Un altare mobile a Santa Maria di Betlem

È dedicato a Sant’Antonio di Padova ed è stato sottoposto ad un radicale intervento di restauro. Il simulacro viene coperto grazie ad un dispositivo meccanico di epoca barocca. Il video della presentazione

AltareSantAntonio1Sassari. C’era un tempo in cui gli altari delle chiese erano capaci di custodire misteri e meccanismi nascosti. La fede era anche una questione di sorpresa per il fedele, che rimaneva stupito quando appariva qualcosa di nuovo. Certo, visto con i nostri occhi può apparire tutto anche piuttosto semplice ed ingenuo; nell’età barocca era invece efficace. A Santa Maria di Betlem a Sassari è conservato un altare testimonianza di una categoria quasi scomparsa nell’Isola ossia quella degli altari dotati di un meccanismo di movimentazione, citati nei documenti d’archivio ma di fatto pressoché tutti distrutti, ad eccezione di alcuni esemplari conservati proprio a Santa Maria.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAL’altare dedicato a Sant’Antonio di Padova è opera del grande maestro escultor y dorador Juan Antonio Contena, che lo portò a termine nel 1741. L’opera è stata sottoposta ad un radicale intervento di restauro, portato avanti dalla Soprintendenza di Sassari con finanziamenti statali, su progetto e direzione lavori di Alma Casula e Pietro Usai e condotto dalla ditta Paolo Oggiano di Cagliari. Domenica sera, al termine della messa vespertina, l’altare restaurato è stato presentato ai fedeli dal padre guardiano del convento dei Frati Minori Conventuali Alfio Pusceddu e dal restauratore Pietro Usai, con il saluto del sindaco Nicola Sanna. È stato attivato nell’occasione il meccanismo di movimentazione del dipinto che copre la statua di Sant’Antonio (frutto delle modifiche apportate ad una statua più antica e che reca una data, il 1755, che dovrebbe fare riferimento ad un evento legato alla pioggia tanto invocata): non è stato possibile recuperare l’immagine originale perché ai primi del ‘900 il quadro fu sostituito. L’altare è adesso ritornato all’aspetto settecentesco. Ma il restauro ha consentito anche un non più rinviabile recupero statico: l’impianto presentava un massiccio attacco di termiti e bisognava intervenire anche per scongiurarne il crollo. AltareSantAntonio3L’altare è stato così smantellato e portato a Cagliari per il lavoro di ripulitura e ripristino dei colori originali, tranne il gigantesco timpano rimasto al suo posto, dove è inserita un’edicola ospitante una piccola tela ad olio raffigurante l’estasi di Sant’Antonio.

Ma è soprattutto la strutturazione movibile del quadro l’elemento che affascina di più: nel video qui sotto il momento della dimostrazione al pubblico. L’artifizio meccanico non è in realtà l’unico esistente a Santa Maria di Betlem. Per l’altare di san Giuseppe da Copertino venne realizzato un sistema di movimentazione del dipinto a libro, differente da quello dell’altare di Sant’Antonio, che è tra l’altro situato nella cappella che nella sera del 14 agosto accoglie la municipalità durante la cerimonia religiosa dello scioglimento del voto della Faradda.

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