Crus e Alice di nuovo a teatro per divertire e sensibilizzare sull’endometriosi
Sabato 1° giugno al Cine Teatro Astra “Ortensia ha detto: ‘Me ne fu!’”, a cura del laboratorio teatrale del Circolo Ricreativo dell’Università di Sassari - CRUS
Sassari. Il laboratorio teatrale del Circolo Ricreativo dell’Università di Sassari – CRUS torna in scena per sensibilizzare sull’endometriosi. Lo fa proponendo al pubblico una serata all’insegna del divertimento, portando in scena la commedia degli equivoci “Ortensia ha detto: ‘Me ne fu!’”. L’appuntamento, patrocinato dal Comune di Sassari, è per sabato 1° giugno al Cine Teatro Astra con doppio spettacolo: alle 18 e alle 21. Come per lo scorso anno, Davide Deiana, direttore artistico dello spettacolo, ha scelto di devolvere l’intero ricavato dello spettacolo ad Alice Odv – Associazione Lotta Italiana per la Consapevolezza sull’Endometriosi, per supportare le iniziative di sensibilizzazione realizzate in Sardegna e in Italia. L’associazione sarà presente a teatro con uno stand: chiunque potrà avvicinarsi e avere materiale sull’endometriosi, chiedere informazioni sulle attività, sulla patologia e sui campanelli d’allarme per fermarla sul nascere e sull’associazione.
Italia, anni ’70. Nello studio dentistico del dottor Follbraguet, animato da un gruppo di personaggi sopra le righe, l’impertinenza della cameriera Ortensia scatena una serie di incomprensioni, bugie e avventure esilaranti.
In scena Davide Deiana, Luisella Pisottu, Loredana Chessa, Piero Pisano, Barbara Casu, Maria Rita Pitzolo, Barbara Virdis, Anna Maria Posadino, Laura Pistidda, Lilli Mossa e Barbara Serdino.
«Siamo grate a Davide Deiana e al gruppo di attori da lui diretto per aver voluto nuovamente organizzare una serata in cui il teatro e la consapevolezza sull’endometriosi danzano all’unisono – dichiara Elena Crobu, referente Sardegna di A.L.I.C.E. odv –. È grazie a queste iniziative che riusciamo a sensibilizzare la comunità in modo trasversale. E solo attraverso queste informazioni possiamo favorire la conoscenza e, di conseguenza, la prevenzione rispetto ad una malattia che colpisce oltre tre milioni di donne nel nostro Paese», conclude Elena Crobu.