Cultura

Politiche culturali e linguistiche in Sardegna

All’Istituto Camillo Bellieni venerdì sera si parla delle problematiche di chi lavora nel mondo della cultura nell’Isola. Ritorna la storica rivista “Sesuja”

MichelePinna
Michele Pinna

Sassari. Fare il punto sulla situazione delle politiche linguistiche, analizzare le criticità e segnalare le emergenze alla Giunta regionale. Con questo intento l’Istituto Camillo Bellieni chiama a raccolta operatori linguistici, poeti, scrittori, personalità ed esponenti di associazioni culturali. L’incontro, dal titolo «Politiche culturali e linguistiche in Sardegna oggi», è fissato per venerdì 27 giugno, alle 18, nella sede di via Maddalena 35, e sarà un’occasione per porre l’attenzione soprattutto sulle problematiche di chi lavora nel mondo della cultura nell’Isola.

«In questo settore – specifica Michele Pinna, direttore scientifico del Bellieni – sono numerosissimi i giovani diplomati e laureati che da anni prestano la propria opera intellettuale con impegno e dedizione, in uno stato di costante precariato. Il loro avvenire professionale e lavorativo è troppo spesso trascurato». L’incontro permetterà di analizzare la situazione e di stilare un documento da inviare alle competenti Autorità regionali.

BellieniPubblicazioniDurante la serata saranno presentate le più recenti pubblicazioni realizzate dall’Istituto, alla presenza degli autori e dei collaboratori. Ritorna dopo quasi cinque anni di assenza la storica rivista “Sesuja”, con interessanti articoli redatti in sardo, italiano, inglese e spagnolo su argomenti relativi alle Nazioni senza Stato e alle lingue minoritarie. Sarà quindi presentato “Ballare in sardo. Anatomia e coreografia del linguaggio coreutico” di Salvatorangelo Pisanu, un libro di quasi 200 pagine che analizza e descrive in maniera rigorosa i tratti corporei della danza e i suoi movimenti, introducendo una vera e propria “grammatica del ballo” del tutto originale. L’altra pubblicazione della serata sarà “Prèigas”, un volume tascabile edito dalla Edes e curato da Michele Pinna con gli scritti in lingua sarda di monsignor Gavino Spanedda, ecclesiastico ploaghese scomparso nel 2011.

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