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Canalone al Fosso della Noce, associazioni e comitato ribadiscono il loro no

Presentate le osservazioni in Regione nell’ambito della procedura del Via. «Il nostro obiettivo non cambia: l’opera va fermata», ha detto Uccio Virdis

Sassari. L’obiettivo è chiaro da tempo: il “canalone” progettato dalla Giunta Campus nel Fosso della Noce va fermato. Non c’è però al momento, come non c’era sei mesi fa, nessuna alternativa da proporre a Comune e Regione. «Abbiamo raccolto ben cinquemila firme di cittadini che dicono no. Una risposta ce la devono dare. Non ci va bene la giustificazione che il progetto del “canalone” va realizzato perché un intervento di mitigazione del rischio idrogeologico va fatto. Qui si tratta di fermare uno scempio». Il presidente del Comitato di quartiere di Cappuccini, Uccio Virdis, insiste e non si arrende. Nei giorni scorsi sono state depositate negli uffici dell’Assessorato regionale dell’Ambiente le osservazioni relative alla procedura di valutazione di impatto ambientale sul progetto del Comune. A presentarle sono state diverse associazioni attive da tempo al fianco del comitato di quartiere: Comitato ambiente, Comitato “Siamo Tuttimportanti”, Italia Nostra, Earth Gardeners e GrIG (Gruppo di intervento giuridico). Si aggiungono altre osservazioni presentate da privati. Anche Legambiente ha avanzato una serie di alternative.

Lunedì scorso Uccio Virdis per il Comitato di quartiere di Cappuccini, Mariano Brianda per il Comitato “Siamo tutti importanti”, l’architetto Anna Maria Morelli, anche a nome del GrIG, Piero Sanna per Italia Nostra e Nicola Ribichesu per il Comitato di quartiere hanno riepilogato le ultime novità alla stampa e ai cittadini (pochi, va detto) presenti nella Sala Angioy del Palazzo della Provincia. L’incontro con i media è stato rinnovato venerdì mattina con gli stessi relatori, a cui si è aggiunta Anna Lacci per l’associazione Earth Gardeners.

Con la presentazione delle osservazioni si cerca di ostacolare l’iter del progetto del “canalone”. Obiettivo non semplice, perché in realtà l’area è classificata ad alto rischio idrogeologico e un intervento è necessario, anche alla luce dei cambiamenti climatici in corso che stanno portando a situazioni di pericolo finora impossibili da prendere in considerazione (non ci sono solo i precedenti sardi di di Olbia, Capoterra e Bitti). Un primo risultato riguarda il Via, la valutazione di impatto ambientale, da applicare alla contestata procedura avviata dal Comune. La contestazione però non riguarda la volontà di mitigare il rischio esistente ma le modalità. Se gli uffici della Regione competenti in materia ambientale e urbanistica non concederanno il loro sì allora lo stop sarà cosa fatta, è stato ricordato. «Anziché realizzare questo “canalone” così impattante occorre ritornare all’idea iniziale dei trafori ai due terrapieni di viale Trento e viale Trieste – ha detto lunedì scorso l’architetto Morelli –. Basta creare una continuità, da decenni invece interrotta, senza toccare la valle. E devono essere canali ispezionabili. Questa idea era già nel Pai, avanzata dagli stessi progettisti di oggi per il Comune». Si può inoltre intervenire su tante aree del Fosso della Noce, rendere drenante il suolo, che in realtà in larghe porzioni lo è già. Intanto è stato grazie a un input del GrIG lo scorso marzo che il Servizio Valutazione Impatti e Incidenze Ambientali della Regione ha accolto l’istanza di svolgimento del procedimento di verifica di assoggettabilità a Via.

C’è poi un altro aspetto, che rende ancora più illogico e impattante, secondo il comitato di quartiere, l’intervento progettato dal Comune. L’unico pezzo appartenente al Comune del Fosso della Noce è maltenuto. È l’area del vecchio vivaio comunale, un gioiello negli anni ’50, oggi totalmente abbandonato. Verso viale San Francesco esiste una vasca. Il canalone è previsto si unisca qua, ma non si capisce dove finisca poi l’acqua.

«Da parte del Comune non c’è stata nessuna istruttoria pubblica», ha spiegato il consigliere comunale Mariano Brianda, a nome del Comitato “Siamo Tuttimportanti”. «L’Amministrazione – è scritto nelle osservazioni presentate dal Comitato – avrebbe dovuto aprirsi al confronto con la città: se realizzata, infatti, l’opera cancellerebbe definitivamente l’opportunità di trasformare la valle del Fosso della Noce in un parco urbano tradendo così le decennali aspettative dell’intera comunità sassarese». Il Comitato, ha aggiunto Brianda, con le osservazioni presentate ha chiesto la sospensione dell’iter della pratica e soprattutto che «l’autorità competente convochi una istruttoria pubblica per esaminare il progetto e verificare la percorribilità di diverse ipotesi progettuali che non comportino un impatto ambientale devastante come l’intervento in questione» e che «si proceda alla verifica della correttezza del progetto con riguardo alla considerazione di diverse ipotesi progettuali e il rispetto dei criteri ambientali minimi, auspicando l’istituzione di una istruttoria pubblica al fine di valutare la possibilità di ipotesi progettuali alternative che non comportino un danno irreparabile ai valori ambientali e culturali dei luoghi».

Fosso della Noce, obiettivo messa in sicurezza

Il “canalone” è troppo impattante e inutile anche per Italia Nostra che nelle osservazioni depositate in Regione fa notare che un intervento di mitigazione del rischio idrogeologico risulterebbe più efficace rimuovendo semplicemente «gli ostacoli al potenziale deflusso delle acque rappresentati dai due terrapieni di viale Trento e viale Trieste. Il ripristino delle naturali connessioni sia idrogeologiche che pedonali, attraverso la realizzazione di larghi varchi sottostradali, consentirebbe di abbandonare la sciagurata idea di sventrare la valle con un grande canale, in parte a cielo aperto, di oltre 800 metri di lunghezza, profondo 2-3, e largo da 4 a 7 metri».

Convocare al più presto una conferenza di servizi è invece la richiesta contenuta nelle osservazioni presentate all’Assessorato regionale dell’Ambiente dall’associazione Earth Gardeners. Sarebbe un’occasione, finalmente, per sentire i rilievi di associazioni e di comitati di quartiere oltre ai pareri dei ricercatori dell’Università di Sassari.

Il futuro climatico a Sassari e il “canalone” al Fosso della Noce

Uccio Virdis

«Se ci sono migliaia di cittadini che dicono che un’opera non va bene, questi vanno sentiti, non è concepibile ignorarli», ha ribadito lunedì Uccio Virdis. Lo scorso 22 aprile al termine del dibattito promosso dall’Istituto per la Bioeconomia del Cnr sul tema della qualità urbana e dello sviluppo sostenibile Virdis aveva annunciato l’invio di una diffida al sindaco Campus. «Ci siamo mossi da un punto di vista legale – aveva detto Virdis –. Con uno studio di Milano abbiamo mandato una diffida al sindaco perché venga sospeso l’appalto. Questo è un canale inutile, forse dannoso, costa tanti soldi, un’opera in una parte bellissima della città»

L.F.

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