semplicemente il giro di genitori, cugini e amici ma sarà visto da un vero pubblico in un vero festival. «Vogliamo realizzare una mostra fotografica e un documentario – spiega Massimiliano Mazzotta – da presentare questa estate al secondo “Life After Oil”, il premio cinematografico per i film di tematica ambientale, che ha debuttato lo scorso agosto, sotto la mia direzione, proprio qui a Martis, come sezione del Sardinia Film Festival e in collaborazione con il Cineclub Sassari».

Life After Oil ha attirato l’interesse del pubblico e degli addetti ai lavori fin dalla prima edizione; adesso il laboratorio è un altro passo avanti nella collaborazione tra il regista Massimiliano Mazzotta e l’amministrazione comunale di Martis guidata da Tiziano Lasia. «Un’amministrazione che sta dimostrando una ferma volontà di investire nella cultura», sottolinea Mazzotta. E questo ha tanto più valore quando si tratta di giovani, che nei piccoli centri come Martis, soprattutto d’inverno, non hanno tante occasioni di sperimentare attività coinvolgenti e formative come il cinema.

Il laboratorio si svolge all’interno delle scuole elementari del paese, ha una durata complessiva di 80 ore e impegnerà in tutto 20 sabati pomeriggio dei giovani registi. Le lezioni sono gratuite e i partecipanti non hanno dovuto affrontare nemmeno la spesa per una fotocamera di ultima generazione. Anzi, il laboratorio ha una sua “etica del riciclo”. «Di solito chi fa un corso di fotografia ha anche una macchina fotografica che, in genere, se è di buon livello, costa almeno 1500 euro. Un po’ troppo per una famiglia normale», spiega Massimiliano Mazzotta. Inoltre, il mercato è in continua evoluzione e così «capita che una digitale sia vecchia già al momento dell’acquisto, mentre un tempo una buona analogica durava anni». Per tutti questi motivi, conclude il documentarista, «ho chiesto ai partecipanti di recuperare i vari cimeli fotografici di casa ed iniziare ad usarli con una pellicola in bianco e nero». Lui, da parte sua, oltre a 20 imprescindibili anni di esperienza sul campo, mette a disposizione due Nikon, un computer per il montaggio, la telecamera con cui ha realizzato “Oil” e i suoi libri di fotografia. A dimostrazione che, senza tante chiacchiere e con mezzi minimi, quando ci sono volontà, passione e voglia di fare i risultati si ottengono comunque.

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