Il golpe di Ottana 50 anni dopo
Venerdì 1° dicembre incontro-dibattito nella Sala Angioy del Palazzo della Provincia di Sassari
Sassari. A partire dagli anni ‘50 la storia dell’autonomia della Sardegna è stata caratterizzata dai Piani di Rinascita che avrebbero dovuto secondo l’idea iniziale, superare la situazione di arretratezza tecnologica e infrastrutturale e la povertà in cui versava l’isola, in quegli anni subito successivi alla guerra. Vennero costituite commissioni di studio, stanziati tantissimi soldi, impiegati un numero incredibile di anni tra predisposizione, approvazione e attuazione degli stessi. Il tutto si concretizzò di fatto con l’insediamento dell’industria petrolchimica nonostante fosse chiara l’inadeguatezza della struttura demografica, economica e urbanistica a recepire il progetto industriale, meno che meno nelle zone interne come è il caso di Ottana. La scelta quindi fu essenzialmente politica con la finalità precisa di sovvertire il retroterra sociale della Sardegna centrale e sradicare la cultura agro pastorale, che secondo tanti parlamentari sarebbe stata il brodo di coltura del banditismo.
Su questi temi, a cura del movimento indipendentista Liberu, venerdì 1° dicembre alle 17,45 nella sala Angioy del Palazzo della Provincia a Sassari si terrà un incontro-dibattito con Giovanni Columbu, regista e autore del libro “Il golpe di Ottana”, Gian Paolo Marras, ex sindaco di Ottana, Romina Deriu, sociologa dell’Università di Sassari, Costantino Cossu, giornalista. Coordina Caterina Tani, dirigente di Liberu.
L’analisi contenuta nella tesi di laurea di Giovanni Columbu, poi pubblicata per conto della Facoltà di Architettura di Milano nel libro “Il golpe di Ottana”, dà l’opportunità di discutere su un periodo della nostra storia e su fatti che hanno determinato un tipo di sviluppo esogeno, estraneo alla Sardegna, esaminarne gli effetti e i risultati per voltare pagina e ipotizzare un futuro.