Mascia: «La Faradda è una festa complessa, occorre tenere insieme tutti i protagonisti»

Il 14 agosto il neosindaco è chiamato alla sua prima presenza all'appuntamento più importante di Sassari. Presentati gli eventi in calendario

Il sindaco Giuseppe Mascia

Sassari. Non più solo Discesa. Nella comunicazione si torna alla tradizione anche linguistica, perché per i sassaresi è semplicemente la Faradda. Venerdì mattina, nella sala consiliare di Palazzo Ducale, è la prima volta da sindaco per Giuseppe Mascia, che presenta alla stampa locale la festa di Sassari. Insieme a lui i rappresentanti degli altri soggetti protagonisti del grande evento del 14 agosto, i gremi e l’istituzione religiosa, oltre all’Amministrazione civica. Insieme al primo cittadino e all’assessora alla Cultura Nicoletta Puggioni con il dirigente Alberto Mura sono infatti intervenuti il padre guardiano di Santa Maria Salvatore Sanna, al quale spetta, da secoli, sciogliere il Voto, l’arcivescovo Gian Franco Saba, il presidente dell’Intergremio Fabio Madau e, in rappresentanza della direzione, la coordinatrice dell’area educativa della casa circondariale di Bancali Ilenia Troffa (perché ci sarà anche stavolta il candeliere di San Sebastiano, che ritornerà quest’anno a Palazzo Ducale dopo un lungo periodo di assenza). Erano presenti anche il presidente del Consiglio comunale Mario Pingerna, il vicesindaco Tore Dau e il comandante della Polizia locale Gianni Serra.

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Il primo ringraziamento è rivolto dal sindaco alla struttura amministrativa. «Sta lavorando alacremente senza sosta – ha detto subito Mascia –. La Faradda è una festa complicatissima e al contempo complessa perché mette insieme diversi aspetti, demoetnoantropologico, religioso, civico e quindi organizzativo per l’amministrazione. Fonti storiche non ci consentono di avere punti fermi, non vi sono certezze ultime, ma ne abbiamo alcune. Sbaglia chi toglie uno solo di questi elementi alla festa, che è data dall’unione di queste tre parti. In questo senso è complessa, perché tiene insieme questi elementi. Non deve essere mai una lotta, pensando in modo distinti. La gioia e l’altezza di questa festa è qualcosa che la città deve continuamente imparare a sentire. Ci sono stati anni negli ultimi 15-20 nei quali alcuni elementi hanno cambiato aspetti della festa. Questo non ci deve spaventare perché nessuna cosa rimane ferma. Naturalmente nel cambiare dobbiamo tenere presente che c’è sempre un filo che deve essere fermo. Mi auguro che la città risponda all’altezza di quanto siamo chiamati a rappresentare e che ci aiuterà a farla cambiare passo dopo passo».

Ma la Faradda ha anche aspetti che con la tradizione non c’entrano nulla. «In alcune sue latitudini è diventato altro, uno sfogo. Ecco perché emetteremo un’ordinanza che vieterà la diffusione della musica durante il passaggio dei ceri, che non deve diventare elemento coprente. Faremo in modo che tutti gli elementi della festa siano in ordine», ha precisato Mascia. «Vogliamo che sia la festa di tutte e tutti. Costa scrisse che anche chi non ha interesse alla festa vi partecipa, non lo sa ma partecipa nel suo disinteresse. Noi vogliamo essere un’Amministrazione che cura e che è in mezzo alle persone e non ha timore di esercitare un ruolo che è alto, piantato per terra, parlare in modo cordiale con tutte le persone di Sassari. Questo la città si aspetta».

«È una festa di fede ma anche di comunità», ha ricordato l’assessora Puggioni –. Ecco perché un elemento che ritorna a Palazzo Ducale sarà il candeliere di San Sebastiano». Sarà dedicato alla scomparsa direttrice Patrizia Incollu, di cui è stata la promotrice. (lufo)

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